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La recensione

Catherine Deneuve e la rivincita di Bernadette

Catherine Deneuve
Catherine Deneuve
Catherine Deneuve
Catherine Deneuve

Lunga vita alla signora, nel senso di Bernadette Chodron de Courcel, vedova del fu Presidente della Repubblica francese Jacques Chirac; lunga vita a Catherine Deneuve, incontrastata e unica Première Dame di Francia; lunga vita alla regista e sceneggiatrice Léa Doménach, che fa centro al primo colpo con un estroso e scanzonato film biografico. Con un po’ più di ardire e un’imperdonabile mancanza di rispetto nei confronti di una donna forte e intelligente, nata nel 1933 e ancora in vita, la Doménach, invece di intitolare il suo film «La tortue» e poi «Bernadette» - in italiano «La moglie del Presidente» -, avrebbe potuto optare per «La cocue magnifique» (La magnifica cornuta), visti i molti extra che Chirac si concesse, incurante del fatto che Bernadette lo venisse regolarmente a sapere e non senza soffrirne. Però però, con caustica allegria dissacratoria, le si rende in un certo senso giustizia con gli interessi; e con bonaria cattiveria si sottopone la figura di Chirac, e del suo staff, a una specie di jeu du massacre, arguto e confortante, dal quale esce con le ossa rotte, da stupidone, gollista che aveva però ben chiaro come gli avversari politici fossero i socialisti ma il vero nemico fosse la destra estremista di Jean-Marie Le Pen. Con movimento simmetrico e contrario, prende corpo la figura di Bernadette, dai notevoli risvolti umani e dotata di visione e preveggenza politica. Il personaggio della ex-première dame è così riabilitato. Ancora una volta dietro ai successi di un uomo politico potente e mediocre c’è una donna intelligente, umiliata e tenuta ai margini, che lavora nell’ombra, prima di uscire allo scoperto e prendersi scena e rivincita. Merci Madame Deneuve! F.Bon.

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