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L'intervista

Christian De Sica: «Canzoni, balli e chiacchierate: sul palco porto la mia vita»

"Una serata tra amici" è il titolo dello spettacolo che Christian De Sica porta ad Asiago Live
"Una serata tra amici" è il titolo dello spettacolo che Christian De Sica porta ad Asiago Live
"Una serata tra amici" è il titolo dello spettacolo che Christian De Sica porta ad Asiago Live
"Una serata tra amici" è il titolo dello spettacolo che Christian De Sica porta ad Asiago Live

“Una serata tra amici” è quella che promette Christian De Sica al pubblico che questa sera assisterà al suo recital annunciato in piazza Carli dal cartellone del festival “Asiago Live”. Il 71enne attore, cantante e intrattenitore romano sarà affiancato in scena da Pino Strabioli e sostenuto nelle parti musicali da un’orchestra diretta dal pianista Riccardo Biseo con Marco Siniscalco al basso, Cristiano Micalizzi alla batteria, Enzo De Rosa al trombone, Mario Caporilli e Ferruccio Corsi ai fiati. Inizio alle 21. Biglietti in vendita su Ticketone e nei punti vendita indicati nel sito internet del festival. Lo spettacolo è organizzato da DuePunti Eventi. Durante una pausa della tournee con la quale sta girando l’Italia, sentiamo al telefono Christian De Sica per chiedergli come si sta preparando per la sua imminente trasferta veneta.
«Devo dire che sono doppiamente felice – afferma lo showman -. Innanzi tutto perché si torna sul palcoscenico dopo il brutto periodo che tutti noi abbiamo da poco passato a causa della pandemia; e poi per il piacere di venire in Veneto, una regione che amo in modo particolare e che conosco bene per aver vissuto per oltre un anno a Cortina. Asiago è una località montana altrettanto deliziosa che rende speciale il Veneto e che sono sicuro mi accoglierà con il calore tipico della vostra gente».

Come è impostato lo spettacolo? 
Faccio quello che mi piace di più: cantare, ballare, recitare, chiacchierare, raccontare storie della mia vita personale e professionale. Cerco fin da subito la collaborazione del pubblico: per rompere il ghiaccio entro dal fondo della platea, saluto le persone, scambio due battute con qualcuna di loro, e poi, una volta sul palco, mantengo sempre le luci accese in sala. Non puoi raccontare il tuo privato, nel modo in cui lo faccio io, davanti a un muro nero. E poi in questo modo posso controllare la reazione della gente e capire se è il caso di tagliare o allungare a seconda dell’espressione attenta o annoiata dei visi.

Ipotesi, quest’ultima, decisamente improbabile, vista la versatilità con cui di solito si esibisce. Quale ruolo riveste Pino Strabioli nella sua performance?
Mi intervista con la bonomia del caro amico qual è da tanti anni. E mi aiuta a seguire puntualmente la scaletta, perché ormai gli anni sono tanti e un po’ rinc…, pardon, smemorato, sono. Anche il maestro Biseo, talentuoso pianista jazz che dirige l’orchestra, è una vecchia conoscenza di famiglia: ha collaborato con mio fratello Manuel alle colonne sonore degli ultimi film di mio padre.
<MC>Il grande Vittorio De Sica: ha sentito il peso di una figura paterna così importante nel corso della sua carriera artistica? <MC>Mah, forse un po’ all’inizio, ma ho imparato presto a camminare da solo. Di mio padre ho unicamente ricordi teneri e piacevoli di una persona dolce e squisita. Durante lo spettacolo rievoco l’incontro con alcune persone straordinarie che giravano per casa quando ero giovane: Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Roberto Rossellini, specie quando ero fidanzato con sua figlia Isabella. Si figuri che mi ha tenuto sulle ginocchia (qualche anno prima, sia chiaro) nientemeno che Charlie Chaplin.

Ci saranno stati anche dei musicisti, tra gli ospiti in casa De Sica. Qual è il genere di canzone che preferisce?
Quella americana degli anni ’40 e ’50, lo swing suonato dalle grandi orchestre. Il mio idolo era e resta Frank Sinatra. E poi le canzoni italiane, tutte e di ogni epoca. Ma la musica mi piace davvero tutta.

Anche il rap, il trap, il rock di ultima generazione?
Questi generi faccio fatica a capirli. Tra i nuovi artisti, quelli che ammiro di più sono i Måneskin ma il gap generazionale tra questi ragazzi e un attempato signore come me è troppo profondo perché io possa seguire la loro carriera con qualcosa di diverso dalla curiosità. Ma non mi lamento, né mi scandalizzo affatto. È la ruota della vita che gira. Tutto scorre e tutto ritorna. Fra qualche anno i più bravi tra questi nuovi cantanti diventeranno dei classici, forse come il mio amico Frank “The Voice” Sinatra.  

Lino Zonin

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