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Servizio di Mediazione Culturale

L'Ovest Vicentino con le sue industrie conciarie, del marmo, metalmeccaniche, ecc. è una realtà produttiva e sociale caratterizzata da una forte immigrazione, iniziata nei primi anni '90, cheharaggiunto negli annisuccessivi una percentuale tra la più elevate non solo in Veneto, ma anche a livello nazionale. Gli immigrati presenti - a differenza di quanto succede in altre realtà - hanno costruito una stabilità lavorativa e abitativa grazie alle risorse e alla richiesta di manodopera espressa primadella crisi, dalla nostra realtà produttiva. L'Ovest Vicentino, si caratterizza, pertanto, per la sua forte vocazione agli scambi edè stato sempre flessibile e aperto all' innovazione, facendodi questo il suo punto di forza. Da qui, un'analisi del contesto sociale che coinvolge la Sanità e la Scuola sono necessari per mappare una nuova realtà in cui risulta necessarial'interazionedegli immigrati con le strutture e gli operatori che vi lavorano. Problemi di comunicazione emergonoper le diversità linguistiche e culturali. Le difficoltà a volte possono dipendere anche dalla necessità di adeguare le strutture scolastiche e sociosanitarie alla nuova realtà dell'immigrazione, in una fase in cui la richiesta di nuove risorse è problematica. Nella comunicazione, a volte risulta difficile stabilire qual è la giusta interpretazione da fornire a una determinata comunicazione verbale o non verbale o a un certo comportamento. Adesempio, stabilire il motivo per cui i genitori di un determinato bambino non si presentano agli operatori sanitari per le vaccinazioni,operchédei genitori di bambini stranieri non si presentino agli incontri a scuola con gli insegnanti, richiede un'analisi delle motivazioni e del contesto di significati in baseacui vivonoe agisconoquelle persone. Dalla capacità di trovare di volta in volta degli adattamenti reciproci dipende la possibilità di evitare i conflitti. L'Ulss 5 già da anni propone programmispecifici,comeprogetti e corsi di formazione (ai quali hanno partecipato circa 700 operatori (infermieri, medici, oss, psicologi, assistenti sociali), per affrontare il rapporto conl'utenza stranieraei problemi interculturali in ambito socio- sanitario. E' stato, poi ufficialmente istituito il Servizio di Mediazione Culturale,che opera nell'Ospedale di Montecchio Maggiore, acuipossonoaccedereglioperatori dei reparti e servizi dell' Ulss 5, e fa parte del Consultorio Familiare. L'équipe è composta da uno psicologo,uno psicopedagogista ed un educatore (a tempo parziale) i quali sia vvalgono della collaborazione dimediatori culturali provenienti da varie nazioni. Il "mediatore culturale" è una figura professionale che, dopoaver ricevuto una formazione adeguata, svolge la funzione di "ponte", di collegamento tra italiani e stranieri traducendo ad entrambi la lingua ed esplicitando gli aspetti culturali e comportamentali differenti per facilitare la reciproca comprensione. Ad esempio, quando un paziente è ricoverato, è necessario conoscere l'anamnesi e il suo percorso clinico precedente per poterlo curare con la massima efficacia e senza dispendio di tempo e di risorse. Oppure, sempre a titolo di esempio, quando una famiglia straniera viene convocata dal Consultorioodal Servizio diTutela dei Minori, spesso per trattare problematiche complesse edifficili,ènecessaria lapresenzadiunafigura ingradodi aiutare a comunicare per capire a fondo i problemi e le esigenze della famiglie e dei minori e rendere possibile l'intervento degli operatori preposti al servizio. L'équipe fornisce inoltre consulenzarelativaalle problematiche che si presentano con gli utenti e le famiglie straniere e programma specifiche iniziativedi formazione per gli operatori. Le lingue parlate dai mediatori sono le più diffuse nella nostra zona dai cittadini stranieri: punjabi, bangla, serbo-croato, arabo, albanese, inglese, francese, cinese, rumeno, spagnolo, portoghese, oltre ad alcune lingue africane.

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