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IL DIMENSIONAMENTO

Riorganizzare le scuole
in città torna la “paura”

La delibera di gennaio ha congelato la proposta di cambiare la destinazione del Montagna, Canova e Lampertico. Ora si teme l'attuazione nel 2015
L'istituto Lampertico, tra le scuole che rischiano il dimensionamento
L'istituto Lampertico, tra le scuole che rischiano il dimensionamento
L'istituto Lampertico, tra le scuole che rischiano il dimensionamento
L'istituto Lampertico, tra le scuole che rischiano il dimensionamento

Dimensionamento sì o no? Sugli istituti superiori torna ad agitarsi lo spettro della razionalizzazione che la Regione attraverso la delibera del gennaio scorso ha soltanto congelato, ma non annullato. Con l'anno scolastico che sta per finire cominciano insomma a rispuntare gli interrogativi legati al futuro assetto delle scuole - soprattutto Montagna, Canova e Lampertico - che perderebbero o acquisirebbero indirizzi in un rimescolamento non proprio indolore, anche dal punto di vista economico.
Cambiamenti sui quali i presidi intendono vederci chiaro ma soprattutto capire se esiste la possibilità che venga presa in considerazione una controproposta rispetto a quanto approvato a Venezia. «Non ci è chiaro - spiega il coordinatore dei presidi Edoardo Adorno - se si è trattato di una sospensione di delibera che ripartirà in automatico il prossimo anno entrando in vigore a settembre 2015, oppure se ci sono margini di trattativa».
Intanto però qualcosa si muove tra i dirigenti che hanno lavorato intorno ad un'ipotesi che è stata presentata per ora soltanto al provveditore Domenico Martino e sulla quale nei prossimi giorni ci sarà un confronto. La proposta elaborata dai presidi di Montagna, Canova e Lampertico, le tre scuole più direttamente coinvolte nei futuri disegni, si limiterebbe allo spostamento del liceo artistico del Montagna, circa una decina di classi, al vicino istituto Canova dove nascerebbe il polo artistico. Lo spazio a disposizione sarebbe l'ultimo piano del Canova, attualmente libero e agibile previa qualche lavoro di ristrutturazione e messa a norma. Sugli altri movimenti previsti dalla delibera regionale ci sarebbero invece grosse contrarietà, soprattutto sull'accorpamento dell'indirizzo sociosanitario del Montagna, attualmente all'ex scuola media Ghirotti del Laghetto, con quello odontotecnico del Lampertico, riuniti nella sede di quest'ultimo istituto, in viale Trissino, a costituire il polo dei servizi alla persona. Questa almeno l'indicazione della delibera votata in Regione e in base alla quale al Montagna resterebbero soltanto gli uffici di presidenza e di segreteria, mentre le classi dovrebbero traslocare quelle del sociale al Lampertico e quelle degli indirizzi grafica, moda, audiovisivi al Canova insieme al liceo artistico.
«A parte il fatto che non ha senso che al Montagna rimangano soltanto gli uffici, è impensabile la convivenza nella stessa sede di due indirizzi appartenenti a due istituti diversi, sorgerebbero problemi di responsabilità enormi», spiega il preside del Montagna, Giuseppe Mauro, sottolineando che quella presentata in Ufficio scolastico è una delle possibili strade e che in ogni caso «i presidi sono aperti al dialogo e al confronto». Intanto mentre ci si ritrova intorno al tavolo a studiare ipotesi per evitare che la delibera regionale venga attuata senza modifiche, viene sollevato anche il problema della cittadella degli studi, l'area delimitata da via Astichello che ospita quattro scuole (Canova, Boscardin, Da Schio e Montagna) e quasi quattromila studenti, completamente priva di servizi e di telecamere di sorveglianza.
«La cittadella è congestionata: si resta fermi in macchina anche venti minuti prima di immettersi nelle strade principali - fa notare la preside del Boscardin, Samaritana Bresolin - senza contare la questione sicurezza.  L'ideale sarebbe che le succursali appartenessero ad un singolo istituto che in fase di iscrizioni dovrebbe accettare gli alunni in base alla sua effettiva disponibilità».

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Anna Madron

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