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Ravasi: porterò
il Festival Biblico
oltre l’Italia

Il “padrino” della manifestazione torna a Vicenza da cardinale. E rilancia il Festival
Gianfranco Ravasi
Gianfranco Ravasi
Gianfranco Ravasi
Gianfranco Ravasi

26 maggio. «Sono felicissimo di vedere che questo Festival, da piccolo germoglio, è diventato un albero forte, dalle tantissime ramificazioni. E sono ancora più felice di tornare a Vicenza, visto che sono un padre generatore di quest’iniziativa, quando partì, sette anni fa».
A parlare è il cardinale Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che darà il via alle giornate più intense del Festival Biblico con la sua lectio inaugurale in Cattedrale, giovedì 26 maggio, alle ore 21. Vero e proprio padrino della manifestazione vicentina, che ha inaugurato per le prime quattro edizioni consecutive, questo è però il primo ritorno in città di Sua Eminenza da quando - il 20 novembre 2010 - papa Benedetto XVI lo ha creato cardinale. Nel frattempo, grazie alla generosità di tanti e all’interesse di tutti, anche il Festival è andato crescendo. Tanto che Ravasi ci sorprende alzando la posta in gioco. «Anzi, dirò di più: questo Festival è un modello ora pronto da esportare all’estero. Ho l’intenzione di farlo, magari partendo da quel lavoro, a cui io tengo, chiamato “Il cortile dei gentili”, e che fa dialogare credenti e non credenti». E così Vicenza, da pioniera di un nuovo modo di accostarsi alla Bibbia, potrebbe trovarsi ad esserne l’ambasciatrice oltre i confini italiani.
La consonanza tra il cardinale e il Festival va da sé. Ravasi si è sempre impegnato per fondere la precisione scientifica con il linguaggio universale della bellezza. Tra i suoi tanti volumi spiccano i commenti a libri biblici più squisitamente letterari, ma negli ultimi anni si è dedicato alla divulgazione catechetica con libri come Ritorno alle virtù, Le porte del peccato, 500 curiosità della fede e Questioni di fede. Bibbia e catechesi, dunque: un ritorno ai fondamenti, ma con uno sguardo che coglie la freschezza di contenuti millenari. È questo, d’altra parte, ciò che Benedetto XVI richiede affinché la fede sia trasmessa consapevolmente.
Per la sua lectio sul tema del Festival 2011, “di Generazione in Generazione” - accompagnata da interventi musicali di Margherita Dalla Vecchia e da Carlo Presotto alle letture - Ravasi si è lasciato ispirare dal Libro di Qohelet. Nonostante questo libro descriva la terra come un palcoscenico nel quale gli uomini passano come ombre, la Bibbia riconosce proprio nella storia il luogo della rivelazione divina, trasformando il flusso generazionale in una sorta di terra santa vivente. Siamo polvere benedetta. Nonostante i nostri tanti, piccoli intoppi.

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