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«Priorità al lavoro, meno tasse in “busta”»

LE INTERVISTE AI CANDIDATI. La segretaria regionale del Partito democratico e assessore a Bassano potrebbe essere la prima donna vicentina eletta al Senato. Filippin: «Un fisco più equilibrato con attenzione a chi non ce la f.a Allentando il patto di stabilità per i Comuni si rilancia l'economia»
Rosanna Filippin, candidata al Senato per il Partito democratico
Rosanna Filippin, candidata al Senato per il Partito democratico
Rosanna Filippin, candidata al Senato per il Partito democratico
Rosanna Filippin, candidata al Senato per il Partito democratico

Sarà senatrice: la prima senatrice vicentina. Il quarto posto in lista le dovrebbe garantire l'elezione, anche nel caso in cui il premio di maggioranza al Senato andasse al centrodestra. Rosanna Filippin, bassanese, fa parte di quel plotoncino di candidati vicentini del Partito democratico che vede il Parlamento. Comunque vada, da queste elezioni, incrociando le basi di consenso dei partiti e le posizioni dei candidati nelle liste, sarà il Pd a produrre il maggior numero di parlamentari berici.

Una responsabilità in più nella rappresentanza del territorio, segretario Filippin?
È evidente, ma è una responsabilità che abbiamo fortemente voluto. Da segretario regionale del Pd ho lavorato affinché tutti i territorio del Veneto fossero adeguatamente rappresentati. Nel 2008 Vicenza è stata un po' penalizzata.

Un po' frutto delle primarie, un po' delle nomine.
Abbiamo una pattuglia molto qualificata, da Federico Ginato e Daniela Sbrollini, usciti dalle primarie, e dalla sottoscritta ad Alessandra Moretti fino a Giorgio Santini, che siamo stati scelti dal partito.

Qual è la prima risposta che intendete dare a questo territorio?
Un tempo gli argomenti della campagna elettorale erano diversi, oggi il primo tema è assolutamente il lavoro: è la preoccupazione principale dei veneti e dei vicentini, oltre che di tutti gli italiani, sia per il mantenimento dei posti di lavoro, sia in prospettiva futura. Sarà questo il primo impegno dei parlamentari del Pd.

Priorità al lavoro: con quali strumenti e con quali scelte politiche si concretizza?
Da amministratrice a Bassano ho toccato con mano come un Comune ben gestito possa fare tanto per l'economia: quindi la prima cosa da fare è rivedere il patto di stabilità per sbloccare le risorse dei Comuni, così da far ripartire l'economia locale e responsabilizzare gli amministratori.

E pagare i debiti della pubblica amministrazione verso le imprese?
Noi del Pd vogliamo dire la verità: dire che si può ridurre la spesa pubblica e pagare tutti i debiti con un colpo di bacchetta magica non è serio. Io mi rifiuto di raccontare balle: basta balle.

Se ne dicono troppe?
Non tanto in questa campagna elettorale, non ancora almeno, ma negli ultimi anni di racconti fantasiosi ne abbiamo sentiti troppi. Comunque pagare i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese dev'essere un impegno di chi governa.

E come si fa con questo enorme debito pubblico?
Serve del tempo, ma bisogna imboccare fin d'ora la strada giusta, che è una sola: una seria spending review.

Tagliare la spesa pubblica, ma da dove partire?
Stilando un elenco delle priorità: non si può fare tutto, bisogna scegliere alcuni obiettivi e concentrarsi su quelli. È come nei conti di una famiglia. E questa revisione della spesa deve tenere conto, prima di tutto, di chi non ce la fa.

In che senso?
Uno degli interventi obbligatori è il riequilibrio della pressione fiscale, con un'attenzione particolare verso chi arranca: un Paese si tira fuori dai guai se tutti, o quasi tutti, ce la fanno, non se ce la fanno in pochi.

Ridurre le tasse è possibile? E quali tasse prima di tutto?
Allentare la pressione fiscale è possibile ma prima ancora doveroso, oggi è troppo alta. Bisogna fare delle scelte, ripeto: io ritengo prioritario ridurre il cuneo fiscale, la differenza tra ciò che paga il datore di lavoro e ciò che resta in busta paga. Vogliamo lasciare più soldi in tasca ai lavoratori, così si incentivano i consumi e l'economia può riprendere fiato.

Si può eliminare l'Imu o sono balle da campagna elettorale?
Il problema dell'Imu è che è stata introdotta in una fase di emergenza, colpendo il patrimonio certo, la casa, ma senza commissurare l'imposta al reddito. Una revisione deve tenere conto della capacità di reddito delle persone.

I sondaggi vedono il Pd in testa, ma Berlusconi in rimonta. E ora che ha portato Balotelli al Milan, c'è chi dice...
Mamma mia, spero che gli elettori scelgano il prossimo governo pensando al proprio futuro, non agli acquisti di una squadra di calcio. Comunque sarà la volta buona per vedere se questo Paese ha scelto di archiviare un venetennio o meno. Io ovviamente lo spero.

C'è chi dice, tra i berlusconiani, che con Renzi al posto di Bersani il Cavaliere non sarebbe tornato. Condivide?
Non ci credo proprio: Berlusconi per i suoi calcoli ha ucciso le proprie creature, il Pdl e Alfano, figuriamoci se un avversario avrebbe potuto condizionarlo.

Ora Renzi è attivo in campagna elettorale: è tornato utile...
Renzi è sempre stato una risorsa, e ora si mobilita perché fa parte del Pd e vuole contribuire alla vittoria. Essere partito vuol dire essere una squadra: c'è un capitano, Bersani, ma c'è anche Renzi, un attaccante che sa fare gol. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Scorzato

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