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«Prima la repressione sessuale. Ora c'è quella delle emozioni»

LOLA BECCARIA
Lola Beccaria, spagnola, autrice di Basta non dire ti amo, romanzo edito da Feltrinelli
Lola Beccaria, spagnola, autrice di Basta non dire ti amo, romanzo edito da Feltrinelli
Lola Beccaria, spagnola, autrice di Basta non dire ti amo, romanzo edito da Feltrinelli
Lola Beccaria, spagnola, autrice di Basta non dire ti amo, romanzo edito da Feltrinelli

Iris è una psicologa confusa e smarrita, alle prese con una relazione conclusa malamente, ma difficile da dimenticare. Eppure, proprio lei, che si sente inadeguata e insicura quando ha a che fare con l´amore, riceve dal suo capo una proposta che non può rifiutare: tenere un laboratorio sulla seduzione che non consiste in come vestirsi e truccarsi, ma che, con la guida di un´Iris insicura eppure capace strada facendo di ritrovare la bussola delle sue emozioni, spinge le sei parecipanti a svelarsi a se stesse, capire ciò che vogliono e saperlo esprimere. Un romanzo sulle donne e per le donne, dunque. Parliamo di Basta non dire ti amo (Feltrinelli) della spagnola Lola Beccaria, laureata in Filologia ispanica e specializzata in terapia della Gestalt, corrente psicologica incentrata sui temi della percezione e dell´esperienza.

Lola Beccaria, dove ha tratto ispirazione per il suo libro?
Mi piace molto ascoltare le persone, tra l´altro ho molte amiche che si confidano con me e stiamo tutte vivendo situazioni amorose burrascose. Io assomiglio molto ad Iris, la protagonista. L´amore per me è come l´aria, ma ho ricevuto più scossoni bruschi che impennate di felicità. Così, proprio dalla realtà, mi è venuta l´idea per Basta non dire ti amo e ho inteso mettere sul tavolo tutte le difficoltà delle "liaison" con gli uomini, cercando anche di proporre delle soluzioni.

Perché ha scelto quel titolo?
Basta non dire ti amo e tutto va bene: questa frase venne fuori, così spontanea, in una conversazione tra amiche e mi è sembrato un titolo perfetto per il libro che stavo scrivendo. I problemi arrivano, appunto, quando una persona diventa importante per te e vuoi andare oltre il piacere fisico. Quando senti la necessità di esprimere il tuo amore, di gridarlo. Prima vivevamo nella repressione sessuale, adesso in quella emotiva, e ciò vale sia per le donne che per gli uomini. Dobbiamo recuperare le emozioni, tornare al cuore. E poter dire "ti amo" liberamente, senza paura di essere abbandonati perché è troppo impegnativo.

Riesce a descriverci le diverse personalità delle donne che frequentano il workshop di Iris? Che cosa si aspettano dal laboratorio e cosa vanno cercando?
Le donne del laboratorio appartengono a diverse condizioni sociali e coprono un arco d´età che va dai venticinque ai settant´anni. Il romanzo è tratteggiato in modo da disegnare i diversi conflitti che incontriamo nelle relazioni perché ogni personaggio rappresenta un problema diverso. C´è la ragazza che ha una relazione con un uomo sposato o la manager, che è stata scottata dai veri amori, e si rinchiude in se stessa. Mi è sembrato essenziale analizzare i miei personaggi nel momento del loro blocco emotivo. Non è che non sappiamo sedurre o intessere relazioni, nasciamo con queste capacità, ma ad un certo punto, per date ragioni, ci inibiamo. Il trucco sta nel liberarci attraverso un processo di illuminazione e autocoscienza, come fanno le mie donne nel romanzo.

Iris è una psicologa strana. Dovrebbe guidare le altre donne, ma lei stessa si sente smarrita e ha molte paure. Perché ha scelto di costruire una protagonista così?
Mi sembrava fondamentale che Iris, la psicologa, fosse nelle stesse condizioni delle sue allieve. Iris, con tutti i suoi dubbi e le difficoltà ad avere storie d´amore, apporta al romanzo notevole freschezza e naturalezza, non solo confusione o timori. Naturalmente, essendo psicologa, è in grado si aiutare le altre e anche se stessa con quelli che io chiamo "i ferri del mestiere".

Iris ha, però, una nonna meravigliosa. Vuole parlarcene?
La nonna di Iris, Esmeralda, simbolizza il modo tradizionale di concepire l´amore da parte delle donne. Per questo dice alla nipote "Devi tornare al cuore". Certo non ci servono più i modelli del vecchio romanticismo: per esempio l´attitudine passiva, lo schema della principessa della favola che aspetta che il principe venga a salvarla. Ma scartare tutto il romanticismo, parola coniata per esprimere la tenerezza in amore, significa eliminare la possibilità di esprimerci negli affetti. Per questo propongo un nuovo romanticismo: siamo romantiche attive, intessiamo relazioni tenere, senza però rinunciare a indipendenza e libertà.

Perché scrive che le donne sono arrabbiate con gli uomini e gli uomini con le donne?
Quasi sempre per mancanza di comunicazione. Noi donne da un lato aneliamo al romanticismo e dall´altro lo rifiutiamo per paura di cadere in trappole maschiliste. Gli uomini hanno le stesse sensazioni. Un tempo, per convenzioni sociali, erano galanti e corteggiavano le loro compagne. Era un modo di esprimere: "mi importa di te, ti amo". Oggi ci hanno rinunciato, in parte come risposta vendicativa alla nostra liberazione. Così si è creato un vuoto di linguaggio e di gestualità che non fa bene a nessuna delle due parti.

Nel suo romanzo lei sembra voler esprimere continuamente che l´amore è molto più importante del sesso. Ma che è anche più difficile e misterioso.
È veramente così. Le relazioni fallite lasciano ferite profonde e, pur di non soffrire più, ci accontentiamo del sesso. Ma l´incontro di una notte non può portare che vuoto. La capacità di sentire le emozioni è innata, ma noi, a causa di ciò che abbiamo sofferto, con l´intenzione di non provar più dolore, non ci ascoltiamo più. Eppure la soluzione non è nel negare le cattive esperienza, ma di riportarle alla luce e di elaborarle, come fanno le donne del laboratorio.

Il suo libro finisce felicemente. Le donne del laboratorio riescono ad analizzare le proprie emozioni, diventano più capaci di vivere le relazioni con l´altro sesso. Può essere così anche nella vita reale?
Dobbiamo crederlo, dobbiamo lottare per questo. Costruire una nuova forma di intessere rapporti è nelle nostre mani, in quelle delle donne. Siamo noi che gestiamo i sentimenti, le guardiane dell´amore. Gli uomini sono molto più chiusi, è difficile cha compiano loro il primo passo. Dobbiamo insegnargli a sentire le emozioni ed esprimerlo con la parola e con i gesti. Anche se sembra complesso in realtà è molto semplice: vogliamo che ci guardino e vedano al di là del nostro involucro.

Alessandra Milanese

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