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«Per fare le riforme ci serve anche Monti»

LE INTERVISTE. L'ex segretario aggiunto della Cisl è candidato al Senato nella lista di Bersani. È la figura di riferimento per quanto riguarda il lavoro. Giorgio Santini (Pd) non ha dubbi: «È necessario ampio sostegno. Superiamo il patto di stabilità e riduciamo i parlamentari»
Giorgio Santini è stato a lungo segretario della Cisl: ora è candidato
Giorgio Santini è stato a lungo segretario della Cisl: ora è candidato
Giorgio Santini è stato a lungo segretario della Cisl: ora è candidato
Giorgio Santini è stato a lungo segretario della Cisl: ora è candidato

È l'uomo del lavoro. È stato al centro di una vera e propria trattativa di mercato ma alla fine è stato il Partito democratico ad avere la meglio sulla lista Monti. Giorgio Santini, ormai ex segretario aggiunto della Cisl, è pronto a passare dai tavoli delle trattative aziendali ai banchi del parlamento. È in corsa per il Senato e occupa il terzo posto. Come dire che Roma è più vicina che mai.

L'elezione è in cassaforte. Cosa l'ha spinta a prendere questa strada dopo una vita passata all'interno del sindacato?
Ho apprezzato molto la richiesta del Partito democratico. Hanno scelto di candidare una persona che proviene da un ambiente diverso, come quello del sindacato. Significa che vogliono mettere il lavoro al centro delle attenzioni.

Appunto. In caso di successo lei sarà chiamato a dare il proprio contributo in prima persona su questo tema. Quale ricetta propone?
Non ci sono soluzioni pronte. Ma servono delle strategie per abbassare i dati della disoccupazione, che sono tremendi.

Ad esempio?
Sono tre le direttrici che stiamo seguendo. Serve un patto forte tra economia e istituzioni, un aiuto alle imprese e politiche incisive per chi investe.

Andiamo con ordine. Cosa intende con accordo con le istituzioni?
Credo che sia necessario sostenere programmi di investimento e sviluppo. L'idea è quella di superare il patto di stabilità, andando ad aiutare i Comuni virtuosi. Si potrebbero erogare 7,5 miliardi in tre anni. Il tutto per interventi legati all'edilizia e alla sicurezza del territorio. Sappiamo bene cosa è accaduto a Vicenza e cosa serve per evitare nuovi disastri come l'alluvione.

Ma come si può superare il patto di stabilità e concedere contributi?
Entro il 30 aprile è necessario presentare e firmare il Programma nazionale di riforma. Un documento essenziale per ottenere i contributi europei necessari a raggiungere questo obiettivo e a ridurre il peso fiscale sul lavoro.

Basterebbe questo?
È un passo importante che ci permette di redigere un piano credibile per la restituzione alle imprese delle risorse intrappolate dalla pubblica amministrazione, in ritardo nei pagamenti.

Tra i temi più caldi della campagna elettorale compare quello della disoccupazione giovanile. Come pensa di risolverlo?
Servono politiche incisive con una riduzione del carico tributario sia per chi investe e sia per chi assume. È necessario incentivare la trasformazione dei contratti temporanei in indeterminati.

Il problema è che molti ragazzi non hanno un contratto.
È necessario valorizzare i contratti di apprendistato. Ai quali affiancherei quelli intergenerazionali.

Vale a dire?
Con la riforma previdenziale si dà la possibilità di andare in pensione part-time negli ultimi cinque anni. In questo modo si dà spazio a giovani che verrebbero affiancati ai “vecchi”. Un sistema non solo quantitativo ma anche qualitiativo.

Sono riforme importanti. Crede che in caso di governo il Pd riuscirà a metterle in atto? Credo che ci sia bisogno di un ampio sostegno parlamentare, soprattutto per quanto riguarda temi delicati.

Per esempio?
La diminuzione dei parlamentari, la legge elettorale, la riduzione dei costi della politica.  

Dunque lei non esclude un'alleanza con Monti?
Ripeto, per il momento si corre in solitaria, ma è certo che la nostra costituzione prevede una maggioranza molto ampia per le riforme.

E, quindi, vede di buon grado l'appoggio del premier uscente?
Non c'è alcuna preclusione alle alleanze.

Nel suo caso in particolare si tratterebbe di un ricongiungimento, considerato che proprio la “scelta civica” l'aveva cercata prima che scegliesse di candidarsi con il Pd.
In effetti sono stato conteso. Ma, come ho già ribadito, non vedo contrapposizione.

Lei restituirebbe l'Imu?
Certo, se apriamo il libro dei sogni. Ma la realtà è diversa. Proponiamo un intervento straordinario di riduzione dell'Imu sulla prima abitazione: in primis a chi ne ha bisogno.

E questo non è un sogno?
No, una realtà. Troviamo le risorse all'interno del gettito stesso dell'Imu, aumentando la progressività sulle abitazioni di fascia alta. E passando poi alla redistribuzione.
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Nicola Negrin

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