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Niente ergastolo, la pena
a Fusaro ridotta a 30 anni

CASO TASSITANI. La sentenza della Cassazione riforma l'Appello. Ieri in serata il verdetto definitivo L'imputato prima dell'udienza: «Confido nella sentenza»  La parte civile: «Siamo choccati»

 Il condominio di via Carducci in città dove avvenne l'omicidio
Il condominio di via Carducci in città dove avvenne l'omicidio

 Il condominio di via Carducci in città dove avvenne l'omicidio
Il condominio di via Carducci in città dove avvenne l'omicidio

Dall'ergastolo a 30 anni di carcere. La Cassazione ha ridotto la pena a Michele Fusaro, l'operaio bassanese di 44 anni, che il 12 dicembre 2007 rapì Iole Tassitani, quarantenne figlia del notaio Luigi Tassitani, di Castelfranco, uccidendola nella propria abitazione di via Carducci a Bassano e poi riducendola in pezzi che nascose nel garage. I poveri resti di Iole furono trovati dai carabinieri alla vigilia di Natale. Ieri la conclusione dell'iter giudiziario di questa atroce vicenda. Un delitto che fece inorridire, per spietatezza e modalità, non solo il Bassanese e il Trevigiano ma pure tutta l'Italia. Per quell'omicidio l'assassino venne condannato in primo grado a 30 anni, in appello all'ergastolo e, ieri sera, in via definitiva a 30 anni. La Corte di Cassazione ha dunque accolto il ricorso degli avvocati Piero Longo e Chiara Balbinot, difensori di Fusaro, e annullato senza rinvio la sentenza della Corte di Appello di Venezia che aveva inflitto l'ergastolo all'operaio. La decisione è giunta alle 20.20, ed è stata accolta con amarezza dai legali di parte civile, gli avvocati Fabio Pavone e Roberto Quintavalle.
«Siamo choccati - ha commentato a caldo Pavone - Siamo dispiaciuti per la famiglia di Iole che ha lottato tanto per avere una pena giusta. La speranza, ora, è che almeno questa condanna venga scontata integralmente e che non ci siano sconti di sorta».
«Alla faccia della giustizia!», è sbottato l'avv. Quintavalle dopo la sentenza.
«Eravamo convinti della fondatezza del ricorso- ha replicato dal canto suo la difesa dell'imputato -  Sulla questione delicata del cumulo della pena, la Corte d'Appello ha dato un'interpretazione da noi contestata. E la Cassazione ci ha dato ragione».
L'avvocato Longo ha spiegato come «quell'omicidio, giudicato con rito abbreviato, non meritasse l'ergastolo. ritenendo «trent'anni un pena giusta ed equilibrata».
Due ore di udienza interamente basata su questioni di diritto e non di merito. In sostanza la Corte di Cassazione era chiamata a pronunciarsi sul corretto conteggio della pena decisa dalla Corte d'Assise d'Appello di Venezia che aveva trasformato in ergastolo la condanna di primo grado a 30 anni. Gli avvocati Longo e Balbinot avevano chiesto l'annullamento della sentenza d'appello contestando non solo le modalità di calcolo della pena (in particolare quello del cumulo), ma pure l'ammissibilità del ricorso stesso. Di opposto parere il procuratore generale della Cassazione e gli avvocati di parte civile Pavone e Quintavalle che avevano chiesto il rigetto del ricorso dell'imputato e la conferma dell'ergastolo. Fusaro, che nel frattempo dal carcere di Vicenza è stato trasferito al Due Palazzi di Padova, prima della sentenza aveva espresso fiducia nella decisione della Cassazione confidando nella riduzione della pena dall'ergastolo a trent'anni. «Attendo con trepidazione la decisione della Cassazione», avrebbe confessato alle persone più vicine. Una sentenza, quella giunta ieri sera, che inevitabilmente sarà seguita da polemiche, come già avvenne per quella di primo grado. L'allora ministro delle politiche agricole Luca Zaia affermò che la sentenza rappresentava «un segnale di distacco fra Paese legale e Paese reale». Giancarlo Galan, all'epoca governatore del Veneto, parlò di «sentenza raccapricciante»
Iole Tassitani, fu rapita la sera del 12 dicembre 2007 nel garage dello studio a Castelfranco. Era un mercoledì. Fusaro voleva ottenere un riscatto. Stando agli atti processuali, poche ore più tardi la donna fu uccisa e fatta a pezzi. Come si legge nel capo d'imputazione l'uomo la colpì al collo. L'omicidio avvenne nel salotto dell'abitazione di Fusaro. La donna era riuscita a togliersi la benda dagli occhi.

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Carlo Barbieri

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