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Monti all'Ue: rigore sui conti Berlusconi, linea anti-Merkel

LO SCONTRO ELETTORALE. Il Professore continua ad attaccare le «ricette economiche sbagliate» di Vendola e Cgil
Il premier incontrerà oggi a Berlino la cancelliera Il Cavaliere inaugura la campagna nazionalista Sfida finale a tre in Rai il venerdì prima del voto
La cancelliera tedesca Merkel e il premier Monti: oggi si incontrano
La cancelliera tedesca Merkel e il premier Monti: oggi si incontrano
La cancelliera tedesca Merkel e il premier Monti: oggi si incontrano
La cancelliera tedesca Merkel e il premier Monti: oggi si incontrano

ROMA Nichi Vendola non considera la sua presenza «obbligatoria» in un futuro governo di centrosinistra. Ma, se gli equilibri politici saranno tutti da pesare dopo il voto, dal suo ruolo, secondo Mario Monti, «dipenderà» anche lo spread. Non abbassa i toni né verso il leader di Sel né verso la Cgil il Professore, ricambiato con la stessa moneta dai rivali politici e sociali. Monti, in tour in Europa, comunque tira dritto nell'equazione tra esito del voto, stabilità dei mercati ed eventuali nuove manovre che con lui sarebbero escluse: «La credibilità e la stabilità di un governo e di una maggioranza sono molto importanti per determinare i tassi di interesse, le aspettative del mercato, gli investimenti stranieri. Se ci fosse una coalizione che vince le elezioni che non sembra molto determinata a proseguire la lotta all'evasione fiscale e a proseguire su una linea di stabilità finanziaria, ci possiamo aspettare una maggiore necessità di manovra correttiva». E nel mirino ancora una volta il leader di Sel e la Cgil: «Se lui avesse un grande impatto nel governo e prima che i mercati si accorgano che è un solido cultore della tenuta dei conti magari qualche problemino ci sarebbe». Per non parlare, incalza, della ricetta economica del principale sindacato italiano, errata perché, a suo avviso, «non è con la spesa pubblica che si fa crescita». Accuse di essere fattore di instabilità respinte al mittente. «Non è Sel il rischio per la stabilità, il rischio è la palude e l'ingovernabilità», ribatte Vendola. Ma se il centrosinistra non riescisse a raggiungere il premio di maggioranza al Senato, «io non nuoto nella palude», chiarisce il governatore pugliese. Monti intanto in Europa punta a rafforzare l'immagine di leader credibile all'estero. In vista del Consiglio europeo dedicato al bilancio, ha incontrato a Bruxelles il presidente della Commissione Josè Manuel Barroso, oggi vola a Berlino per un faccia a faccia con la cancelliera Angela Merkel e probabilmente domenica sarà ricevuto a Parigi dal presidente Francois Hollande. Con la cancelliera tedesca si parlerà anche dello stato delle riforme italiane. E, più ad uso degli avversari politici italiani e della campagna elettorale, Monti smentisce l'immagine di leader «morbido» con la Merkel, sostenendo che «in Europa tra i capi di governo, sia pur con modi educati, si sa che io sono l'interlocutore più cocciuto» della cancelliera tedesca. SILVIO NAZIONALISTA. Silvio Berlusconi, invece, si prepara a lanciare una nuova fase della propria campagna «anti tedesca», in concomitanza con l'incontro di Monti con la Merkel. Al centro c'è la difesa della sovranità nazionale. «Per governare ho chiesto e ottenuto il consenso degli italiani e non della signora Merkel», ha scritto ieri su Facebook. Il Cavaliere punta anche al calcio mercato del Milan per far passare il proprio messaggio. E infatti all'arrivo di Mario Balotelli si è subito fatto sentire in chiave nazionalista: «Balotelli ha fatto due gol alla Germania e e ha fatto piangere i tedeschi; l'altro Mario, Monti, ha messo l'Imu e il redditometro e ha fatto piangere gli italiani». Berlusconi prepara intanto un nuovo «contratto con gli italiani» nel quale inserirà il «quoziente familiare», il taglio dell'Irap e la riduzione delle spese statali del 10% nel giro di 5 anni. GRAN FINALE IN RAI. Nessun confronto tv, almeno per ora, ma nell'ultimo giorno di campagna elettorale i tre capi coalizione si sfideranno da vicino. Saranno Mario Monti, Pier Luigi Bersani e Silvio Berlusconi a chiudere il 22 febbraio la cavalcata verso il voto. La Commissione di Vigilanza ha modificato il regolamento sulla par condicio e ha deciso che le conferenze stampa finali dei leader si terranno in un'unica serata. I tre interventi dovrebbero comunque rimanere separati e la successione essere decisa con sorteggio.

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