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Majolini, l'uva di famiglia è vino da cinquecento anni

IL VINO. Bollicine in abbinamento col baccalà. Franciacorta, la Casa ha lo stesso appellativo della propria uva
Ezio Majolini &#232; stato anche presidente del Consorzio Franciacorta
Ezio Majolini &#232; stato anche presidente del Consorzio Franciacorta
Ezio Majolini &#232; stato anche presidente del Consorzio Franciacorta
Ezio Majolini &#232; stato anche presidente del Consorzio Franciacorta

«Il Franciacorta lo produciamo ufficialmente dal 1981, ma la vite è nella nostra famiglia da 500 anni. Produciamo vino da cinque secoli». A parlare è Ezio Majolini, dell'omonima Cantina bresciana che ha sede a Valle di Ome, in Franciacorta. È orgoglioso di portare il nome di un'uva, la Majolina, vitgno autoctono che loro hanno recuperato: il che spiega tutto sull'attività di viticultori e sulla storia familiare, che è intrisa di passione. Ha portato le sue bollicine alla serata “Franciacorta & baccalà” organizzata alle “Due Spade” ed è soddisfatto per il risultato ottenuto. Racconta della famiglia (che come principale attività ha un'industria meccanica) e della passione per il vino: in precedenza conduceva da solo l'attività, adesso in prima fila c'è il nipote Simone. Enologo è Jean Pierre Valade, professore all'Istituto enologico della Champagne) assieme a Cesare Ferrari, mentre cantiniere è Burce Iulian, un ventinovenne che lavora con passione in azienda da sette anni.
Settanta ettari, 180 mila bottiglie prodotte complessivamente, metà della produzione della Majolini è destinata al brut, un blanc de noir, pinot nero al 100%. Ma davvero interessante è il rosè Altéra: appena 6.500 bottiglie, un pinot nero in purezza che deve il suo splendido colore al contatto del mosto con le bucce scure del grappolo, processo che si indica come “criomacerazione”). Ottenuto in un modo così naturale, il suo colore cambia ogni anno, in base alle bucce, e non ama la luce.
Ezio Majolini, che è stato anche presidente del consorzio del Franciacorta, è orgoglioso del suo prodotto, come del Riserva Valentino, dal nome che celebra il fondatore: il vino resta sui lieviti dieci anni.

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