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Madri e padri,
la scelta
di generare

Nel pomeriggio mons. Piero Coda e lo psicologo Osvaldo Poli sul significato della paternità
Tahar Ben Jelloun
Tahar Ben Jelloun
Tahar Ben Jelloun
Tahar Ben Jelloun

27 maggio. Venerdì doppio appuntamento con lo scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun, chiamato a Vicenza per concludere la rassegna “Dire Poesia” in collaborazione con il Festival Biblico. Romanziere, saggista e giornalista di fama internazionale, Ben Jelloun incontrerà in mattinata gli studenti delle scuole superiori presso il Palazzo delle Opere Sociali, mentre alle 18 dialogherà con il poeta Paolo Ruffilli presso le Gallerie di Palazzo Leoni Montanari. In consonanza con il tema del Festival Biblico 2011 - “di Generazione in Generazione” - la conversazione prende il titolo da un’opera autobiografica dello scrittore: “Mia madre, la mia bambina”. Un testo di grande forza emotiva, nel quale Ben Jelloun raccontava - con commossa devozione filiale - cosa significa accompagnare la propria madre in una malattia come l’Alzheimer. Ma è per le nuove generazioni che lo scrittore ha espresso parole d’incitamento nel suo recente saggio La rivoluzione dei gelsomini (Bompiani 2011), sottolineando l’importanza di un movimento popolare che, messo da parte lo spauracchio del “nemico occidentale”, ha saputo sollevarsi contro i suoi reali nemici. Quelli interni. Cosa meritano Mubarak, Ben Ali, Gheddafi e compagnia? «Non chiedo la loro esecuzione, ma che siano giudicati da un tribunale internazionale. E anche da un tribunale nazionale».
Da non perdere neppure un incontro pomeridiano dedicato, però, alla figura del padre: si torna al Palazzo delle Opere Sociali alle ore 18 per la lectio magistralis di mons. Piero Coda, teologo e preside dell’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, insieme a Osvaldo Poli, psicoterapeuta e autore di numerose pubblicazioni divulgative. “La figura paterna di Dio, la figura paterna dell’uomo” è il titolo dell’incontro che affronterà anche due diversi modi di essere “padre”: quello in famiglia e l’altro, tutto particolare, vissuto dai sacerdoti. Generare nel sangue, generare nello spirito. Per Poli lo stile educativo del padre è l’incoraggiamento, affinché il figlio non abbia paura di accettare il dolore, la rinuncia e il sacrificio, necessari per rendere buona la vita. Per mons Coda la paternità divina implica un permanente stato di stupore del cuore e dell’intelligenza, oltre che di responsabilità. «La rivelazione del Padre - spiega - dischiude l’orizzonte più vasto e più nuovo che si possa pensare. Con la rivoluzione, anche a livello sociale e culturale, più profonda e costruttiva. Ma occorre, come Gesù, vivere da figli, sempre rivolti verso il Padre e prendendo a nostro cibo quotidiano la sua volontà di amore».

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