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Lista Monti a Padova sull'energia

Un momento della presentazione di questa mattina a Padova della lista Monti sull'energia
Un momento della presentazione di questa mattina a Padova della lista Monti sull'energia
Un momento della presentazione di questa mattina a Padova della lista Monti sull'energia
Un momento della presentazione di questa mattina a Padova della lista Monti sull'energia

PADOVA. «La centrale elettrica di Porto Tolle ha già perso 300 milioni di finanziamento europeo per la realizzazione di un impianto pilota per la dimostrazione della tecnologia di cattura dell’anidride carbonica. Le pastoie burocratiche infatti hanno impedito di portare a termine la procedura di assegnazione di fondi comunitari nell’ambito del programma NER 300».



Giuseppe Zollino, responsabile tematico Energia e Ambiente di Italia Futura nazionale e candidato di “Scelta Civica” in Puglia (è di origine pugliese ma padovano di adozione, insegna all’università patavina “Tecnica ed economia dell’energia”), ha presentato questa mattina a Padova il programma della lista Monti in tema di politica energetica, come continuazione delle linee individuate nel documento di strategia energetica nazionale che il governo Monti ha pubblicato a novembre.



Zollino è delegato nazionale del Comitato Energia del settimo programma quadro a Bruxelles ed ha avuto esperienza per 5 anni nel Palamento Europeo come membro del Segretariato della Commissione parlamentare che si occupa di industria, ricerca ed energia.



Il caso di Porto Tolle è stato fatto per spiegare la necessità di riordinare i processi decisionali sulle infrastrutture strategiche da effettuare tramite una riforma del titolo V della Costituzione e introducendo in Italia l’istituto del dibattito pubblico sul modello delle democrazie europee più mature.



Quello dell’energia è un settore che deve poter diventare un asset strategico per lo sviluppo economico e la creazione di buona occupazione nel nostro Paese e nella nostra regione (che, va ricordato, produce energia elettrica solo per il 47% del suo fabbisogno elettrico), purché, secondo il professor Zollino, non si proceda come si è proceduto finora con incentivi a fondo perduto che hanno aiutato l’anello finale della filiera (gli installatori) ma non sono stati in grado di far crescere un settore industriale italiano dell’efficienza energetica e delle Rinnovabili (i migliaia di pannelli solari e soprattutto fotovoltaici installati in questi anni erano prima “made in Germany” e ora sono tutti “made in China”).



«L’Italia ha impegnato 120 miliardi di euro per i prossimi 20 anni nelle incentivazioni a fondo perduto al settore fotovoltaico ma ora che gli incentivi sono drasticamente diminuiti il settore si sta sgonfiando senza lasciare niente – ha denunciato il prof. Zollino -. Lo possiamo rilanciare non con nuovi incentivi, essendo esaurite le risorse pubbliche, ma puntando su innovazione e internazionalizzazione. Con molte meno risorse avremmo potuto incentivare la nascita e lo sviluppo di un’industria nazionale nel settore dell’efficienza energetica e delle Rinnovabili. Sovvenzionando bolle speculative non si crea industria né posti di lavoro».



E nemmeno si mette a punto una strategia complessiva per rendere il nostro Paese meno dipendente dal punto di vista energetico e per abbattere i costi dell’energia che sono i più alti d’Europa con una penalizzazione forte della nostra industria.



Il governo Monti ha cominciato a lavorare in questa direzione varando il Piano energetico nazionale per rendere la produzione da fonte rinnovabile più sostenibile in senso pieno cioè più integrata nel mercato e più collegata allo sviluppo della rete e per privilegiare i settori industriali con più forte presenza dell’industria nazionale. Il prossimo governo dovrà continuare su questa strada con una visione chiara di quello che serve al Paese. Le politiche energetiche e ambientali non sono infatti disgiunte dalle politiche per il rilancio economico e per l’occupazione, anzi devono diventare motori di sviluppo economico.



Decidere cosa si vuole fare in campo energetico e ambientale ha infatti ricadute pesanti sullo sviluppo e sull’occupazione. “Scelta Civica” ha chiare le priorità che sono un cambio di passo radicale con quanto fatto finora con l’incentivazione a fondo perduto che non ha saputo creare filiere industriali made in Italy.



Con i 180 miliardi impegnati per i prossimi 20 anni a incentivare il settore delle Rinnovabili (120 solo per il fotovoltaico) ad esempio si sarebbero potuti fare interventi più redditizi per il Paese e più strategici, basti pensare che per mettere in sicurezza idrogeologica la nazione basterebbero 60 miliardi di euro.



Le proposte di “Scelta Civica” sono chiare:



-          Rafforzare l’efficienza energetica, liberando l’enorme potenziale di interventi che si ripagano da soli per effetto del risparmio energetico che consentono. Ad esempio intervenendo sul patrimonio edilizio pubblico e privato (il problema del credito, con gli interessi che sfiorano il 9%, può essere superato creando un fondo di rotazione per il credito agevolato per le Esco).



-          Integrare le Rinnovabili nel mercato; in particolare per quelle elettriche ordinare il loro sviluppo con gli sviluppi di rete elettrica inclusa la capacità di accumulo necessaria per rendere disponibile energia nel momento in cui c’è la domanda. Attualmente l’energia prodotta da fotovoltaico ad esempio viene sprecata perché la massima produzione (giorno) e il massimo consumo (sera) non coincidono, con uno spreco non solo di energia ma anche di denaro (gli incentivi finora hanno premiato la produzione non il consumo). Un esempio di tecnologia che aiuta a integrare nella rete elettrica l’energia prodotta da fonte rinnovabile sono gli accumulatori prodotti dalla vicentina Fiamm, azienda che il premier Mario Monti visiterà mercoledì 6 febbraio per conoscere e incoraggiare un’eccellenza italiana.



-          Aiutare le filiere nazionali in tutti gli ambiti, dall’efficienza energetica alle Rinnovabili, in modo che gli obblighi che vengono dagli accordi internazionali in ordine all’innovazione necessaria dell’energia si traducano in motore di crescita e occupazione e non siano soltanto un costo per il sistema.



Nell’incontro tenutosi questa mattina al Caffè Pedrocchi sono intervenuti anche Germano Zanini, imprenditore veronese della green economy (e anch’egli candidato alla Camera di “Scelta Civica”), il capolista al Senato Gianpiero Dalla Zuanna, i candidati Fabio Gava (Senato) e Domenico Menorello (Camera), oltre al coordinatore della campagna elettorale Diego Bottacin e all’ex sindaco di Padova Giustina Destro.

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