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«Lega dai volti nuovi, segno di credibilità»

LE INTERVISTE AI CANDIDATI. La vicesindaco di Trissino nel 2012 ha avuto un'emorragia cerebrale e una lunga convalescenza. Con il “premio” è certa di essere eletta. Erika Stefani solo un anno fa era in fin di vita e ora vede il Senato: «Tosi ha voluto me e altri giovani per riconquistare la fiducia»
Erika Stefani, 41 anni, candidata della Lega nord al Senato
Erika Stefani, 41 anni, candidata della Lega nord al Senato
Erika Stefani, 41 anni, candidata della Lega nord al Senato
Erika Stefani, 41 anni, candidata della Lega nord al Senato

Un anno fa la sua vita era appesa a un filo: in coma, dopo un'emorragia cerebrale. Oggi, dopo una lunga convalescenza, è tornata a vivere: una «seconda vita», dice lei, Erika Stefani, avvocato, vicesindaco di Trissino e ora candidata al Senato, quinta nella lista della Lega nord. È uno dei volti nuovi del Carroccio, un partito che, per voce del suo segretario veneto Flavio Tosi nell'ultimo spot televisivo, ammette di «non aver portato a Roma quello che era stato promesso», ma di «aver avuto il coraggio di cambiare».

Erika Stefani, a un anno dal dramma è candidata al Senato con buone probabilità d'elezione: si sente miracolata?
Se penso a come stavo un anno fa, in questo periodo, a volte sono incredula. Dopo l'emorragia cerebrale, il primario Lorenzo Volpin e il reparto di neurochirurgia del San Bortolo mi hanno salvato la vita. Sono poi stata operata altre due volte, il mio percorso clinico è finito a maggio. Al risveglio dal coma mi sono chiesta che cosa avrei potuto dare in questa seconda vita: nei primi mesi è stata dura, ma poi sono migliorata molto.

Si sente di “ringraziare” l'ex tesoriere Belsito e il cerchio magico per la sua candidatura?
(Sorride).

In fondo senza la caduta di quella Lega non ci sarebbe stata l'infornata di volti nuovi... Persone come me possono aver trovato uno spazio anche in virtù di un momento storico particolare per la Lega. Tosi ha voluto candidati giovani e con esperienza amministrativa per recuperare fiducia dopo quei fatti che, pur da accertare, hanno minacciato la credibilità del movimento.

Crisi superata?
Il rinnovamento è un segno tangibile della nostra credibilità. D'altra parte, del passato c'è tanto di buono da conservare: il nostro obiettivo è raccogliere l'eredità dei nostri predecessori, da Stefano Stefani a Manuela Dal Lago a Paolo Franco.

La Lega è tornata alleata del Pdl. Come spiegate questa retromarcia rispetto agli intenti dichiarati agli elettori delusi?
È vero che la nostra base non ha digerito bene questo accordo, ma era necessario farlo per vincere in Lombardia: è fondamentale per conservare e rinforzare la nostra posizione al Nord. Qui dobbiamo giocarci la nostra battaglia.

Questo messaggio “regionalista” non rischia di essere un handicap in Veneto, dove si vota solo per le Politiche?
Non credo. L'importante è distinguere il valore della Lega in sè e il valore del voto alla Lega. Noi portiamo avanti il nostro programma, naturalmente con la forza che avremo, in base al numero di parlamentari eletti.

Che cosa vorrebbe fare da senatrice?
Vorrei essere un riferimento per il Vicentino e per la valle dell'Agno, un trait d'union tra Roma e il territorio. Nel merito, vorrei lavorare per una semplificazione normativa: oggi c'è una tale confusione nelle leggi che si traduce in costi per l'economia e le imprese.

Alla tavola rotonda di Confesercenti ha indicato come priorità il rilancio dei consumi. Come si ottiene?
Solo riducendo le tasse, ma per ridurle bisogna prima tagliare la spesa pubblica: è questa la prima azione che dovrà fare il prossimo governo, di qualunque colore sarà. Per noi, poi, il federalismo fiscale resta l'obiettivo.

Secessione, devolution, federalismo fiscale: sono le mete o i miti della Lega?
Io voglio parlare del federalismo fiscale, che la Lega ha portato all'interno del dibattito politico fino a farlo diventare un argomento usato anche da altri partiti. Per noi oggi vuol dire trattenere almeno il 75% delle tasse al Nord.

Ma il federalismo fiscale è stato stoppato dal governo tecnico. Non sarà facile riportarlo nell'agenda della politica...
Non sarà facile, ma bisogna perseverare. È una necessità, anche per ridare fiato ai Comuni e agli enti locali. La prima cosa da correggere è l'impianto dell'Imu, il cui gettito deve restare nei territori. E con le risorse nel territorio si possono finanziare le infrastrutture e far ripartire l'economia.

Qual è l'infrastruttura prioritaria per il Veneto?
La Valdastico Nord.

Alle elezioni ci saranno tre partiti venetisti a farvi concorrenza. Temete una fuga di voti in quella direzione?
Non credo che l'elettorato che apprezza la Lega possa essere attirato da questi movimenti. Noi abbiamo un programma più realistico e realizzabile del loro.

Tosi dice che alcuni ex leghisti delusi sono attirati da Grillo...
I grillini riscuotono curiosità e hanno un leader carismatico, ma l'elettore deve rendersi conto di cosa e chi va a sostenere: il candidato non è Grillo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Scorzato

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