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Le condizioni per non disperdere il momento magico generato dall’inaugurazione della Basilica

di Giancarlo Corò
Mostra in basilica
Mostra in basilica
Mostra in basilica
Mostra in basilica

Una settimana fa l'inaugurazione della Basilica restaurata ha rappresentato per Vicenza, e non solo, la riscoperta di un tesoro prezioso. Nonostante sia da sempre il monumento principe della città, in molti siamo rimasti sorpresi ed emozionati di fronte al suo rinnovato splendore. Il sentimento che tale riscoperta ha suscitato non attiene solo la bellezza esteriore, ma qualcosa di più profondo, che riguarda la nostra identità culturale quale espressione di una storia comune e di come ci presentiamo al mondo. Per troppi anni questo simbolo dell'identità vicentina era rimasto senza una funzione utile che non fosse lasciarsi ammirare come una memoria del passato. Oggi, grazie al notevole restauro e alla mostra d'arte accolta al suo interno, scopriamo che la Basilica del Palladio può invece essere un'opera viva che continua ad accompagnare il nostro sviluppo culturale, civile ed economico. Adesso dobbiamo fare in modo che quando la mostra chiuderà i battenti non svanisca anche questo momento magico. Immaginare un futuro per la Basilica non significa, tuttavia, guardare solo al suo sfruttamento economico, quanto convincerci che la cultura può davvero diventare parte di un nuovo processo di sviluppo della città. In questa prospettiva dobbiamo però distinguere due modi di guardare alla cultura come leva di una crescita sostenibile. Il primo è la cultura come “settore", ovvero un insieme di attività di produzione artistica e dello spettacolo, nonché di conservazione del patrimonio, il cui impatto economico è misurato dal numero di fruitori paganti, dall'interesse degli sponsor e dall'indotto turistico creato. Si tratta di un settore già oggi importante, destinato a crescere ulteriormente in futuro e che avrà integrazioni sempre più strette con le nuove tecnologie dei media. Alcune stime ci dicono che l'industria culturale interessa in Italia almeno 600mila occupati diretti, ma il valore è certamente maggiore guardando all'effetto leva sul turismo. Bisogna tuttavia essere consapevoli che poche iniziative culturali riescono ad auto-sostenersi attraverso il solo contributo dei visitatori. La stessa mostra organizzata in Basilica ha avuto bisogno del contributo di importanti sponsor finanziari, senza i quali difficilmente avrebbe visto la luce. Il ritorno economico complessivo, in termini di immagine e spesa turistica, può tuttavia ripagare l'investimento da parte di sponsor e istituzioni. Recenti ricerche hanno mostrato che ogni euro speso per una iniziativa culturale può generare per la città che la ospita fino a quattro euro di spesa complessiva. Attenzione però, poiché può anche portare a benefici limitati ed effimeri. Ciò dipende dai legami fra l'offerta culturale e il luogo in cui si svolge. Questo ci porta al secondo modo di guardare al rapporto fra cultura e sviluppo. Se la cultura è espressione delle capacità intellettuali, artistiche e morali di una comunità, dobbiamo renderci conto che essa non è solo un settore in sé, ma una risorsa fondamentale per alimentare creatività, qualità e innovazione in tutti i settori dell'economia. In tale prospettiva la Basilica può allora diventare uno straordinario veicolo attraverso cui promuovere e intercettare i circuiti mondiali della creatività artistica, industriale e tecnologica che interessano il made in Italy. Non solo, dunque, mostre di quadri, ma laboratori con i migliori designer orafi internazionali, sulle espressioni artistiche collegate ai tessuti, agli arredi, all'architettura. In questo modo l'impatto economico per la città verrebbe massimizzato. Del resto, se la Basilica stessa è stata, fin dall’inizio, una sintesi di bellezza e tecnologia, la sua forza simbolica è continuare ad indicarci in questo legame una strada possibile per il futuro. COPYRIGHT

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