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L’impegno di rendere viva la casa del Palladio

Mostra in basilica
Mostra in basilica
Mostra in basilica
Mostra in basilica

Andrea Palladio sarebbe contento.Sputòsangue,verso la metà del Cinquecento, prima per vedere approvato il suo progetto più ambizioso e poi per vederne avviati i lavori. LaBasilica costòunafortuna, 60 mila ducati, che nel 500 non erano bruscolini, ma diventò il simbolo della città, il punto di riferimento della comunità. In avvio di terzo millennio c’è voluta una fortuna anche per restaurarla, mal’assegno di22 milioni, euro più, euro meno, firmato dalla Fondazione Cariverona, oggi viene idealmenteincassatodatutti coloro che avranno l’opportunità di tornare a sfruttare questa meraviglia. Per questo Palladio sarebbecontento. Perchéilsuogenio è servito a fare di Vicenza una città destinata ad affermarsi e a distinguersi nei secoli. Una città sbrecciata dalla crisi che però sa rimboccarsi le maniche e, con questo suo simbolo tornato a splendere, anticipa idealmente una ripresa che non può non arrivare. Saràemozionantemuoversi tra Raffaello e Picasso, ospitati nella casa di Palladio insieme a moltissimi altrigrandiartisti di varieepoche. E la grande mostra che si inaugura oggi è la prima tappa di una corsa, entusiasmante, che impegna tutti a nonlasciare disabitata la casa dei vicentini, a fare inmodo che ci sia sempre tanta gente. Non ci sono medagliette partitichedaattribuire, vistocheilmeritovaspartito tra centrodestra, che con Enrico Hüllweck avviò l’idea, e centrosinistra, che con Achille Variati l’ha portata a compimento. La Basilica e le meraviglie che ospita oggi, insieme a quelle che ospiteràdomani,sonobipartisan. Palladio non capirebbemasarebbe d’accordo.

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