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L'arrivo in Laos

Un tempio buddista lungo la strada
Un tempio buddista lungo la strada
Un tempio buddista lungo la strada
Un tempio buddista lungo la strada

JINGHONG. Dopo un interminabile viaggio da Wuhan, passando per Kumming, prima in treno e poi in autobus, raggiungiamo JINGHONG ai confini con il Laos e Birmania nel sud dello Yunnàn. Il paesaggio è cambiato completamente, le colline sono ricoperte da un mantello di giungla tropicale con ceppi di bambù alte decine di metri. Nell'altopiano attraversato dal Mekong, la campagna è fertile e produce ortaggi di ogni tipo, accanto ad ampi bananeti.Con il caldo cambiano anche i visi, non i tratti del volto, quelli sono cambiati diverse volte da quando siamo partiti, prima in Russia, poi in Mongolia, poi in Cina, ma ciò che cambia ora è il sorriso. Il sole e il caldo sembra dare energia alle persone per sorridere o forse ci piace pensare così. Saliamo con un autobus a Mènghùn, un villaggio a 70 km che oramai è una piccola cittadina.
L'atmosfera e piacevole, decine di donne delle varie minoranze etniche raggiungono il mercato con i prodotti coltivati tra le colline e nella campagna circostante. Il giorno successivo dopo questa breve pausa riscendiamo per raggiungere il confine con il Laos che dista circa duecento km. Ci arriviamo dopo sei ore con diversi mezzi, tra i quali anche un carretto - bicicletta. L'edificio di frontiera che funge da porta di ingresso e uscita della Cina è imponente così come lo era la stazione di confine all'uscita dalla Mongolia, quasi a voler presentare la grande potenza economica che rappresenta la Cina Dopo le formalità doganali siamo finalmente in territorio laotiano. Ci lasciamo volentieri dietro di noi 4000 km di terra per certi versi misteriosa e incomprensibile dove è stato difficile farsi capire anche con parole semplicissime come: caffè, birra, autobus, ciao, grazie, ovviamente suggerite in inglese. Ma al di là delle fatiche dettate dalla difficoltà di comunicare ci lasciamo anche un paese pieno di incontri e di tanti sorrisi.

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