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Il Pdl mette fine alla sfida interna: «Noi garantisti»

GIUSTIZIA & POLITICA. Dopo la sentenza della Corte d'Appello. Zanettin commenta l'assoluzione del sindaco Olivo «Qualcuno ha voluto strumentalizzare il caso Ma noi non siamo un partito giustizialista»
Zanettin chiude le polemiche che sono nate all'interno del Pdl
Zanettin chiude le polemiche che sono nate all'interno del Pdl
Zanettin chiude le polemiche che sono nate all'interno del Pdl
Zanettin chiude le polemiche che sono nate all'interno del Pdl

La soddisfazione di Pierantonio Zanettin è doppia: era convinto di averci visto giusto e la Corte d'Appello gliel'ha confermato. «È con legittimo orgoglio e vanto che siamo qui», ha esordito l'ex parlamentare, ora ricandidato per il Pdl. Al suo fianco il sindaco di Romano d'Ezzelino, Rossella Olivo, che lunedì è stata prosciolta con formula piena dopo che la sentenza di primo grado l'aveva condannata a un anno e quattro mesi per tentativo di concussione politica nei confronti dell'ex capogruppo Giampaolo Lorenzato. «Un fatto che - dichiara Zanettin - aveva assunto un raggio più ampio a causa delle polemiche strumentali sollevate per le candidature politiche del Pdl».
CERTEZZA. Il vice-coordinatore provinciale del Pdl si dichiara molto soddisfatto per la richiesta di annullamento della sentenza da parte del pubblico ministero, perché ciò significa che questa «non può più essere discussa e sarà quindi cancellata definitivamente». Una conferma in più per Zanettin, che non fa comunque mistero del fatto che «eravamo consapevoli che Rossella Olivo fosse indagata quando l'abbiamo candidata al Senato». Una condanna che però non è stata vista come uno sbarramento: «In primo luogo - prosegue Zanettin - siamo degli avvocati e abbiamo la capacità di discernere se il fatto sia strumentale o politico e questo - sottolinea - era certamente del primo caso».
Ma soprattutto, Zanettin richiama a un principio fondamentale del Pdl: «Non siamo un partito giustizialista - afferma - ma abbiamo sempre fatto del garantismo la nostra bandiera. Poi era chiaro che il fatto non fosse ostativo dal punto di vista legale né politico». In conclusione, Zanettin era certo che la questione si sarebbe risolta con segno positivo. «Le scelte che abbiamo operato - assicura - sono consapevoli e opportune. Come se non bastasse, ora abbiamo avuto anche il vaglio della magistratura che ha scagionato del tutto Rossella Olivo».
BERLATO. È di una settimana fa il dossier srotolato dal coordinatore provinciale del Pdl, Sergio Berlato, sulla Olivo, presentato in occasione della presentazione dei candidati Pdl per il Veneto alle elezioni politiche. Un'"informativa" che il sindaco di Romano, fresca di proscioglimento, non vuole commentare. «Si vede che Berlato non mi conosce, e io non conosco lui. Quindi non ho nulla da dirgli». Con una postilla, poi, più ad ampio raggio: «Mi piacerebbe - dichiara - che chi ha strumentalizzato queste argomentazioni contro di me, giustificando che era corretto farlo nei confronti dei cittadini, ora pubblicizzasse altrettanto l'assoluzione con formula piena». Della stessa corrente di pensiero è Zanettin: «Sono fatti di una tale evidenza che si commentano da soli».
VITA E POLITICA. Olivo si dichiara soddisfatta «sia dal punto di vista personale che politico». In primo luogo, il sindaco di Romano ammette di essersi «tolta un peso, perché mi considero una brava persona». Per quanto riguarda poi l'aspetto politico, Olivo sostiene che «la soddisfazione è doppia. La sentenza è una lezione per chi sta nella politica, perché questa non si fa nelle aule di tribunale».
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Giulia Guglielmi

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