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Il Mir di Samorì affonda il Pdl: «È finito»

CENTRODESTRA IN FIBRILLAZIONE. Il movimento fa parte della coalizione di Berlusconi ma non risparmia parole al veleno nei confronti del Popolo della libertà. Il leader dei Moderati in rivoluzione va all'attacco: «È un partito vecchio che guarda solo al passato Restituire l'Imu? No, investiamo i soldi in cultura»
Gianpiero Samorì e Gerardo Meridio hanno presentato ufficialmente il movimento Mir. COLORFOTO
Gianpiero Samorì e Gerardo Meridio hanno presentato ufficialmente il movimento Mir. COLORFOTO
Gianpiero Samorì e Gerardo Meridio hanno presentato ufficialmente il movimento Mir. COLORFOTO
Gianpiero Samorì e Gerardo Meridio hanno presentato ufficialmente il movimento Mir. COLORFOTO

C'è chi decide di «salire in politica» e chi preferisce «scendere nell'arena». Uno su tutti? Gerardo Meridio, che d'ora in poi dovrà essere chiamato con un nuovo nome. «Pensando a un film ho scelto “Il Gladiatore”», annuncia il consigliere comunale che nella giornata di ieri ha lanciato la sua doppia sfida, per le politiche e per le amministrative, assieme a Gianpierò Samorì, leader del nuovo movimento dei moderati, Mir. «Avete presente la scena che vede il protagonista scendere sul campo per sfidare l'imperatore romano? Quando si trova nell'arena, faccia a faccia con il suo avversario, gli spiega chi è dicendo: sono Massimo Decimo... Meridio. Ecco, io sono Gerardo e ho scelto questo film per la mia battaglia».
DAL GLADIATORE A GANDHI. Certo, i paragoni in casa Mir non mancano. E se Meridio scomoda Il Gladiatore, Samorì chiama in causa Gandhi. «Noi moderati in rivoluzione - attacca dalla sala conferenze del Gran Caffè Garibaldi - ci troviamo nella stessa condizione. Crediamo in un'idea e andiamo avanti per la nostra strada; all'inizio ci ignoreranno, poi ci combatteranno, cercheranno quindi di metterci i bastoni tra le ruote, ma alla fine ci seguiranno». Il messaggio dell'imprenditore di Modena è universale. «Tutti guardano indietro, mentre noi siamo proiettati in avanti».
CONTRO IL PDL. E la critica non risparmia nemmeno il Pdl, alleato di coalizione e partito per il quale Samorì si era candidato alle primarie: «Sono rivolti al 1994, mentre noi al 2100. Questa è la differenza tra noi e il Popolo della libertà: c'è un modo di fare politica diverso, che ormai è finito. Ma hanno vita breve: sono convinto che dopo le elezioni diventerò il leader dei moderati e allora la musica cambierà». Ascoltando le parole, e le promesse, il leader di Mir sembra guadagnarsi l'etichetta di rivoluzionario. «Basta guardare alle liste - continua - noi non abbiamo inserito nessun parlamentare uscente, a differenza del Pdl. Senza dimenticare che non facciamo promesse». Il riferimento non è casuale: «Il prossimo annuncio di Berlusconi? Mettere un bancomat che regala banconote da 100 mila euro. Ovviamente verrà detto che non ci sono soldi». E ancora sull'Imu: «La restituzione della tassa versata nel 2012 non ha senso. Dobbiamo utilizzare i soldi per scuola, istruzione e cultura».
RIVOLUZIONE. Samorì ne ha per tutti. E nel ciclone finisce anche il vicecoordinatore regionale Pdl Marino Zorzato che nei giorni scorsi ha chiesto ad Alfano di «non far salire sul tram del partito chi è sceso un mese fa». «Questo affermazione - commenta - dimostra tutta la sua poca intelligenza e la scarsa conoscenza delle regole della politica. Quando sarò leader dei moderati, dopo le elezioni, chiederò le sue dimissioni». «Il Pdl - aggiunge Gerardo Meridio - è superato. Samorì è il Renzi del Popolo della libertà. Abbiamo intrapreso la strada del cambiamento».
CAMBIAMENTO. L'imprenditore di Modena non si nasconde: «Sono autosufficiente dal punto di vista economico, non ho mai commesso reati e non ho evaso le tasse. Io non ho paura di dire le cose: la politica per troppo tempo è rimasta distante dalle aziende. Bisogna traslare l'inefficienza. Una soluzione? Una banca pubblica per le imprese».  © RIPRODUZIONE RISERVATA

Nicola Negrin

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