C'è chi decide di «salire in politica» e chi preferisce «scendere nell'arena». Uno su tutti? Gerardo Meridio, che d'ora in poi dovrà essere chiamato con un nuovo nome. «Pensando a un film ho scelto “Il Gladiatore”», annuncia il consigliere comunale che nella giornata di ieri ha lanciato la sua doppia sfida, per le politiche e per le amministrative, assieme a Gianpierò Samorì, leader del nuovo movimento dei moderati, Mir. «Avete presente la scena che vede il protagonista scendere sul campo per sfidare l'imperatore romano? Quando si trova nell'arena, faccia a faccia con il suo avversario, gli spiega chi è dicendo: sono Massimo Decimo... Meridio. Ecco, io sono Gerardo e ho scelto questo film per la mia battaglia».
DAL GLADIATORE A GANDHI. Certo, i paragoni in casa Mir non mancano. E se Meridio scomoda Il Gladiatore, Samorì chiama in causa Gandhi. «Noi moderati in rivoluzione - attacca dalla sala conferenze del Gran Caffè Garibaldi - ci troviamo nella stessa condizione. Crediamo in un'idea e andiamo avanti per la nostra strada; all'inizio ci ignoreranno, poi ci combatteranno, cercheranno quindi di metterci i bastoni tra le ruote, ma alla fine ci seguiranno». Il messaggio dell'imprenditore di Modena è universale. «Tutti guardano indietro, mentre noi siamo proiettati in avanti».
CONTRO IL PDL. E la critica non risparmia nemmeno il Pdl, alleato di coalizione e partito per il quale Samorì si era candidato alle primarie: «Sono rivolti al 1994, mentre noi al 2100. Questa è la differenza tra noi e il Popolo della libertà: c'è un modo di fare politica diverso, che ormai è finito. Ma hanno vita breve: sono convinto che dopo le elezioni diventerò il leader dei moderati e allora la musica cambierà». Ascoltando le parole, e le promesse, il leader di Mir sembra guadagnarsi l'etichetta di rivoluzionario. «Basta guardare alle liste - continua - noi non abbiamo inserito nessun parlamentare uscente, a differenza del Pdl. Senza dimenticare che non facciamo promesse». Il riferimento non è casuale: «Il prossimo annuncio di Berlusconi? Mettere un bancomat che regala banconote da 100 mila euro. Ovviamente verrà detto che non ci sono soldi». E ancora sull'Imu: «La restituzione della tassa versata nel 2012 non ha senso. Dobbiamo utilizzare i soldi per scuola, istruzione e cultura».
RIVOLUZIONE. Samorì ne ha per tutti. E nel ciclone finisce anche il vicecoordinatore regionale Pdl Marino Zorzato che nei giorni scorsi ha chiesto ad Alfano di «non far salire sul tram del partito chi è sceso un mese fa». «Questo affermazione - commenta - dimostra tutta la sua poca intelligenza e la scarsa conoscenza delle regole della politica. Quando sarò leader dei moderati, dopo le elezioni, chiederò le sue dimissioni». «Il Pdl - aggiunge Gerardo Meridio - è superato. Samorì è il Renzi del Popolo della libertà. Abbiamo intrapreso la strada del cambiamento».
CAMBIAMENTO. L'imprenditore di Modena non si nasconde: «Sono autosufficiente dal punto di vista economico, non ho mai commesso reati e non ho evaso le tasse. Io non ho paura di dire le cose: la politica per troppo tempo è rimasta distante dalle aziende. Bisogna traslare l'inefficienza. Una soluzione? Una banca pubblica per le imprese». © RIPRODUZIONE RISERVATA