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Foligno
si veste
per la Quintana

ITINERARI. Da domani al 16 giugno il centro umbro si trasforma per la sfida tra i dieci quartieri in pieno XVII secolo. La Giostra accende la cittadina e moltiplica le taverne nei rioni  I cavalieri gareggiano per l'anello tra 600 figuranti in costume
In alto le cene in centro a Foligno; qui sopra la gara finale allo stadio
In alto le cene in centro a Foligno; qui sopra la gara finale allo stadio
In alto le cene in centro a Foligno; qui sopra la gara finale allo stadio
In alto le cene in centro a Foligno; qui sopra la gara finale allo stadio

Nicola Negrin
FOLIGNO
Il nome inganna. Si potrebbe pensare a un gioco o a una semplice gara. Ma in realtà la Giostra della Quintana è molto di più, è un mix di tradizione, storia e folklore. Un evento che coinvolge l'intera Foligno, facendola tornare indietro per quindici giorni - due volte all'anno - al XVII secolo. Non solo nell'apparenza, con tanto di costumi e rimandi, ma anche nella sostanza, visto il clima che si respira tra i borghi della città umbra.
L'EVENTO. L'appuntamento (in programma a Foligno dall'1 al 16 giugno, giorno della sfida) riprende una tradizionale gara a cavallo che si proponeva di determinare la graduatoria di priorità per un cavaliere d'onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Una sfida di abilità: dieci cavalieri – portabandiera di altrettanti rioni di Foligno – dovevano e devono ancora oggi misurare la propria abilità cercando di infilare una serie di anelli, il cui diametro si fa via via sempre più piccolo, e che sono appesi su una copia di un'antica statua lignea, denominata appunto Quintana. Il tutto impugnando una lancia e in sella a un cavallo da corsa, percorrendo un campo a croce.
LE TAVERNE. Una tenzone tanto avvincente quanto spettacolare, che lascia per alcune ore un intero stadio con il fiato sospeso. Ma questo, come detto, è solo il clou di un'intera manifestazione che si impossessa della città e la trasforma per quindici giorni. Per due volte all'anno, a settembre e a giugno, Foligno ritorna indietro nella storia. I borghi della città si vestono con i colori dei propri rioni: Ammanniti, Badia, Cassero, Contrastanga, Croce Bianca, Giotti, La Mora, Morlupo, Pugilli e Spada. Dai palazzi spuntano gli striscioni, mentre ai lati ecco le bandiere. Ma ciò che attira di più l'attenzione e che rende ancora più affascinante la Giostra della Quintana sono le taverne di ciascun rione.
Ognuno ha la sua. Vengono allestite in maniera impeccabile all'interno di palazzi, dentro a delle vere e proprie taverne. Sembrano quasi nascoste e rappresentano la forza motrice di ogni borgo, capace così di finanziare il proprio cavallo e il proprio fantino che sarà chiamato a infilare gli anelli nel giorno conclusivo. Decine e decine di giovani, indossando abiti barocchi che richiamano l'epoca, lavorano all'interno delle taverne. Prendono le ordinazioni, portano da bere e mangiare. E proprio qui si possano assaggiare alcuni tipici piatti dell'Umbria, accompagnati dal tradizionale rosso di Montefalco. Ma non è finita qui. Perché la taverna si trasforma anche in un punto di ritrovo. Qui partono le sfide a distanza agli altri rioni. Ogni sera qualcuno organizza un evento. Chi la gara con le barchette sull'acqua, chi scherzi durante la notte, chi cene di gala. E il risultato è sotto gli occhi di tutti, con una folla impressionante che per due settimane consecutive occupa le vie di Foligno. Per descriverle si potrebbe utilizzare una metafora spesso ripetuta all'interno delle mura di Foligno: «Le taverne sono simili ad alveari da quanta gente vi entra ed esce. Il miele è fatto con i colori, e serve a nutrire lo sciame dei cavalieri che ritorna verso il campo dei giochi».
SFILATE. Tutto è curato alla perfezione. In primis gli abiti e le decorazioni. Per accorgersene è sufficiente assistere alla sfilata che vede come protagonisti un corteo di 600 personaggi in costume e che si tiene la sera prima della gara. Un momento importante per tutti i rioni. La sfida è sentita. Ognuno applaude il proprio cavaliere, col nome di gara, in sella al cavallo che durante l'anno viene curato e preparato alla gara. «Questa non è una rievocazione ma una tradizione – afferma il presidente dell'ente organizzatore, Domenico Metelli – e non si è folignati se non si è quintanari».
LA SFIDA. La giostra è una festa. E come una festa che si rispetti è imprevedibile e divertente.
Dopo la Rivincita di settembre il Palio è pronto ad essere vinto da un altro rione a metà giugno. La sfida è aperta. Le taverne apriranno il primo del mese. Ed è allora che si tornerà indietro nella storia. Info su www.quintana.it.

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