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La svolta

La virata di Renzo Rosso: «Diesel soffre ma ora risorgerà come marchio casual del lusso»

Il fondatore e presidente di Otb ha tracciato i suoi piani al “Fashion summit” di Pambianco-Pwc. Il fatturato del brand è calato di 400 milioni negli ultimi anni ma il consolidato di gruppo veleggia verso 1,8 miliardi
Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb
Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb
Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb
Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb

«Diesel ha intrapreso una trasformazione, per proporsi come un’alternativa nel mondo del lusso. In questo momento il marchio sta soffrendo, ma abbiamo avviato un’operazione incredibile e prevedo un futuro eccezionale: diventerà una macchina infernale, un marchio del casual di lusso che non ha eguali al mondo». Renzo Rosso, fondatore e presidente di Otb è intervenuto al 27° Pambianco-Pwc Fashion Summit a Milano e in un’intervista ha parlato diffusamente delle strategie del gruppo.

Diesel, sacrificati 400 milioni per riposizionarsi

Affidare la direzione creativa di Diesel a Glenn Martens è stata parte della strategia per ridisegnare il futuro del marchio che 40 anni fa ha segnato l’avvio del percorso di successo dell’imprenditore vicentino. Una strategia che ha comportato negli ultimi anni il taglio di 400 milioni di euro di fatturato nella low distribution, ma per posizionarsi verso un segmento più redditizio del mercato. «La strategia del Gruppo - ha detto Rosso - è mirare verso l’alto: mi interessa solo il mondo del lusso perché è lì che si possono ottenere i margini per far fronte ai rincari di materie prime ed energia, creare ciò che il mercato chiede, anche a livello di sostenibilità, e mantenere stipendi adeguati per il personale».

Fatturato consolidato ancora in crescita

Oltre a Diesel al gruppo appartengono i marchi Jil Sander, Maison Margiela, Marni, Viktor&Rolf, Amiri, le aziende Staff International e Brave Kid; il fatturato consolidato del 2021 è stato di 1,53 miliardi di euro e per il 2022 è in crescita. «Prevediamo di chiudere a 1,8 miliardi - ha detto Rosso -. Il lusso sta andando da Dio, con crescite del 30-40%, soffriamo solo su Diesel, che rimane comunque uno dei 7-8 brand più cool ricercati nel mondo della moda, e i risultati della strategia di riposizionamento cominciamo già a vederli. Speriamo però che la Cina si riapra al mondo, perché può rappresentare il 50-55% del mercato del lusso mondiale, abbiamo bisogno di una Cina aperta che si presti alla globalizzazione, frenata negli ultimi anni dalle chiusure per la pandemia».

Gruppo del lusso, ma diversi dai francesi

Il presidente di Otb ha sottolineato l’importanza del Gruppo per realizzare sinergie a vari livelli, dalla finanza alla sostenibilità, dalla logistica all’amministrazione, ma solo in modo che il Gruppo sia di supporto alle aziende che devono essere indipendenti. E ha sottolineato l’importanza strategica della catena di fornitura: «Abbiamo una supply chain fantastica, un forte legame con gli artigiani che lavorano per noi e cui abbiamo offerto tutto il supporto tecnologico, nella sostenibilità, e anche finanziario. Con il progetto c.a.s.h. avviato 15 anni fa siamo stati in grado di erogare prestiti allo 0,8% di tasso quando le banche, sempre che andasse bene, concedevano finanziamenti al 10-12%. L’artigianato italiano produce l’80% di tutto il lusso globale, e i francesi ce lo vogliono portare via ma noi - ha sottolineato Rosso - siamo diversi dai francesi, abbiamo scelto una strada diversa, legandoci a questi artigiani; non ci interessa comprare le aziende, molto meglio che gli imprenditori restino a capo delle loro piccole imprese continuando a entusiasmarsi alla loro attività e contribuendo a creare valore».

Il futuro in direzione sostenibilità e borsa

Questo forte legame con la catena di fornitura per Rosso è fondamentale anche per la strategia di sostenibilità. «Sostenibilità che, intendiamoci, non è il capo realizzato con materiali riciclati e venduto come ‘green’, ma molto di più. La sostenibilità è uno ‘stato mentale’ che deve pervadere tutta l’azienda e che costa tantissimo. Abbiamo mandato i nostri manager all’università Bocconi perché voglio che ogni giorno, ogni singolo argomento che affrontano sia pensato nell’ottica della sostenibilità. E poi c’è la complessa parte che certifica se veramente un capo può dirsi “green”. La trasparenza è estremamente importante, soprattutto per le nuove generazioni: se non sei sostenibile perdi credibilità sul mercato. Per questo abbiamo già cominciato a inserire dei codici di tracciabilità nei nostri capi e stiamo lavorando perché in pochi anni tutti i nostri brand possano dotarsi di questa tracciabilità». Ma il futuro non è solo moda. Rosso si è già affacciato all’hotellerie e ha preannunciato il lancio, a breve, di un progetto nel mondo del vino e del cibo bio. E ha aggiunto: «Ho una piccola holding privata che segue tante cose e che un giorno porterò in Otb». Ma il gruppo deve anche gestire un passaggio generazionale che Rosso vuole affrontare passando per la quotazione in Borsa, già prevista per il 2024. «Abbiamo un management fantastico - ha concluso Rosso - e con la quotazione in borsa la famiglia sarà molto più in grado di gestire la galassia aziendale». 

Cinzia Zuccon

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