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L'intervista

Pozzato: «Abbiamo macchinari fermi perché manca materia prima»

Con un cliccatissimo video sui social Pozzato ha rilanciato l’allarme per la carenza e il costo delle materie prime
Con un cliccatissimo video sui social Pozzato ha rilanciato l’allarme per la carenza e il costo delle materie prime
Con un cliccatissimo video sui social Pozzato ha rilanciato l’allarme per la carenza e il costo delle materie prime
Con un cliccatissimo video sui social Pozzato ha rilanciato l’allarme per la carenza e il costo delle materie prime

Lui non lo dice, ma c’è da giurarci che Filippo Pozzato preferirebbe la fatica di una scalata del Mortirolo o di Cima Coppi piuttosto che quella che sta facendo da qualche mese, nell’azienda di famiglia, per riuscire a reperire le materie prime necessarie a far fronte alle commesse. E per non pagarle a prezzi folli. 
L’ex campione di ciclismo vicentino - vincitore tra l’altro della Milano-Sanremo 2006, di due tappe del Tour de France nel 2004 e 2007 e di una tappa del Giro d’Italia nel 2010 e con 18 anni di professionismo sulle spalle – oggi, alle soglie dei 40 anni, è amministratore delegato della Meccanica Sandrigo, azienda artigiana che già nel nome dice dove si trova e di cosa si occupa, e in questa veste è protagonista di un video realizzato e diffuso sui canali social da Confartigianato Vicenza, in cui dà testimonianza diretta della preoccupazione del mondo produttivo per l’impennata avuta in questi mesi dai costi delle materie prime. Un fenomeno che rischia di minare la ripresa e di mettere in seria difficoltà le aziende, ritardando produzione e consegne. 
Il video ha spopolato e in 5 giorni ha raggiunto oltre 16 mila visualizzazioni. 

 

 

Pozzato, qual è in questo momento la portata del problema, dal punto di vista della sua azienda?
Abbiamo ordini che non riusciamo a mettere in produzione perché non si trova la materia prima, il che vuol dire arrivare poi in ritardo con le consegne. Il danno è evidente. Un esempio: da un mese e mezzo abbiamo acquistato un macchinario nuovo, un robot di saldatura supertecnologico e di ultima generazione: è un investimento importante per noi, ma siamo costretti a tenerlo fermo per la maggior parte del tempo appunto perché non arriva la materia prima, e quella che arriva ha dei prezzi incredibili. 
E poi c’è anche un fenomeno di speculazione, che ci impedisce di fare preventivi adeguati perché il costo del materiale oscilla di continuo: oggi abbiamo un prezzo, ci basiamo su quello, ma il materiale quando poi arriva ha tutto un altro prezzo e a quel punto non si può più cambiare il preventivo.

Da quand’è che vivete in questa situazione?
Il costo dei materiali è cominciato ad aumentare qualche mese fa, inizialmente del 10-20% ma in certi casi anche del 70% e a volte addirittura fino al 90%. Poi è diventato anche un problema di tempi di consegna: se prima si aspettava una o due settimane, adesso prima che il materiale arrivi passano anche due mesi. 

Nel vostro caso di che materiale si tratta?
Usiamo vari tipi di acciaio, per la maggior parte trafilati, lamiere. Poi dipende da ciò che non arriva: un giorno manca una cosa, un giorno ne manca un’altra... 
Ma la problematica più grossa resta quella dei prezzi, perché è difficile andare a ritrattare prezzi per i quali si sono già firmati accordi.

Ma ci sono clienti che capiscono l’origine esterna del problema e accettano un ritocco del preventivo originario?
Con qualcuno si riesce a ragionare, perché tutti in definitiva conoscono la problematica in atto. Rimane il fatto che si fa oggettivamente fatica a ridiscutere ordini già chiusi e definiti. 
Il risultato è che il primo “bilancino” provvisorio degli ultimi tre mesi ci dice che in azienda abbiamo avuto un aumento del 40% della spesa fissa soltanto per la materia prima. Una cosa assurda.

Ha parlato di speculazione. Quindi c’è chi su questa carenza di materie prime ci marcia?
C’è anche speculazione, certo. Non è possibile che il prezzo di un materiale cambi completamente da un giorno all’altro, aumentando del 20-25% nell’arco appunto delle 24 ore, ed è successo anche questo qualche mese fa. A quel punto si tratta di speculazione pura, vuol dire che c’è chi tiene fermo il materiale e lo dà a chi offre di più.

Come pensa che evolverà la situazione nei prossimi mesi? Quant’è la capacità di resistenza delle aziende di fronte a uno scenario così incerto?
La mentalità veneta è quella di andare sempre avanti, di lavorare duro, però siamo arrivati a livelli che non si possono sostenere all’infinito. Perché da un lato i fornitori vogliono tutti avere i pagamenti anticipati, dall’altro noi i pagamenti li riceviamo a 90-120 giorni. È un “gioco” che non può durare tanto, altrimenti resta in piedi soltanto chi ha liquidità e spalle grosse. Se continua così ci saranno tanti che nei prossimi mesi andranno in difficoltà.

Se non ci fosse il freno delle materie prime alle stelle, la ripresa in atto la sentireste più chiaramente?
In azienda in questo periodo stiamo aumentando il lavoro e acquisendo nuovi clienti. E la cosa assurda alla fine è proprio questa: la difficoltà legata al problema delle materie prime arriva proprio nel momento in cui di fatto c’è un sacco di lavoro. La meccanica in questo frangente sta “tirando” bene, eppure ci si trova in questa situazione.

Da chi o da che cosa può arrivare una soluzione?
La speranza è che da parte dello Stato ci possa essere un intervento, perché queste problematiche vanno gestite dall’alto, e se c’è speculazione va fermata. Sarebbe importante che chi ha il potere di intervenire lo faccia. 
Le nostre sono tutte aziende piccole, quel tessuto di Pmi che ha fatto e fa la fortuna del nostro paese, però bisogna anche cercare di aiutare queste imprese in un momento di difficoltà particolare come questo, davanti a un problema che in definitiva è mondiale.

Stefano Tomasoni

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