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Nelle costruzioni si vince all’estero creando alleanze

Chi internazionalizza vince, anche nelle costruzioni: negli anni durissimi della crisi infatti le imprese italiane all’estero hanno macinato una crescita a doppia cifra. Dal 2004 al 2016 il fatturato oltre confine ha segnato un +13,5% portando le imprese italiane a realizzare all’estero il 72% della produzione totale (era il 31% nel 2004). I dati emergono dal rapporto Ance 2017 illustrato ieri al Cuoa di Altavilla nell’ambito del seminario di chiusura del progetto ”Blueprint for internationalisation“ finanziato dalla Regione Veneto con fondi europei. LE STRATEGIE. Il tema è come fare in modo che le tante piccole aziende del settore possano prendere parte al banchetto mondiale delle costruzioni appannaggio di aziende ben strutturate. L’indagine che mette in evidenza l’impressionante progressione (vedi grafico in alto) si è infatti basata su 43 imprese con fatturato annuo compreso tra i 50 e oltre 500 milioni di euro. Aziende che sono presenti in 90 Paesi con 686 cantieri per un valore totale di oltre 90 miliardi di euro e un portafoglio lavori (2016) per 52 milioni di euro in netta crescita. I contratti di concessione sono 21 e pesano per 37,5 miliardi. Cresce la presenza nell’area Ocse e in 16 Paesi del G20 mentre Turchia, Qtar e Usa svettano nella graduatoria del totale generale delle commesse. L’Ance – come ha evidenziato la relazione di Gaetano Vecchio, presidente del gruppo Pmi internazionali Ance -, punta a sviluppare la collaborazione fra grandi imprese Ance all’estero e Pmi specializzate, favorire la collaborazione tra Pmi e imprese locali e a promuovere accordi di filiera. Per iniziare si punta su Paesi vicini, stabili, in crescita e senza barriere di ingresso per le Pmi: Albania, Romania, Polonia, Macedonia, Montenegro e Serbia sono i paesi già selezionati e le prossime missioni saranno in Serbia a fine maggio, a metà giugno in Macedonia mentre a luglio la missione sarà in Egitto. SERVONO ADDETTI. «Mentre nei mercati maturi europei saranno trainanti ristrutturazioni e riqualificazioni - ha spiegato Antonio Mura del Cresme - nell’evoluzione dello scenario internazionale il corridoio della “Via della seta” che collega la Cina all’Europa è il più strategico per le infrastrutture; per completarlo si investiranno ancora 1000 miliardi ma sono soprattutto le aziende cinesi a giocarsela». Più in generale, per entrare in un ambito internazionale le Pmi - secondo Luca Costa Sanseverino di F3Bas, attiva nella consulenza nell’internazionalizzazione - devono soprattutto puntare sulle risorse umane assumendo personale o affidandosi a specialisti che 3/4 ore a settimana monitorino le gare internazionali non sottovalutando le opportunità offerte dalla Banca Mondiale che finanzia ogni anno gli Stati fino a 60 miliardi per nuovi progetti. «Si tratta – ha spiegato - di appalti trasparenti con procedure chiare e pagamenti certi. D’obbligo però è avere strategie definite a breve-medio e lungo termine». Ad un bando internazionale in Georgia per la riqualificazione in ambito turistico grazie al progetto del Cuoa ha partecipato anche +39, una rete di oltre cento professionisti tra studi di ingegneria, architettura e avvocati del Veneto. «Non abbiamo vinto – hanno detto - ma è stato molto utile per capire come muoverci in futuro e comunque in Georgia abbiamo già trovato due partner con i quali iniziare a lavorare». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinzia Zuccon

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