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L'intervento di Renzo Rosso

Mr Diesel: «Finora è stato un cinema. Serve ricostruire, Draghi una manna dal cielo»

Renzo Rosso durante il collegamento a "Quarta Repubblica" su Rete4
Renzo Rosso durante il collegamento a "Quarta Repubblica" su Rete4
Renzo Rosso durante il collegamento a "Quarta Repubblica" su Rete4
Renzo Rosso durante il collegamento a "Quarta Repubblica" su Rete4

Nessuna riserva: «Draghi in questo momento è la manna dal cielo». Seconda serata, collegamento da Bassano del Grappa. Alle spalle stessa libreria zeppa come 10 mesi fa nel culmine del lockdown. Solo che allora Renzo Rosso, patron della Otb di Breganze, gruppo della moda con l'ammiraglia Diesel da 1,5 miliardi di fatturato nel 2019 e settemila dipendenti nel mondo, aveva affondato il secondo governo Conte: «Sanno fare solo cinema». L'altra sera quando il conduttore di Quarta Repubblica Nicola Porro gli ha chiesto un parere sul premier incaricato Mario Draghi tutto un altro film: «Mi sono informato - ha esordito Rosso - con molti amici a tutti i livelli e persone che hanno lavorato con lui e ho l'idea che sia una persona eccezionale per una serie di motivi». Li elenca: «Grande leadership, fa team building cioè sa fare squadra, sa costruire la scala delle priorità, è apolitico, laico, uomo di sintesi che va direttamente ai problemi e quando non sa va alla fonte. E conosce molto bene i mercati. L'unico problema - aggiunge - è che non abbia il tempo sufficiente: per riuscire a mettere in moto questa macchina ci vorranno forse 2/3 anni e non vorrei, come dicono le voci, che lo facessero presidente della Repubblica. È necessario che rimanga alla guida del Governo. Fino ad ora - ribadisce - è stato un cinema».

LE DIFFICOLTÀ. È stato un 2020 complesso per la gran parte delle aziende e Rosso non si sottrae: «Siamo partiti con l'anticipo della cassa integrazione, poi abbiamo integrato le classi più basse, inoltre abbiamo operato un taglio di stipendi della prime linee, io stesso per primo mi sono dimezzato lo stipendio. Inoltre abbiamo fatto da banca ai nostri fornitori e clienti che ha permesso loro di continuare a lavorare e abbiamo guadagnato molta lealtà nei nostri confronti. Oggi stiamo cominciando a rimarciare». Potenza anche del lavoro completamente riorganizzato tra smart working e nuove tecnologie: «Oggi riusciamo a sviluppare le collezioni in maniera digitale anche con la nostra avatar, mandiamo l'immagine al laboratorio in qualsiasi parte del mondo si trovi che, in automatico, riesce a scaricare la modellatura e a fare il prototipo». E così le vendite: «I nostri buyer a causa del covid non potevano viaggiare e abbiamo sviluppato i canali digitali.

«LO STATO HA FATTO POCO». «Abbiamo ricevuto la cig dei primi mesi ma non il saldo degli ultimi - prosegue rispondendo alla domanda su cosa abbia fatto lo Stato per l'azienda - e sulle risorse (140 miliardi) messe a disposizione per le imprese abbiamo preferito rivolgerci direttamente in banca perché siamo ovviamente una azienda solida, abbiamo condizioni migliori e meno burocrazia». Tema pesante. Cita Bassano: «Avevamo un progetto con l'architetto Chipperfield che non si è potuto fare, con la burocrazia non si va da nessuna parte. Mi auguro che Draghi possa fare bene, abbiamo bisogno di velocità». Gli chiedono cosa succederà quando finirà il blocco dei licenziamenti: «Dovremo passarci, le aziende così sono "pesanti", ma si deve pensare ad un cambio organizzativo con prepensionamenti, creazione di nuovi posti, formazione e opportunità». Politically correct non lo è mai stato: «Abbiamo - dice - un "pupazzo da palcoscenico" che guida il M5S. Poi Di Maio da cui non ho mai sentito un discorso concreto e Azzolina che ha comprato i banchi con le rotelle. Noi in azienda abbiamo persone serie, in grado di portare avanti la loro missione. Mi auguro che Draghi scelga gente preparata». 

R.B.

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