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Innovazione

La tuta di Valentino Rossi ora protegge i lavoratori

I tecnici dell’Enel che l’hanno indossato per la prima volta hanno immaginato di essere Valentino Rossi. Ma più che sfrecciare con la moto in pista dovevano salire in alto. Indossando un gilet particolare: stretto da una sorta di marsupio con un sensore in grado di rilevare se fossero caduti, mandare un impulso elettrico, rompere il sigillo di una bomboletta custodita all’interno, rompere il sacco e gonfiarsi. E naturalmente attutire la caduta. Da prototipo ora è realtà: è il primo airbag al mondo per la protezione dei lavoratori in altezza certificato come Dpi, Dispositivo di protezione individuale. Si è ampliato così alla sicurezza sul lavoro un sistema nato per lo sport basato sulla tecnologia airbag. E oggi ha un nome: WorkAir. Si tratta del primo «gilet intelligente» che sfrutta la rivoluzionaria tecnologia D-Air®, il sofisticato airbag per la protezione della persona, così come lo è per i piloti. Sviluppato da Lino Dainese insieme alla sua startup D-Air lab, creata nel 2016 dopo la vendita nel 2015 della maggioranza di Dainese che fondò nel 1972 (due mesi fa è passata al fondo Carlyle), il dispositivo «ha l’obiettivo di fornire maggiore sicurezza a tutte le categorie di lavoratori in altezza, per questo più esposti al rischio di caduta.
Protezione individuale Sono purtroppo all’ordine del giorno gli infortuni sul lavoro talvolta purtroppo anche mortali legati alle cadute dall’alto, da ponteggi in primis. E lo spirito di Lino Dainese quando ha creato la startup, oggi Pmi innovativa guidata dal ceo Vittorio Cafaggi con una squadra di una quindicina tra ingegneri, tecnici, designer, età media 30 anni, era proprio quello di investire su progetti extra-sport applicando la tecnologia maturata in Dainese. Airbag sempre più sofisticati per la sicurezza di lavoratori, runner, anziani, bambini, donne. Non ultimo la moda: pochi mesi fa la collaborazione con la griffe francese Dior e la sfilata in passerella. Ma ora è il mondo del lavoro ad avere una svolta. Si tratta del primo airbag per la protezione dei lavoratori in altezza ad essere industrializzato e certificato come Dpi e ad applicare al mondo del lavoro la tecnologia del vestito intelligente proveniente dal mondo Dainese. Oggi viene utilizzato anche nel settore dell’edilizia grazie alla collaborazione con Cubedile di San Martino Buon Albergo (Verona), la prima azienda edile a utilizzarlo in questo settore.
Lo sviluppo Il progetto WorkAir è nato nel 2016 e trae la sua ispirazione, nonché la sua missione, dall’esigenza all’epoca di Enel di migliorare la protezione dei propri operai e manutentori. La collaborazione tra D-Air lab e la multinazionale dell’energia ha dato il via allo studio e alla realizzazione di diversi prototipi che hanno poi permesso di sviluppare la versione definitiva oggi in commercio. Il dispositivo è già attualmente utilizzato da grandi gruppi come Terna e Telecom, Marcegaglia, così come da aziende di dimensioni minori come appunto Cubedile, in corso un progetto con il gruppo vicentino delle costruzioni Icm, per arrivare ai singoli professionisti, che si affidano alla tecnologia innovativa per proteggersi anche ad altezze più moderate. Il suo utilizzo interessa varie categorie di lavoratori e trova impiego per salvaguardare anche chi affronta rischi ancora poco evidenziati come ad esempio giardinieri o bibliotecari.
Il meccanismo Il gilet intelligente risponde a differenti necessità mitigando le conseguenze degli impatti da caduta, proteggendo il torace e gli organi interni, la schiena e la colonna vertebrale attraverso un processo controllato di gonfiaggio che avviene in un tempo brevissimo e quasi impercettibile: 40 millisecondi, più veloce di un battito di ciglia. Ma allo stesso tempo permette flessibilità «grazie al connubio di diversi elementi quali efficacia protettiva, comfort, libertà di movimento e facilità d’impiego, incarna il concetto all’avanguardia di vestito intelligente contraddistinto da tutti gli elementi di sicurezza che lo rendono oltre che unico anche sicuro e bello da indossare». Ma priorità alla sicurezza: quasi 300 i singoli test superati per ottenere la certificazione. Protegge da un’altezza minima di 1,2 metri e anche dal pendolamento del lavoratore contro strutture sottostanti il piano di lavoro. Sono già allo studio ulteriori evoluzioni. E la rete di vendita è già europea.

Roberta Bassan

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