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Innovazione

La startup di Lino Dainese sfila in passerella con Dior. «Rivoluzione nella moda»

La giovane squadra di D-Air Lab con il fondatore e presidente Lino Dainese e l’ad Vittorio Cafaggi: ognuno tiene un simbolo dell’innovazione che nasce qui
La giovane squadra di D-Air Lab con il fondatore e presidente Lino Dainese e l’ad Vittorio Cafaggi: ognuno tiene un simbolo dell’innovazione che nasce qui
La giovane squadra di D-Air Lab con il fondatore e presidente Lino Dainese e l’ad Vittorio Cafaggi: ognuno tiene un simbolo dell’innovazione che nasce qui
La giovane squadra di D-Air Lab con il fondatore e presidente Lino Dainese e l’ad Vittorio Cafaggi: ognuno tiene un simbolo dell’innovazione che nasce qui

«L’ho detto 7 anni fa: avrei davo in sposa la mia creatura e mi sarei occupato del “nipotino”». Lino Dainese ha fondato a Molvena, tra febbraio e marzo di 50 anni, fa il brand che ha vestito e protetto Valentino Rossi e i campioni della moto. E nei giorni in cui viene annunciato l’accordo per il passaggio del gruppo Dainese dal fondo mediorientale Investcorp, a cui nel 2014 ha ceduto l’80% delle quote, al fondo Usa Carlyle («Mi hanno chiesto di rimanere, resterò con una quota simbolica») Lino Dainese continua a spronare la sua startup D-Air Lab cresciuta a Pmi innovativa e di cui si dichiara affettuosamente un nonno, creata nel 2016. Lo aveva detto del resto, sempre 7 anni fa: «Non scappo, voglio investire su progetti extra-sport applicando la tecnologia maturata in Dainese». Airbag sempre più sofisticati per la sicurezza di lavoratori, runner, anziani, bambini, donne. E sempre nuovi orizzonti. L’ultimo l’alta moda: un accordo con Dior che ha il sapore di un simbolo. In passerella 15 giorni fa la collezione autunno inverno 2022/23 della maison francese è stata all’insegna delle tecnologie firmate D-Air Lab. «Gli abiti sono la prima casa del nostro corpo - si esprimeva la direttrice creativa Maria Grazia Chiuri - e sperimentare come possano essere non solo belli, ma avere aspetti funzionali che aiutino al maggiore comfort è guardare alla moda del futuro». 

La sfilata Armature delicate che proteggono guerriere potenti, tessuti intelligenti che riscaldano non appena “sentono” la temperatura abbassarsi. L’alta moda a braccetto con la tecnologia degli air-bag, delle piste conduttive e dei sensori D-Air Lab. «Quando la stilista è venuta a Vicenza e ha visto il Dar-Dainese ARchivio, si è innamorata del design e delle protezioni con l’aria». E così capi iconici della casa di Bernard Arnault si sono evoluti: la “Bar Jacket” in una prima versione è stata dotata di airbag che segue l’architettura della giacca e in un’altra ha riprodotto il sottotuta del progetto Antarctica, riscaldando nel caso in cui la temperatura corporea si abbassi. Ma nel “concept” spiccano anche airbag utilizzati come mantelline e corsetti, paraschiena e guanti che ricordano il mondo motociclistico e cavigliere anti-twist (usate per proteggere la caviglia) riadattate ad accessorio per le scarpe. «L’accordo - spiega Vittorio Cafaggi, Ad di D-Air Lab - ha previsto tutto il supporto alla sfilata e la futura produzione».

 

La sicurezza «La sfilata per noi ha rappresentato una sorta di corto-circuito - spiega Lino Dainese -: non è Valentino che mette la tuta ma un “mondo altro”, sempre più calato nella quotidianità». E che D-Air Lab passo dopo passo, con una squadra che oggi si alimenta di una quindicina tra ingegneri, tecnici, designer con età media 30 anni, ha messo a disposizione anche delle imprese. Sul mercato ha debuttato il primo gilet WorkAir con airbag integrato capace di proteggere dalle cadute dall’alto: cuore del sistema la tecnologia D-air, un airbag che sposa design, efficienza ed elettronica, frutto del lavoro iniziato nel 2016, quando Enel manifestò l'esigenza di incrementare la protezione di operai e manutentori. Oggi non solo è un dispositivo di protezione individuale, ma oggetto di progetti pilota in Tim, Terna, Marcegaglia, Gruppo ICM e Cube Retail. E poi il “gilet” per gli anziani che previene le cadute, quello per la sicurezza dei runner, la tuta (Antarctica, appunto) che tiene fino a -80 gradi.

Lo sviluppo Una seconda vita per Lino Dainese tra tecnologie indossabili e sicurezza in cui continuerà ad investire. La prima vita però non è del tutto archiviata. «Nel contratto di cessione ad Investcorp - spiega - in cui avevo mantenuto il 20% (poi nel corso degli anni diluito a 15%) c’era l’obbligo futuro di vendita al 100%. La novità è che Carlyle, tramite l’Ad Silei (riconfermato, ndr), mi ha chiesto di mantenere poco o tanto una quota in quanto fondatore. Penso che manterrò una quota simbolica, ne parlerò nelle prossime settimane con il responsabile della nuova proprietà Marco De Benedetti, con cui si affronterà anche il tema della loro partecipazione in D-Air Lab (Investcorpo deteneva il 25%): mi piacerebbe che i nostri progetti rimanessero collegati». E un posto in cda, visto che Federico Minoli (incaricato da Lino Dainese) era presidente? «Con una quota di minoranza minima, non credo. Ma non mi dispiacerebbe vedere da vicino come evolve: Silei è stato bravissimo a far crescere Dainese». Ma pure il “nipotino” scalpita: «Ormai adolescente e con tanti progetti. E io, da nonno, lo sostengo». 

Roberta Bassan

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