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La sfida all’export
Check up imprese e avvio nuove rotte

Parte un’indagine per mappare la situazione export in Confindustria
Parte un’indagine per mappare la situazione export in Confindustria
Parte un’indagine per mappare la situazione export in Confindustria
Parte un’indagine per mappare la situazione export in Confindustria

Quando il presidente di Confindustria Vicenza Luciano Vescovi sette mesi fa gli ha affidato la delega ai mercati esteri gli ha dato un mandato preciso: «Le nostre aziende hanno una sola speranza per garantire il proprio futuro: puntare sui mercati di tutto il mondo. Vedi tu come fare». Remo Pedon ha raccolto la sfida che poi è stata anche la sua personale: 32 anni con la valigia in mano per internazionalizzare la sua impresa con quartier generale a Molvena e che oggi è presente in 50 Paesi del mondo. «Ho pensato che la prima cosa da fare fosse quella, come quando mi reco per lavoro in una nuova area, di mappare il territorio». Nasce così la sfida all’export di Confindustria Vicenza: una piattaforma www.mtgvi.net già attiva che illustra il progetto e che via via si riempirà di contenuti, un’indagine online dedicata all’export che partirà l’11 gennaio e si svilupperà fino al 27 gennaio, la presentazione dei risultati già fissata il 21 febbraio attraverso un format innovativo e che sarà di fatto l’apripista di misure concrete per assistere le imprese, da chi è già presente a chi si affaccia per la prima volta.

PROGETTO. Il progetto ha un nome curioso “Mind the gap” (da qui l’acronimo Mtv), attenzione al vuoto. La stessa frase resa popolare dall'uso nella metropolitana di Londra per avvertire i passeggeri dello spazio vuoto (gap) presente fra la banchina e le porte del treno. «L’idea che volevamo trasmettere - spiega Pedon - è quella del divario da superare, per esempio tra noi e chi è più veloce sui mercati esteri, vuoto che possiamo riempire». Certo Vicenza, con 17,1 miliardi, rimane come noto la terza provincia italiana per valori esportati «ma lo spazio è immenso e c’è tanto da lavorare».

AMBIZIONE. Uno dei temi sul tavolo, emerso nel corso degli incontri del gruppo di lavoro di 8 imprenditori di vari settori coordinati da Pedon che ha elaborato il progetto export, è per esempio il fatto che sono appena 200 le imprese che stanno esportando in modo abituale. «L’obiettivo ambizioso sarebbe di raddoppiarle». Per questo è necessario capire i motivi di chi è presente in modo sporadico sui mercati esteri o di chi non lo è affatto. I temi aperti sono svariati e da qualche parte bisogna cominciare.

MAPPA. Il sondaggio che partirà a gennaio, con accesso dalla piattaforma, viene presentato come «snello» e sarà composto di due parti, una trentina di domande in tutto. La prima parte anagrafica punta, pur rispettando naturalmente la privacy dell’impresa, ad un check up dell’azienda e della sua presenza all’estero. La seconda parte sarà invece più dinamica e punterà a far emergere criticità e fabbisogni delle aziende che operano o vogliono operare sui mercati esteri. Verrà così elaborato un pacchetto di dati che fornirà una fotografia della situazione attuale delle imprese da cui partire. Il seminario del 21 febbraio fornirà il quadro, con il contributo di esperti e testimonianze d’impresa, e da qui si comincerà poi con le misure concrete.

FUTURO. Pedon sottolinea l’importanza che tutte le imprese associate si sentano coinvolte in questa indagine perché «solo così sarà possibile avere una mappa il più completa possibile». «Sarà la base - afferma - per sviluppare i servizi già esistenti in associazione e di crearne di nuovi per costruire così programmi innovativi a supporto dello sviluppo strategico ed organizzativo verso l’estero offrendo alle imprese gli attrezzi di cui hanno veramente bisogno per soddisfare le richieste». Pedon pensa già ad alcuni filoni utili: «Lavorare in squadra per approcciare lo stesso mercato in network come già fanno in altri Paesi, andare oltre ai mercati maturi e aprire nuovi orizzonti come, e sempre di più, i Paesi asiatici che ci apprezzando per i prodotti di qualità in cui siamo ineguagliabili e dove c’è minore concorrenza». Dall’Abc quindi per chi non è presente sui mercati internazionali a supporti più sostanziosi per chi è già presente, non dimenticando il contributo allo sviluppo dell'e-commerce come «finestra iniziale sul mondo». Il tutto partirà dalla fotografia: lo scatto a gennaio.

Roberta Bassan

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