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Innovazione

La fabbrica
di 30 laureati
che crea app

Da sinistra, Massimo Giordan e Carlo Moretti con i vertici di Holonix
Da sinistra, Massimo Giordan e Carlo Moretti con i vertici di Holonix
Da sinistra, Massimo Giordan e Carlo Moretti con i vertici di Holonix
Da sinistra, Massimo Giordan e Carlo Moretti con i vertici di Holonix

VICENZA. Partiamo dal lieto fine: la collaborazione appena siglata con Holonix, spin off del Politecnico di Milano, il cui presidente Marco Taisch ha partecipato alla cabina di regia del piano Industria 4.0 del Governo che prevede la spinta delle imprese al digitale puntando anche sulla leva fiscale, una grande sfida per competere. L'esperienza dei vicentini Carlo Moretti e Massimo Giordan, costruita con la loro impresa dal nome Rawfish - agenzia digitale che sviluppa soluzioni "mobile" per imprese e start up, quartier generale a Vicenza, fatturato che sfiora gli 800 mila euro, 20 "operai" quasi tutti laureati, un'altra decina tra Milano, Atlanta e Bali - viene così riconosciuta ai massimi livelli. «Lavoravamo in anonimo per Novia, altra società del Politecnico, hanno parlato di noi a Taisch. Ci è stato chiesto di lavorare ad una scatola nera sintonizzata per gli yacht in cui si poter inserire e disinserire allarmi all'interno di un perimetro, definire rotte, calcolare percorsi. A quanto pare li abbiamo stupiti».

PARTENZA. E ora partiamo dall'inizio. Carlo Moretti, 39 anni, laurea in economia e commercio: «Lavoravo da 7 anni in Valbruna, avevo il sogno di un prodotto mio». Lascia le Acciaierie nel 2012 e parte con una start up vincendo una competizione con il progetto di un'app in grado di prevenire i colpi di sonno alla guida. Dopo due anni di lavoro il progetto non funziona: perfetto in laboratorio, inefficace su strada. Va avanti tra alti e bassi della vita vissuti sulla propria pelle. I bassi: «Nel mondo delle start up è pieno di approfittatori che arrivano, promettono, ti fregano». Gli alti: «Tre anni in America, il confronto, lo sviluppo sulle app, i primi clienti». Nel frattempo l'incontro con Massimo Giordan, scledense, laurea in scienze dell'informazione: è la svolta. Due anni fa nasce la società Rawfish, il 2016 è anno da incorniciare.

APPLICAZIONI. Il portafoglio si costruisce: in un paio d'anni 76 clienti, un centinaio di progetti che si sostanziano in una sessantina di applicazioni. Per la Full Speed Ahead, costruttori mondiali di componenti per biciclette, mettono a punto un cambio elettronico bluetooth per bici da corsa, intelligente e configurabile via app. Per Mediaset (aprono una società a Milano con sei persone per seguire da vicino i progetti) hanno in mano tutta l'infrastruttura di back end (cioè la parte finale dei processi) delle app del principale operatore televisivo privato italiano, tra cui meteo.it e tgcom.24. Per Brembo (grazie al Politecnico) stanno lavorando ad un freno abs per la bici da corsa. Per la scledense Bft un'applicazione per aprire cancelli o attivare controlli remoti nella domotica e immaginare scenari - le stagioni per esempio o i periodi di vacanza - da collegare in modo intelligente. Arrivano nelle imprese che prima consegnavano ai loro installatori i manuali tecnici, ma che oggi hanno bisogno di rivolgersi agli utenti con lo smartphone. Non solo: «Le app - spiega Moretti - diventano uno strumento di lavoro, parte integrata e integrante dei processi aziendali, così facciamo industria 4.0».

CRESCITA. L'agenzia cresce, verticale e specifica sulle app. «Assumiamo tutti, i nostri sviluppatori hanno contratti da metalmeccanici». Le richieste incalzano. «Abbiamo pensato anche al contoterzismo nei Paesi asiatici per diminuire i costi, un disastro: perdevamo più tempo a correggere gli errori altrui». Così nasce il braccio di Bali. E come si relaziona l'isola indonesiana con le app? Moretti si racconta come surfista, da 10 anni frequenta l'isola terra di tanti «digital nomad», giovani che si appartano e vivono di surf e wi-fi. «Ci sono talenti». Ne scopre 5, affida loro dei lavori, li controlla, li paga con regolarità. «Perfetti». E allora l'agenzia mette a punto anche il "programma Bali" dedicato alle start up. A Vicenza fanno scouting: «Vediamo molti giovani con tante idee, a quelli che riteniamo più talentuosi offriamo la chance di un mese a Bali di full immersion seguiti dalla nostra squadra». Il 2016 è fatato: la nuova sede a Vicenza, il programma indonesiano. E il lieto fine: l'accordo con il guru dell'industria 4.0. «Ma è solo un altro inizio». 

Roberta Bassan

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