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Job-club, la ragnatela che ti trova un lavoro

NUOVO PROGETTO. L'idea dello psicologo vicentino Nicola Giaconi
Creare gruppi, anche con il passaparola via web, che moltiplicano i contatti per arrivare alla ditta giusta
Nicola Giaconi
Nicola Giaconi
Nicola Giaconi
Nicola Giaconi

Anche per trovare lavoro è necessario rompere gli schemi. Intasare le aziende di curriculum non funziona, meno che mai di questi tempi. Aspettare che qualcuno ti chiami non funziona. Il processo deve essere inverso: devi creare le condizioni perché qualcuno ti chiami. Anche in tempi di crisi ci sono sempre aziende che non riescono a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno e che a maggior ragione non vogliono commettere passi falsi nella scelta. Far incontrare domanda e offerta è il problema. E allora, come si fa? Unendo le forze. C'è un sistema, spontaneo, libero e gratuito, adottato con successo fin dagli anni '70 in molti paesi stranieri: i Job-club. Si tratta di gruppi di persone di qualsiasi età e di competenze anche completamente differenti che cercano lavoro facendo rete tra loro. Chiunque può proporsi per formare un gruppo: basta cliccare il Comune che interessa sulla mappa sul sito di imminente apertura www.job-club.it e raggiunte almeno 6 adesioni il club si può costituire e sarà segnalato sulla mappa da una bandierina verde. Ma come funziona? Il principio di base è semplice: ciascuno di noi coltiva delle relazioni, persone con le quali condivide un interesse, un hobby, o anche una semplice conoscenza. Persone che a loro volta ne conoscono altre. In questo modo si ampliano i potenziali contatti e si avvicinano domanda e offerta di lavoro: chi cerca una figura da assumere si fida del suggerimento di chi conosce. Ma naturalmente non basta. Ci sono alcuni passi fondamentali da fare per far sì che il club produca risultati con successo. Lo spiega il promotore dei Job club, Nicola Giaconi, psicologo con una ventennale esperienza nel ricollocamento professionale e autore con Gianluca Antoni del libro “Trova il tuo lavoro”: «Guidati dal materiale di cui è dotato ogni gruppo, ciascun componente deve fare un bilancio delle competenze e un'autoanalisi delle capacità trasferibili, di come cioè può usare le proprie competenze per fare anche altri lavori rispetto a ciò che ha sempre fatto, aver chiari i propri valori e le convinzioni sul mondo del lavoro, se sono pessimiste sarà ben difficile che intraveda un'opportunità: se affrontiamo invece un colloquio con la consapevolezza di chi siamo e cosa possiamo offrire il nostro interlocutore potrebbe intravedere in noi le caratteristiche giuste anche per un'altra mansione rispetto a quella per la quale ci proponiamo e un atteggiamento sbagliato può precludere possibilità nuove. Il punto è arrivare al colloquio. Per questo il passaggio successivo all'esame delle competenze è un'accurata ricerca delle aziende potenzialmente interessate, la verifica dei possibili contatti con queste ditte anche con persone esterne al gruppo per aprire la strada alle autocandidature per un colloquio». «Nulla a che fare con la raccomandazione - spiega Giaconi - si tratta di favorire l'incontro tra domanda e offerta a vantaggio di entrambe le parti. Il gruppo mette in moto un meccanismo virtuoso, aiuta a non isolarsi e a fare emergere in ciascuno caratteristiche utili per ricollocarsi». I gruppi possono essere autogestiti o guidati da enti, scuole e università (segnalati sulla mappa da bandierine arancioni) che possono anche promuovere eventi ad hoc. Proprio per favorire l'utilizzo di questo nuovo strumento nel novembre scorso gli Informagiovani dei principali Comuni della provincia hanno seguito a Schio un corso di formazione per animatori di Job club. Ma intanto chiunque può muoversi in questa direzione accedendo al sito o tramite Twitter o Fb. ALL'ESTERO FUNZIONA Appena il 5% di chi cerca lavoro in Italia lo trova attraverso il curriculum, il 25% attraverso agenzie per l'impiego e il 70% col passaparola, proprio perché il 90% delle imprese italiane sono piccole aziende. «Il sistema dei Job club - spiega Giaconi - è al 2° posto per percentuale di successo nei paesi stranieri che usano questo strumento. Il primo è l'autocandidatura tramite i propri contatti. Ma non tutti sono in grado di farlo. Il Job club fa la stessa cosa, ma unendo le forze di più persone: col Job club si gioca in squadra; l'80% delle persone trova lavoro entro 12 mesi: contratti a progetto di almeno un anno, contratti a tempo determinato non inferiori ai sei mesi e anche contratti a tempo indeterminato». C.Z.M.

Cinzia Zuccon Morgani

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