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Economia

Inaugurato a Schiavon l'impianto di biometano più grande d'Europa

Trasformerà i reflui zootecnici in biometano e compost naturale. La componente gassosa sarà impiegata nelle bibite gassate

Inaugurato oggi l'impianto a biometano a Schiavon: il più grande d’Europa che trasforma i reflui zootecnici in energia rinnovabile e fertilizzante naturale. «Un’eccellenza, un modello da replicare» con queste parole il presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, è intervenuto questa mattina all’inaugurazione, alla presenza dei vertici di Coldiretti di Vicenza e di tutto il Veneto, nonché di un ampio parterre di autorità.

L’impianto, promosso da Iniziative Biometano (Gruppo FemoGas), è gestito da due società operative, Motta Energia ed EBS, di cui sono socie 117 aziende agricole attive nel territorio del Brenta, principalmente nei comuni di Schiavon, Pozzoleone, Bressanvido, Sandrigo e sono proprio questi allevatori che "alimentano" l’impianto stesso e gli permettono di produrre sostenibilità.

Settemila tonnellate di biometano per l'impianto più grande d'Europa

«Ogni anno l’impianto di Schiavon produce settemila tonnellate di biometano - ha spiegato Stefano Svegliado, amministratore delegato di Motta Energia e EBS - una quantità sufficiente a soddisfare il fabbisogno annuale di duecento mezzi pesanti, che percorrono centomila chilometri ciascuno. Se il metano diventa biometano liquido, la componente gassosa, cioè l’anidride carbonica, sarà presto recuperata e ceduta alle industrie che se ne servono: il settore alimentare, per esempio, la impiega nelle bibite gassate».

Il tema del biometano

Il taglio del nastro è stato preceduto da una tavola rotonda che ha visto tra gli altri la partecipazione di Ettore Prandini, presidente nazionale di Coldiretti e Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. A concludere, il Ministro dell'Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida.

Il ministro Lollobrigida, in videocollegamento, ha precisato come «Il sostegno del governo per il settore primario è assicurato, così come occorre adoperarsi per sfruttare al meglio le fondamentali risorse messe a disposizione del Pnrr per lo sviluppo delle attività e, di conseguenza, del Paese».

Il senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione - Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare De Carlo ha aggiunto: «Un esempio perfetto di economia circolare, transizione ecologica e valorizzazione del mondo agricolo. Da una parte c'è la partecipazione alla società di quasi 120 aziende agricole che quotidianamente mettono a disposizione della produzione di biogas il letame, i liquami e la pollina prodotte nei loro stabilimenti, riducendo i problemi di smaltimento; dall'altra c'è un sistema in grado di autoalimentarsi e di produrre biometano per i mezzi di trasporto e anidride carbonica per l'industria alimentare».

Il compost digestato in alternativa ai concimi chimici

Oltre al biometano, però l’impianto produce il digestato. Questo compost è utilizzato, nella sua frazione liquida azotata, per concimare i campi delle stesse aziende socie, e nella frazione solida per la concimazione di precisione in viticoltura, in floricoltura ed in orticoltura. Il digestato viene dunque restituito alla campagna, in alternativa ai concimi chimici, contrastando la desertificazione dei suoli e contribuendo a preservare la purezza della falda acquifera. Da Schiavon ne escono 250 mila tonnellate l’anno ed a beneficiarne sono circa 10 mila ettari di campagna.

Il presidente nazionale di Coldiretti

Per realizzare tutto ciò occorre riconsiderare il valore dell’Agricoltura. «Bisogna sburocratizzare. Nei territori, occorre rendere più celeri le procedure che consentono di realizzare questi impianti. L’Italia è il Paese più sostenibile a livello globale - ha aggiunto il presidente Prandini - ed il dato degli allevamenti, che oggi in termini di emissioni rappresentano il 5,5 per cento, può essere ulteriormente migliorato. Con questo intento Coldiretti vuole, nei prossimi cinque anni, arrivare ad un impatto zero, diventando un Paese sostenibile per quanto riguarda le filiere zootecniche».

 

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