<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Hanno creato per la Nasa

Nella foto Nasa, il “quadratino azzurro” dietro è il sistema Scan
Nella foto Nasa, il “quadratino azzurro” dietro è il sistema Scan
Nella foto Nasa, il “quadratino azzurro” dietro è il sistema Scan
Nella foto Nasa, il “quadratino azzurro” dietro è il sistema Scan

«Siete riusciti in un compito in cui avrebbero fallito aziende ben più grandi di voi». Avere i complimenti della Nasa non è da tutti, e la soddisfazione è doppia se il progetto portato a termine per l’ente spaziale americano si è trasformato in una sorta di “missione impossibile”. Una vera sfida che la bassanese Qascom è riuscita a vincere grazie anche alla caratteristica spiccatamente italiana di unire elevate competenze tecniche a una buona dose di creatività. Oggi è grazie alla tenacia e intraprendenza di questa piccola società, ormai un riferimento nella cyber-sicurezza spaziale, se la stazione spaziale internazionale Iss sta già sperimentando per la sua navigazione un sistema combinato Gps-Galileo. RICEVITORE A DOPPIA FREQUENZA. Creata nel 2004 da tre giovani ingegneri, Qascom ha collaborato fin dal 2006 con Esa, l’Agenzia spaziale europea, contribuendo a sviluppare il sistema di navigazione satellitare Galileo che nei cellulari di nuova generazione si affianca già al sistema americano Gps garantendo grande precisione nella localizzazione. Si è messa in luce progettando ben 2 dei 5 segnali trasmessi da Galileo tanto che è stata scelta dalla Nasa per sviluppare il primo ricevitore a doppia frequenza sulla stazione Iss: lo Scan-Space communication and navigation. «Il progetto - spiega Oscar Pozzobon, presidente di Qascom - era importante perché sanciva una collaborazione tra Usa e Ue mai verificatasi prima per lo spazio sui due sistemi di navigazione e perché mette a disposizione della Iss il doppio dei satelliti (una cinquantina in tutto), quindi maggiore precisione nella navigazione e più sicurezza sulla provenienza del segnale proprio grazie ai servizi da noi progettati». HOUSTON, ABBIAMO UN PROBLEMA. ANZI, TRE. Inizialmente il compito sembrava relativamente semplice: riprogrammare via internet dalla sede di Bassano l’hardware replica dello Scan che si trova nella sede Nasa di Cleveland. In realtà era solo l’inizio di una sfida irta di difficoltà. «I livelli di sicurezza per l’accesso alle reti della Nasa ci hanno reso impossibile riprogrammare a distanza - spiega Pozzobon - ed era fuori discussione trasferire in Italia un sistema da oltre 100 milioni di dollari. Ma non ci siamo persi d’animo; con poche migliaia di euro abbiamo acquistato su e-bay i componenti dell’hardware per ricreare parte di quel sistema e lo abbiamo riprogrammato dalla nostra sede. Dopo alcuni mesi la principale delle due frequenze dello Scan si è guastata e ci hanno chiesto di riprogrammarlo su una frequenza mai testata prima sullo spazio. Non solo una missione che sembrava impossibile, ma ogni singola riga di codice modificata veniva spedita al Glenn Research Center di Cleveland responsabile del progetto Scan Iss, da lì inviata a Houston dove, dal controllo missione, si caricava il software sulla stazione spaziale. I dati di verifica del funzionamento di ogni codice facevano quindi il percorso inverso con un tempo di debugging che, se è di pochi secondi in una condizione normale, nel nostro caso arrivava fino ad un giorno». NUOVO CONTRATTO PER 2,5 MILIONI. Una sfida tecnica ma anche di nervi, dunque. E il merito del successo del progetto va riconosciuto in primis a Samuele Fantinato e ad Andrea Dalla Chiara, rispettivamente ingegnere in telecomunicazioni e in elettronica che hanno passato anche un periodo alla Nasa. «Io ho diretto il progetto ma loro - sottolinea Pozzobon - ci hanno messo cuore e anima. Al workshop all’università di Padova dove con Nasa e Esa sono stati presentati i risultati della missione la soddisfazione è stata enorme: il 90% dei grandi player del settore avrebbero mollato, ci hanno detto, ma il vostro team determinato e motivato ce l’ha fatta». Il progetto è durato un anno e mezzo, la commessa era di soli 200 mila euro, ma con questo progetto Qascom ha fatto un salto di qualità a livello internazionale. «Oggi - conclude Pozzobon - siamo in grado di aggiudicarci commesse che prima erano appannaggio di colossi come Leonardo Finmeccanica, Thales Alenia Space e Airbus. Abbiamo sottoscritto da poco un contratto da 2,5 milioni di euro con Gsa-Galileo Supervisory Authority per Patrol, il progetto che testerà la sicurezza di Galileo. E continuiamo a crescere». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Cinzia Zuccon

Suggerimenti