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L'analisi

Fino all'8 giugno al lavoro solo per pagare le tasse. In arrivo cento scadenze

Il calcolo della Cgia di Mestre: servono 158 giorni di lavoro per adempiere a Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, contributi

La proposta, provocatoria ma non troppo, della Cgia Mestre è quella di introdurre una nuova festività, il "giorno di liberazione fiscale". Si tratta della giornata - non fissa, perché cambia di anno in anno - che segna lo spartiacque, a partire dal 1° gennaio, fra il periodo in cui si lavora per pagare le tasse, e quello in cui si lavora invece per se stessi e per le proprie famiglie.

Il calcolo dei giorni necessari per onorare il fisco

Che una buona fetta del proprio stipendio o delle proprie remunerazioni se ne vada per imposte, tributi e contributi sociali vari, non è una novità. Ma l'Ufficio studi dell'associazione di artigiani e piccole imprese di Mestre ha provato a calcolare i giorni necessari per onorare le richieste del fisco. Non sono i prodromi di una rivolta fiscale, è ben chiaro che quei soldi servono, o dovrebbero servire, per far funzionare i servizi pubblici e pagare le pensioni. Ma non fa male avere la percezione del "peso" della tassazione.

Nel 2023, 158 giorni di lavoro per adempiere a Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, contributi 

Il calcolo Nel 2023 sono necessari 158 giorni di lavoro, sabati e domeniche inclusi, per adempiere a tutti i versamenti come Irpef, Imu, Iva, Irap, Ires, addizionali, contributi previdenziali e assicurativi. Come si arriva a questa cifra? La Cgia ha suddiviso la stima 2023 del Pil nazionale, cioè 2.018.045 milioni di euro, per 365 giorni: il dato medio giornaliero è di 5.528,9 milioni. Ha quindi sommato imposte dirette, indirette, in conto capitale e contributi sociali: il totale del gettito previsto per quest'anno è di 874.132 milioni di euro. Rapportandolo al Pil giornaliero, risultano 158 giorni dall'inizio dell'anno, cioè l'8 giugno prossimo, ribattezzato quindi il tax freedom day.Il Veneto.

La classifica dei versamenti: il Veneto all'ottavo posto

Nella classifica dei versamenti delle tasse, i veneti sono all'ottavo posto con 10.660 euro in media pro capite; la media nazionale è di 9.581 euro. Se però si prende in considerazione solo quanto versato allo Stato, al netto cioè delle imposte locali, il Veneto balza in sesta posizione. Questo perché - nota la Cgia di Mestre - i veneti sono gli unici a non pagare l'addizionale regionale Irpef, e le aliquote praticate dai Comuni sono mediamente meno pesanti rispetto al resto d'Italia. «Va altresì segnalato - spiegano ancora dalla Cgia - che nelle aree geografiche dove il settore primario ha un'incidenza rilevante sull'economia complessiva, come il Veneto, le agevolazioni come le deduzioni fiscali riducono in misura importante la base imponibile dei contribuenti appartenenti a queste attività e, conseguentemente, anche il gettito totale versato all'Erario da quella regione». È chiaro, inoltre, che l'ammontare complessivo delle imposte è maggiore nelle realtà geografiche ci sono più attività economiche.

L'ingorgo fiscale nel mese di giugno

Il mese di giugno è peraltro particolarmente affollato di appuntamenti fiscali. Cgia ne mette in fila 115: 50 scadenze (imposta sostitutiva, Iva, ritenute, Tobin tax, imposta intrattenimenti), entro il 16 giugno; una comunicazione del canone Tv entro il 20 giugno; 55 versamenti (Irpef, addizionali, cedolare secca, ritenute, Iva, Ires, Irap, imposte sostitutive), 4 dichiarazioni (Irpef, sostitutive, Intra), 4 comunicazioni (contratti di locazione, informazioni finanziarie a fini fiscali tra stati Ue) e un'istanza canone Tv entro il 30 giugno. Scadenze che non interessano tutti, ma che « danno il senso della farraginosità e della complessità del nostro fisco»

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