Top500, la riscossa dell’industria vicentina

Presentato al Cuoa l’inserto de Il Giornale di Vicenza dedicato alle 500 imprese “top”. COLORFOTO BATCH

sorabile crollo, l’industria vicentina costruiva lasciandosi alle spalle le macerie della crisi, ma addirittura andando «all’attacco». È la fotografia di una vera e propria riscossa quella che ieri sera è stata scattata da Bettina Campedelli, ordinario di Economia aziendale all’Università di Verona con Nicola Anzivino partner di Pwc, che in un evento al Cuoa hanno presentato alcuni dei dati più interessanti raccolti nell’inserto di 48 pagine che oggi Il Giornale di Vicenza dedica all’analisi dei bilanci 2016 delle 500 imprese con maggior fatturato e sede legale nel Vicentino. E che domani sarà oggetto di un ulteriore approfondimento con altre 8 pagine. Imprese che hanno cambiato pelle, come hanno dimostrato gli interventi di Alessandro Mezzalira, ceo di Fitt e Mauro Fanin, presidente di Ceral Docks, spaccato significativo di chi è riuscito a guadagnarsi la ripresa e ora corre allungando il passo. TOP 500. Che Vicenza «sia la realtà più dinamica del Veneto per capitale umano, formazione e solida filiera» lo ha messo in luce subito l’assessore al Lavoro Elena Donazzan nel suo saluto, prologo di una serie di numeri da capogiro, messi in fila dai curatori dell’indagine, che non solo hanno caratterizzato il 2016, ma sono l’antipasto di quanto il 2017 potrà riservare. La crescita del fatturato sfiora il 3%, spalmata su quasi tutti i settori della provincia con sorprese inaspettate (+29% il mobile, +13% l'alimentare): si tratta di una crescita che «non è tattica, ma strategica e base per lo sviluppo successivo». L’ebidta poi è a livello record nel Nordest (+18%) anche in questo caso spalmato su più settori e vigoroso in presenza di alta tecnologia, know how di processo e di design e anche qui con la sorpresa: buoni margini arrivano anche a dispetto di minori prestazioni di fatturato. È il caso del settore carta e grafica con ebidta a +30% a fronte di ricavi più contenuti rispetto alla media. L'industria vicentina si dimostra oggi più patrimonializzata (rapporto di indebitamento in calo) e con un Roa in miglioramento (+5,8%) grazie all’aumento della redditività del capitale investito e alla situazione finanziaria positiva delle principali aziende del territorio. E ancora: +3,9% la produzione industriale, +6,5% l’export (già elemento distintivo del Vicentino) extra-Ue e +5% nell'Unione europea. La radiografia individua poi diverse potenzialità: 330 operazioni di acquisizione e fusione dal 2014 al 2016 e 46 società quotabili al segmento Star. LE RICETTE. Incalzato dal caporedattore Marino Smiderle il professor Paolo Gubitta spiega che private equity, Borsa, minibond sono strumenti fondamentali per continuare la crescita. Intanto Mauro Fanin svela una delle sue ricette: aver aperto la governance del gruppo a consiglieri indipendenti («Ci vogliono anche dei “Signor No”») con cui arricchire il confronto e crescere. Mentre Alessandro Mezzalira ha voluto guardare a lungo raggio costruendo un piano d’impresa al 2023 puntato su digital ed internazionalizzazione: «Presto i frutti». • (...)

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