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Atoka, il motore
che spreme la Rete
e trova gli affari

Particolare di una mappa Google My Maps dove sono stati caricati dati di Atoka
Particolare di una mappa Google My Maps dove sono stati caricati dati di Atoka
Particolare di una mappa Google My Maps dove sono stati caricati dati di Atoka
Particolare di una mappa Google My Maps dove sono stati caricati dati di Atoka

Hanno ricevuto del governo di Sua Maestà l’incarico di individuare i distretti manifatturieri emergenti nel Regno Unito. E per ora, forse, è il traguardo che segna la loro affermazione internazionale. C’è anche un team di tecnici vicentini tra gli uomini di “Spazio Dati”, una start up nata a Trento e operativa dal 2013, che ha inventato e sviluppato Atoka, strumento di sales intelligence e lead generation in costante aggiornamento.

CACCIA AI CLIENTI. Atoka in altre parole è un motore semantico che, a seconda dei filtri utilizzati, individua nel web i termini chiave offrendo a imprese, professionisti e artigiani tutte le informazioni su potenziali obiettivi in ogni parte del Paese, o della provincia o di qualsiasi area geografica interessi gli imprenditori. Insomma una mappatura del territorio. Per le piccole e medie imprese che non possiedono le risorse delle grandi, Atoka si traduce in uno strumento scientifico per la ricerca di nuovi clienti. Per i governi, come abbiamo visto, una possibilità di conoscere il territorio, modificando o correggendo nel caso anche le politiche economiche.

COME FUNZIONA. “Spazio Dati” è una start up trentina fondata da pisani ma come detto tra i 40 dipendenti è forte la presenza veneta e vicentina, si muove su due linee di business. La prima è l’estrazione di dati strutturati da testi e documenti non strutturati: ad esempio i post sui social network, un articolo di giornale, una pagina web. Il tutto grazie a Dandelion Api, un innovativo servizio di semantic text analytics. La seconda, come detto, è rappresentata da Atoka (vedi box). Così, gli algoritmi di Atoka estraggono e identificano segnali cruciali nella vita delle aziende, come i cambi di management, lanci di nuovi prodotti, partnership e altro ancora trasformandoli in dati utili per gli utenti. Le possibilità di ricerca e mappatura sono praticamente infinite e non si limitano, per esempio, solo all’industria manifatturiera ma possono essere estese al turismo, alla ristorazione, ai servizi.

LA PROVA: IL VICENTINO. Il GdV ha provato Atoka cercando le parole chiave per tracciare una mappa semantica della provincia in ambito manifatturiero considerando le aziende con ricavi in crescita (stando agli ultimi bilanci consolidati disponibili). Ed ecco i risultati che, per inciso, forniscono anche dati interessanti sulla digitalizzazione delle imprese manifatturiere vicentine. Infatti su 2.504 imprese che hanno la caratteristica di avere ricavi in crescita, 1.764 hanno un sito web; 516 una pagina Facebook; 172 sono presenti su YouTube; 163 su Twitter; 103 su Googleplus; 97 su Linkedin; e 88 offrono la possibilità di e-commerce. Nella provincia (15 Comuni considerati) le parole chiave che emergono sono: industria manifatturiera, macchina, metallo, austenite, industria pesante, progettazione, acciaio inossidabile, statore. A Vicenza: “Campagnolo”, pietre preziose, oreficeria, gioielleria, argento, orecchini, scambio termico, oro. Schio: schema elettrico, calandratura, confezionatrici, nichel, etichetta, alesatura, macchina, acciaio inossidabile. A Thiene, per esempio: abrasivi, trasmissione, punzonatura, colla, fonderia, tranciatura. Cassola: pompa, utensili, falegname, tecnica, metallo, plastica, progettazione e tecnologia.

POI L’ANALISI. Naturalmente si tratta di un’istantanea che descrive un territorio molto dinamico e che ha il pregio di essere ricavata da una mole gigantesca di dati in pochi istanti. «Noi diamo i dati – spiega Gabriele Antonelli, presidente di Spazio Dati – ma poi tocca all’analista, all’esperto, al giornalista economico completare il lavoro, leggendo, integrando e inquadrando le informazioni nel modo più utile per la propria azienda. L’apporto della persona resta fondamentale».

Federico Murzio

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