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La politica

Assemblea degli Industriali: gli interventi di Calenda, Urso e Letta

Sul palco dell'assemblea generale di Confindustria Vicenza anche Carlo Calenda, Enrico Letta e Adolfo Urso.
Da sinistra Letta, Urso e Calenda all'assemblea di Confindustria Vicenza (COLORFOTO)
Da sinistra Letta, Urso e Calenda all'assemblea di Confindustria Vicenza (COLORFOTO)
Da sinistra Letta, Urso e Calenda all'assemblea di Confindustria Vicenza (COLORFOTO)
Da sinistra Letta, Urso e Calenda all'assemblea di Confindustria Vicenza (COLORFOTO)

Sul palco dell'assemblea generale di Confindustria Vicenza il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa ha dialogato, nell'ordine, con il il segretario nazionale di Azione Carlo Calenda, il presidente del Copasir e senatore di Fratelli d'Italia Adolfo Urso, il segretario nazionale del Partito democratico Enrico Letta.

Calenda: «Rimettere Impresa 4.0 e un cap al 4% sul costo dell'energia»

«Se Mario Draghi avesse detto sì sarebbe finita la campagna elettorale». Così Carlo Calenda dal palco dell'assemblea di Confindustria Vicenza ha commentato il diniego del premier a tornare alla presidenza del Governo. «Penso - ha aggiunto Calenda - che bisogna recuperare quello spirito repubblicano che Draghi ha incarnato, e che sia fatto con la coalizione più ampia possibile. Lo si può fare. Con Draghi? Meglio, comunque usare quel metodo, altrimenti sarà un continuo "giorno della marmotta" in cui votiamo uno contro l’altro e l’unico che perde è il Paese».

«Le prime cose da fare sono rimettere Impresa 4.0 com’era e non come l’hanno "incasinata" ed estenderla alle norme della transizione energetica, mettere un cap al 4% per il costo dell’energia alle imprese». Lo ha detto Carlo Calenda all’assemblea di Confindustria Vicenza. «La terza cosa - ha aggiunto -, siccome oggi le imprese cercano 520 mila persone, che non trovano, Draghi ha previsto che le agenzie private possano "pescare" tra i percettori del Reddito di cittadinanza, li formino e li mandino a lavorare, e se non vogliono perdano il Reddito». 

Urso: «Subito aiuti alle imprese, non si può aspettare il nuovo governo»

L’aiuto alle imprese «bisogna farlo ora, perché tra qualche settimana è troppo tardi. Non si può aspettare il nuovo governo, che prenderà forma dopo il voto degli elettori non prima dei primi di novembre». Così il presidente del Copasir, Adolfo Urso. «Al più presto - ha spiegato - e sarebbe un record nella storia della Repubblica, il governo di Giorgia Meloni potrebbe nascere non prima dei primi di novembre. Le imprese e le famiglie del Veneto, le imprese e le famiglie italiane non possono aspettare i primi di novembre per ottenere quelle misure necessarie ad arginare i rialzi naturali e speculativi del gas, e quindi a mantenere in piedi gli impianti produttivi. Decidere oggi significa evitare un terremoto domani».

Sul problema energetico «ne ho discusso anche con gli americani, con i nostri partner, con i nostri principali alleati, perché loro possono fare molto, a cominciare dalle decisioni che ha preso il G7, e sicuramente loro come noi siamo consapevoli che la guerra si vince anche consentendo al nostro Paese di mantenere le proprie industrie, la propria produzione, la propria occupazione», ha aggiunto. Per Urso «le settimane prossime sono quelle più difficili e noi sappiamo come fare. Sul tetto al gas l’Europa è ancora divisa, vi sono ancora forti resistenze ma io credo che ci sono le possibilità per superare questa resistenza. Bisogna farlo ora. Perché tra qualche settimana è troppo tardi», ha concluso.

Letta: «Faremo un intervento choc fiscale per le imprese»

«Affrontare il tema fiscale è la vera promessa che noi facciamo in campagna elettorale al mondo delle imprese. Lo faremo con un intervento choc». Lo ha affermato Enrico Letta.
«Crediamo - ha aggiunto - che sia necessario e fondamentale abbassare le tasse sul lavoro, vuol dire essere in grado di dare lavoro con salari più alti, e allo stesso tempo di dare più stabilità nel rapporto tra lavoratore e l’impresa. Non gioco in trasferta, voglio dire a che questo sistema delle imprese che può fidarsi di noi», ha concluso.

«Il Jobs Act è stato superato nei fatti, per le norme che sono giunte dopo e le sentenze della
Corte Costituzionale» ha detto Letta. «Ha funzionato - ha aggiunto - quando c’è stato l’incentivo
fiscale all’assunzione dei giovani. Noi vogliamo fare la stessa operazione, ma attraverso l’azione sul cuneo fiscale e sui giovani».

«Il Consiglio europeo è il 30 di settembre, io penso che prenderà decisioni importanti a favore del tetto alle bollette. Io credo che l’Italia possa anticipare la decisione del Consiglio europeo». Secondo Letta «nell’impostazione che la Presidente della Commissione ha dato ieri l’altro già c’era quell’apertura, quindi secondo me è un tema che può essere già assunto se i partiti politici fossero tutti d’accordo; noi siamo d’accordo», ha concluso.

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