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L'intervista

Lo youtuber che spiega i giovani alle aziende

Lo youtuber  Marcello Ascani seguitissimo dai giovani
Lo youtuber Marcello Ascani seguitissimo dai giovani
Lo youtuber  Marcello Ascani seguitissimo dai giovani
Lo youtuber Marcello Ascani seguitissimo dai giovani

Si imbuca, videocamera sempre “on”, zaino in spalla. Il suo canale youtube in cui riversa i video che spaziano da “cosa compro con 1 euro in Vietnam” a “spiego i fondi comuni di investimento e gli Etf”, ha 650 mila iscritti, come dire un italiano su 100. Il suo “pubblico” ha dai 18 ai 35 anni, per la gran parte l’età della prima assunzione. Si è infilato in Otb a Breganze, Better Silver a Bressanvido e Pietro Fiorentini ad Arcugnano. I video arriveranno. Marcello Ascani, professione youtuber, romano trapiantato a Milano, spola con Brescia dove quest’anno ha co-fondato Flatmates agency (fa comunicazione con i social e influencer) compie 24 anni a fine ottobre, e sarà tra i protagonisti all’assemblea di Confindustria Vicenza mercoledì 29 settembre. Ripartire dai giovani.

 

Perché è così seguito dalle giovani generazioni?
Mi piace raccontare la mia vita cercando di essere utile per gli altri. Quando ad esempio entro in una realtà aziendale mi piace tradurla nel linguaggio di chi mi segue. Aziendalese o avvocatese fanno annoiare i ragazzi. Lo stesso tema raccontato da un coetaneo ha un altro effetto.

Cosa intende per aziendalese?
Un giro di parole vuoto. I giovani ad esempio nelle aziende cercano risposte immediate alle loro domande. Più sei pratico e diretto, più il pubblico apprezza anche rispetto a domande scomode: ad esempio con quale voto si deve uscire da scuola per essere preso o quanto si guadagna.

Come è andata a Vicenza?
Mi rendo conto di essere entrato in realtà, a partire da Otb, già attrattive dove tutti vorrebbero lavorare. Ma anche in Better Silver e Pietro Fiorentini, non conoscendo i settori, ho posto le domande che farebbe qualsiasi ragazzo in una nuova realtà: spiegatemi in parole povere cosa fate, cosa serve studiare, quali competenze cercate. La manifattura da fuori viene vista ancora in modo stereotipato.

Da dentro cosa ha scoperto?
In Better Silver hanno una linea di produzione super interessante che parte dalla materia prima e arriva al prodotto finito, distribuito poi da aziende orafe conosciutissime. In Pietro Fiorentini ho parlato con due ragazzi ingegneri gestionali che si occupano da 10 anni di processi: trasmettevano freschezza, chiaramente entusiasti di lavorare in quell’azienda.

L’hanno convinta?
Non sono un appassionato di impianti a gas, lo ammetto, e non sono qualificato. Però mi sono reso conto che un’azienda così ad esempio è un “parco giochi”, piena di progetti stimolanti, sfidanti, dove serve ingegno per migliorare i processi e modi innovativi per vendere il prodotto. Poi sicuramente ci saranno realtà ancora legate al vecchio modo di fare impresa che vanno migliorate.

Come fare per rendere le imprese poli attrattivi? Cosa chiedono i “suoi” giovani?
Tra gli iscritti ai miei canali ho fatto un sondaggio e la richiesta più comune è poter lavorare in un'azienda con un brand forte perché trasmette solidità, innovazione, identità. Un esempio può essere Apple: non solo i giovani vogliono comprarne i prodotti ma vorrebbero lavorarci perché il brand comunica ambiente innovativo e all'avanguardia. I ragazzi vogliono lavorare in posti dove sanno che possono fare la differenza, non vogliono sentirsi nella periferia del mondo.

Porti pazienza, qui le aziende di filiera spesso non hanno un nome riconosciuto. Come fare per attirare i giovani a lavorare
Comunicare che la manifattura qui non è succedanea rispetto alle grandi aziende, ma è necessaria per la produzione di beni di larghissimo consumo. Spesso le aziende B2b, cioè che vendono direttamente ad altre aziende, pensano di non dover comunicare perché non hanno un cliente consumatore. Ma sbagliano. Inoltre non vanno tralasciati altri aspetti: migliorare il management a volte patriarcale, lavorare sulla cultura aziendale per creare ambienti stimolanti che permettano di esprimersi, anche poter andare al lavoro in t-shirt conta. Luoghi che facciano dire di lavorare in aziende all’avanguardia, non posti da cui scappare perché non si respira un’aria moderna.

Come si intercettano i giovani per portarli in azienda?
Si cercano dove sono: oggi instagram, youtube, tik tok. Domani non si sa, i canali evolvono veloci. Le aziende spesso non li conoscono: meglio affidarsi a team interni o esterni con giovani, che li utilizzano ogni giorno, innanzitutto da consumatori. 

Roberta Bassan

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