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Dino & Simo
Cinque giorni
per passare
il Turkmenistan

Letti di fortuna per Simone e Dino in Iran
Letti di fortuna per Simone e Dino in Iran
Letti di fortuna per Simone e Dino in Iran
Letti di fortuna per Simone e Dino in Iran

Affrontare 600 km di deserto in soli cinque giorni, rischiando di diventare clandestini. E' l'ennesima sfida che Dino & Simo stanno affrontando a bordo del loro tandem che mira all'India. Domenica mattina all'alba, i due giovani altovicentini impegnati nell'impresa “Versodovenonso”, si sono lasciati alle spalle l'Iran per entrare in Turkmenistan. Per attraversarlo ed arrivare in Uzbekistan hanno a disposizione solo cinque giorni, dato che il Paese non rilascia visti di durata più lunga. Per ottenerlo hanno dovuto dimostrare di avere già tra le mani il visto uzbeko, richiesto quindi con grande anticipo quando ancora si trovavano in Armenia.

Dopo aver affrontato il deserto persiano, ora si stanno cimentando con quello turkmeno dal clima altrettanto torrido: «Questo sì che è puro deserto! Di giorno fa molto caldo – fanno sapere - ma stiamo proprio bene!». Se non riusciranno ad attraversarlo entro la scadenza, diventeranno di fatto dei clandestini e dovranno muoversi in fretta e nell'ombra, per non essere pizzicati dalle locali forze dell'ordine. Un'eventualità che comunque Dino ha già affrontato in uno dei suoi precedenti viaggi, quando nel 2008 attraversò per 6000 km il Tibet, privo della documentazione necessaria e riuscendo ad eludere ogni controllo.

Dino Lanzaretti, 33enne di Santorso, e Simone Salvagnin, 26enne ipovedente di Schio, sono diretti a Cardzhev, ultima grande città prima di passare in terra uzbeka. Nelle scorse settimane si sono lasciati alle spalle Mary, paese in mezzo al deserto turkmeno, ancora prima Serahs, subito dopo il confine con l'Iran, e Mashhad, tra le principali città sacre del mondo come Roma, Varanasi e La Mecca. Una lunga sosta è stata fatta a Teheran, dove Dino &Simo hanno dovuto attendere il pacco dall'Italia contenente il materiale tecnico servito per revisionare del tutto la bici, messa a dura prova in questi mesi in cui hanno affrontato salite durissime e climi estremi.

Il tandem, che nel frattempo è stato ribattezzato da Simone con il nome “Dunia”, parola africana che significa “mondo”, sta ora procedendo lungo la “Silk Road”, l'antica “Via della seta”, la stessa percorsa da Marco Polo nel XIII° secolo. Una volta che saranno passati in Uzbekistan punteranno verso Tashkent, nel nord-est, dove riceveranno un altro pacco dall'Italia, contenente stavolta vestiti ed attrezzature invernali, per affrontare le alte quote che li attendono. Non manca una certa preoccupazione in questo senso, poiché il tempo stringe e i chilometri da fare sono ancora tanti, per arrivare in tempo al passo Khunjerab tra Pakistan e Cina, prima che la neve lo sommerga.

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