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Dino & Simo
a Belgrado
Primi guai:
cambio ko

Simone e Dino sulla strada per Belgrado
Simone e Dino sulla strada per Belgrado
Simone e Dino sulla strada per Belgrado
Simone e Dino sulla strada per Belgrado

Dino e Simone sono arrivati a Belgrado. Ma con i primi mille chilometri sono arrivati anche i problemi. Tre soprattutto: due puramente tecnici, e non da poco. E uno, per così dire, caratteriale. Perché un viaggio in tandem da Schio all'India con un viaggiatore estremo abituato a tutto e un compagno cieco e super coraggioso è anche un esperimento.

Il primo problema è il peso della bicicletta: una tortura, specialmente in salita. Due persone e troppo carico. Soluzione? Spedire l'abbigliamento invernale già alla destinazione. Secondo: il cambio del tandem non regge e, senza giochi di parole, va cambiato con un altor modello. Il pezzo nuovo deve arrivare dall'Italia, Dino e Simone lo aspettano a Belgrado.

Infine la questione convivenza. Questa la spiega Dino nel suo diario di viaggio: «Spaccati i primi mille chilometri, sapere che ne abbiamo ancora quattordici volte tanti non ci spaventa per nulla, anzi ci eccita. Fin qui non è stata una passeggiata, sia per il caldo sia per la messa in fase perfetta delle nostre due strane menti. Però alla fine le decisioni importanti nascono spontanee e i problemi si appiattiscono, la strada invece a volte no e spingere il nostro pachidermico tandem fino in cima le colline toglie davvero fiato (...) L'errore di valutazione fatto alla partenza mi costa dubbi e delusioni, questo viaggio è decisamente troppo diverso dai miei precedenti, non riesco ad assaporare il mondo come sempre, non sento la libertà scorrere sotto le ruote, ogni decisone da prendere la valuto mille e più volte, prima l'istinto faceva da se ora la responsabilità per l'incolumità di Simone quasi mi angoscia. L'indiscutibile sicurezza che avevo conosciuto in lui quando preparavamo il viaggio l'ho vista svanire metro dopo metro e la sua inesperienza di viaggio non mi aiuta per nulla... questa vita non gli viene spontanea e sta' combattendo mille sue battagli interne dovute alla disabilità che io nemmeno oso immaginare…

Come ho potuto non fare queste considerazioni? in più non lo aiutano di certo i mie stati d'animo ombrosi e irritati dovuti al 100% delle responsabilità sulle spalle e al mio istinti di viaggiatore soffocato. La cosa così non può andare… ha bisogno della mia energia per poter cominciare a vedere, ha bisogno della mia esperienza per sentirsi sicuro, ha bisogno del mio maccheronico inglese per conoscere e fare esperienze. Con queste conclusioni non si gira alla prossima boa per tornare a casa e dire "ci eravamo sbagliati è troppo difficile", No! Ora le carte le abbiamo scoperte e mettendo da parte i nostri titanici orgogli la rotta è una nuova, sempre verso Est ma con l'equipaggio consapevole di paure e bisogni uno dell'altro».

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