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«Ognuno di noi ha un destino. Difficile è trovarlo»

FEDERICA MANZON
Federica Manzon: nata a Pordenone, ha 30 anni
Federica Manzon: nata a Pordenone, ha 30 anni
Federica Manzon: nata a Pordenone, ha 30 anni
Federica Manzon: nata a Pordenone, ha 30 anni

Per il suo primo romanzo, Federica Manzon, trentenne di Pordenone, non si è certo risparmiata: una saga di 435 pagine dal respiro lungo e il ritmo incalzante, la storia senza tempo di un uomo che lotta contro le lusinghe del suo lato oscuro, storia eterna di trionfi, rimorsi e rimpianti. Intitolato Di fama e di sventura (Mondadori), il libro l'ha portata alla finale del Campiello. Lei adesso lavora nell'editoria, dopo aver vissuto a Trieste, dove si è laureata in filosofia contemporanea; collabora con l'organizzazione del festival letterario «Pordenonelegge» ed è redattrice di Nuovi argomenti. Per Mondadori, nel 2008, ha pubblicato il reportage narrativo Come si dice addio.

Come è arrivata a questa opera-fiume?
«Nasce da un aneddoto raccontatomi da mia nonna e da una mia idea: ciascuno nasce con un destino ma in realtà non lo conosce, deve trovarlo. Capire qual è, per ogni uomo è l'impresa più difficile».
Anche per Tommaso, il protagonista, è così. «Se sbaglio, Dio me lo farà capire» ripete tutte le volte in cui deve prendere una decisione che lo allontana dal suo cuore buono, e non sa che quella formula all'apparenza innocua si trasformerà in una drammatica profezia. Tommaso nasce nell'ora più calda del giorno più caldo dell'estate più calda, e attorno a lui si affollano presagi oscuri e dolorosi. «È nato sotto una cattiva stella», dicono le comari, ed è chiaro che quel bambino ha qualcosa di speciale: sarà in grado di capire l'animo degli uomini con uno sguardo, di leggere il futuro, ma su di sé attirerà disgrazie, successo e tragedie.
Fin dall'infanzia dovrà imparare a difendersi dall'ingiustizia, e allora la sua vita sarà una sfida continua contro ciò che lo affligge e lo spaventa: il respiro sempre troppo corto, la paura dell'acqua profonda, il denaro che inganna e tradisce, l'amore che è più pericoloso del mare.
Sostenuta da un'ambizione e un desiderio di rivalsa incrollabili, la corsa di Tommaso lo porterà dalla sua città di confine, dove tutti sono un po' matti e sognatori, all'altra parte dell'oceano, dalle stanze anguste del collegio ai templi dorati della finanza.

Un titolo particolare, Di fama e di sventura, per una storia altrettanto singolare.
«Il titolo è nato quando ero oltre la metà della stesura. Cercavo il respiro di una vita segnata dal destino e l'ho trovato in un verso di Foscolo. Il destino mi ha mosso a scrivere, insieme alle storie della mia famiglia. Un uomo nasce determinato da tutto il suo mondo, non da una tabula rasa, dal luogo in cui si nasce».

Quanto ha contato la sua terra, il Friuli, nel romanzo, e quanto tempo ha impiegato per scriverlo?
«La mia terra conta moltissimo come la geografia conta molto più della storia. Mi hanno sempre raccontato le storie in famiglia, ed è questa il primo luogo dove ognuno esercita la propria narratività e dove la condivide. Ci ho messo quattro anni a completare il libro. Mi fermavo ogni tanto per cambiare qualcosa nel passaggio tra un'età e l'altra di Tommaso; insomma, ci voleva il suo tempo. Così come a Tommaso serve tutta la vita per capire il proprio destino ed arrivare alla finanza, perché lì doveva approdare. E chissà se, alla fine, gli occhi acquosi di Ljuba la maga avranno davvero visto il destino quando è stato sussurrato tra i capelli di Tommaso bambino: "Alla fine troverà quello che cerca, e lo perderà"».

Il suo scrivere, quindi, ha una matrice «casalinga»?
«Sì, la mia scrittura nasce dall'esperienza familiare; in una famiglia numerosa ognuno si racconta; lì è il primo campo in cui cimentarsi. Per me scrivere in definitiva è una sorta di esercizio spirituale».

Sorpresa di essere al Campiello col romanzo d'esordio?
«Non ci pensavo proprio e non ho realizzato subito di essere tra i finalisti. La cosa più bella di questo premio è che i libri arrivano ai lettori veri».© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenzo Reggiani

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