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Un e-book gratuito

La montagna dal divano
Gli alpinisti raccontano

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La copertina dell' e-book "La mia quarantena"
La copertina dell' e-book "La mia quarantena"
La copertina dell' e-book "La mia quarantena"
La copertina dell' e-book "La mia quarantena"

I testi sono di Valerio Magrelli, Giuseppe Mendicino, Daniele Zovi, Enrico Camanni, Luca Trevisan, Maurizio Oviglia, Loïc Seron, Toni Farina. Mica male, per una idea nata di sera, da un incrocio di e mail con l'Ecuador. Confinados, la risposta. Deconfinés in Francia. L'amico anglosassone conferma: confined. 

Le montagne sono lontane per tutti. Alpinisti e trekkisti sono chiusi in casa. «Viaggiare, arrampicare, passeggiare è molto più che un desiderio. È una dipendenza. Ma non volevo vedere solo il bicchiere mezzo vuoto». Pietro Lacasella, vicentino, laureando in antropologia a Venezia con una tesi sulle società alpine e l'evoluzione turistica (tema davvero glocale) voleva riempire il vuoto di una passione che non lascia margini, se non quelli della lettura e della scrittura. Si è messo a scrivere della sua quarantena, ha scambiato qualche testo per fare compagnia a chi era orfano d'aria e di roccia.

 

«Ho contattato alcuni scrittori - aggiunge - volevo mettere insieme testimonianze anche per sentirmi meno solo... e alcuni mi hanno risposto con i loro contributi. Il micro ebook "La mia quarantena. Dal Pedemonte alle Alpi", grafica di Arianna Girardello, nasce così e l'abbiamo messo a disposizione gratis su Facebook con tantissimi riscontri». L'hanno ripresa il Premio Comisso, Planet Mountain, il Cai Uget di Torino, biblioteche.

 

Vivere la montagna stesi sul divano o alla finestra è una sofferenza: racconta Giuseppe Mendicino, segretario comunale, scrittore e biografo di Mario Rigoni Stern, che per esorcizzare l'overdose di parole sul virus rilegge classici che parlano di epidemie, ma le montagne riaffiorano sempre, e sente «il vento che muove l'erba delle morbide cime di Monte Fior». Comandante forestale e scrittore, Daniele Zovi in Altopiano respira la primavera lungo una mulattiera e si lascia sorprendere «dal vapore liberato da un abete».

Che mondo spaventoso quello che deve fermarsi, dice Enrico Caimani giornalista e alpinista di Torino: «La montagna è libertà e di quella non ce n'è mai abbastanza. Ma è vera libertà o è il bisogno di una dose di adrenalina più spesso che si può? Questo mi sono chiesto, sapendo benissimo la risposta».

Rievoca un'alba sul Portule Luca Trevisan, storico dell'arte e alpinista: «Lassù puoi estendere lo sguardo fino all'ultimo orizzonte. Sin dove, là in fondo, tremule e ancora incerte, già emergono le prime luci del giorno e improvvisamente fa capolino il sole. E ti pare di toccarlo, mentre i suoi raggi, colpendoti, ti donano la sensazione di un inatteso tepore». Con lui chi legge torna sull'orlo del mondo.

La questione non è solo l'assenza di montagne: «Ma più che mai ci manca Lei, la Natura, quella che ormai sembrava prerogativa di una razza in estinzione di cui ci sentivamo orgogliosamente parte» scrive l'alpinista Maurizio Oviglia.

 

E la domanda successiva è: «Ci ricorderemo di tutto questo quando sarà finita?». Una risposta arriva dalla Normandia, dal fotografo Loïc Seron: «Presto andremo a placarci, guarirci, riconciliarci sui sentieri; ci basterà camminare, del resto si occuperà la montagna. E sarà tempo di ripensare il nostro rapporto al mondo, con onestà. Sarà tempo di rimettervi misura e modestia».

Lo scrittore Toni Farina pensa alla Valle d'Aosta, al territorio di Noasca dove la regola "non uscire dal proprio comune" è una sfida alla relatività: da 1000 a 4000 mila metri sul Gran Paradiso.

Infine la firma illustre di Valerio Magrelli, con i versi su una febbre da salita e su un brindisi in altitudine.

Nicoletta Martelletto

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