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FRANCESCO LORENZI, musicista

Dopo lo sballo la fede
Scrivo con anima rock

Francesco Lorenzi, 31 anni, rocker nato a Lugo, leader dei “The Sun”
Francesco Lorenzi, 31 anni, rocker nato a Lugo, leader dei “The Sun”
Francesco Lorenzi, 31 anni, rocker nato a Lugo, leader dei “The Sun”
Francesco Lorenzi, 31 anni, rocker nato a Lugo, leader dei “The Sun”

Francesco Lorenzi sarà oggi protagonista al Salone del libro di Torino, alle 18 nell'Arena Bookstock, dove l'editore Rizzoli presenta il romanzo “La Strada del sole”, 390 pagine. Francesco, 31 anni, è stato il leader dei Sun Eats Hours, baby band vicentina di punk melodico che dal 1997 al 2007 ha girato il mondo ed ha pubblicato quattro dischi in inglese. Oggi è ancora leader ma dei The Sun e propone rock anglo-italiano ispirato alla fede. Ieri i quattro rockettari “spaccavano” nei locali notturni e nei live di Europa e Giappone. Oggi le note musicali li portano verso l'alto, in arene e teatri ma anche oratori e raduni spirituali. Lorenzi più che convertito si dice illuminato, come San Paolo: «Questo percorso mi ha permesso di fare esperienza della realtà libertà personale presente in ognuno di noi, cioè dell'autentica capacità di scegliere». Messi da parte sesso e sballo, la band originaria (con Marco Auriemma, Ricky Rossi e Andrea Barone) è rinata in alcuni componenti (dai 30 ai 34 anni) :ha ritrovato successi e ricollocazione discografica. La loro storia è un romanzo. I The Sun suoneranno il 31 maggio a Vicenza.
Francesco, perchè scrivere?
Avevo ricevuto diverse proposte da case editrici ma era un'ipotesi in stand by perchè già condividiamo molto nei concerti e non sentivo il bisogno di affrontare un' ulteriore spoliazione della mia vita. Dovevo capirese era una richiesta che veniva dall'alto o dal basso.
Che vuol dire?
Cercavo un segno. Il 30 ottobre 2013 sono stato in udienza da papa Francesco. Due ore dopo è arrivata la telefonata dalla Rizzoli che mi dava carta bianca su come e cosa scrivere. Ho accolto questa possibilità e per 100 giorni, sia pure impaurito, ho vissuto in ritiro. Non è stato semplice rivedere rapporti, famtasmi, ferite e metterle nero su bianco. Ho pianto tuti i giorni. Ma mentre mi avvicinavo all'oggi, avvertivo gratitudine. Sono arrivato a 400 pagine contro le 200 richieste, non hanno tagliato.
E come ha incrociato il cardinale Ravasi?
A metà libro, ho scritto una e mail al cardinale con cui ho collaborato al Pontificio consiglio per la cultura: una proposta azzardata la mia, ma lui mi ha spiazzato, era felicissimo di introdurre il libro. È la cosa più bella che abbiamo mai scritto su di me.
Chiuso il computer che ha fatto?
Tre giorni dopo sono partito con 200 giovani per la Terrasanta, col gruppo.
Il libro è suo o dei The Sun?
Ne ho parlato con i ragazzi finchè scrivevo e lo hanno letto. Erano commossi e sconvolti. Essere amici, oltre che compagni nella band, ci aiuta tantissimo in ogni difficoltà. Ognuno di loro ha scritto una appendice che compare nell'e book e nella prima ristampa del cartaceo.
Quali sono state le pagine più difficili per lei?
Il racconto della crisi: tornarci dentro per descrivere gli eccessi, la confusione di quella vita, lo stordimento è stato soffrire. Un conto è parlarne in concerto, un conto è riportare dialoghi e crudeltà tra di noi. Riccardo ha rischiato la vita per l'alcolismo, ripercorrerlo dà la misura di cosa signifca stare lontani dalla gioia e dalla pienezza di vivere.
Le avranno chiesto: rifarebbe tutto?
Certo che no. Nel mondo della musica si vive così, maledetti e disordinati, ma non si è felici.
Emerge un rapporto difficile con le case discografiche.
Sono loro che governano lo stile e le canzoni di un artista, influenzano la proposta per il pubblico, i giovani artisti non sono padroni di ciò che comunicano.
Noi abbiamo avuto fortuna ma ci è costato molto cambiare registro.

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