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La mostra a Vicenza

Vucetich, l'artista poliedrico con gardenia e monocolo

di Nicoletta Martelletto
Così Neri Pozza descrisse il debutto dandy e architetto in città nel 1945. Nell'ipogeo del Chiericati foto, grafiche e sculture

Quando arrivò in città, nel 1945, Mario Mirko Vucetich fu preceduto dalla sua fama: bolognese, 47 anni, architetto ma presto artista, scenografo, attore, drammaturgo e poeta, animò uno studio a Roma negli anni Venti e Trenta, volò per importanti committenze a New York, poi a San Paolo del Brasile. Insomma un soggetto che avrebbe fatto parlare di sé fin dalla prima uscita pubblica ad un concerto in abito da sera, con gardenia all'occhiello e il monocolo nell'orbita.

Neri Pozza introdusse Vucetich nei circoli letterari

Così lo descrive Neri Pozza, che lo introduce nei circoli letterarie artistici, non solo per la sua originalità ma anche perché diventa il compagno di sua sorella, Lara Pozza in Breganze. Nato a Bologna nel 1898, morto a Vicenza nel 1975 (sono anche le città del pittore Ubaldo Oppi), Mario Mirko Vucetich è stato sinora celebrato nel Vicentino per la sua magnifica invenzione, la Partita a scacchi in costume con personaggi viventi nel 1955, ma i campi in cui si espresse sono a distesa, frutto di una poliedricità quasi imbarazzante in un uomo solo.

Una mostra compone un ritratto completo dell'artista

Promossa dai Musei Civici di Vicenza e dall'Accademia Olimpica, una mostra compone un primo ritratto completo di Vucetich e innesca altrettante curiosità sulle quali si è appassionato Alessandro Martoni, conservatore del Civico, e curatore del progetto con Elisa Avagnina, Angelo Colla per l'allestimento di Mauro Zocchetta. Nelle sale ipogee di palazzo Chiericati, fino al 4 giugno 2024, è allestita la donazione che ha dato origine alla mostra, in continuità con quella intitola "Gli amici della Gaia Gioventù" sull'editore e scrittore Neri Pozza e gli amici talentuosi degli anni 1930-1950.

Dalla famiglia Breganze alcuni nuovi materiali

La famiglia Breganze, nella persona di Maurizio e delle nipoti, ha consegnato ai Musei i materiali che Vucetich aveva lasciato alla compagna Lara ma anche ritratti molto privati (un bronzo su Maurizio undicenne) che raccontano la seconda vita dell'artista a Vicenza: in tutto 45 sculture, 300 opere grafiche e stampe, foto, lettere e documenti che ricreano non solo un tempo ma anche la feconda rete delle relazioni intellettuali attorno a Pozza e Vucetich. Ad aprire il percorso in cinque sale, è un busto inedito prestato da un privato che lo ha acquistato da un trovarobe: il ritratto di un giovane Goffredo Parise, una terracotta che Vucetich realizzò nel 1951. Profilo e fossetta sul mento nello scrittore vicentino rivelano l'eccellenza di Mario Mirko nel ritratto, confermata dalla sfilata di teste degli amici di comuni salotti, da Corrado Alvaro a Massimo Bontempelli, da Lamberto Picasso a Sergio Tofano.

L'area dedicata alla scultura è amplissimo

Il capitolo scultura è amplissimo, ritrova i disegni per la piscina di miss Bettie Fleischmann Holmes a Long Island ma anche quelli dei dolenti e del Cristo per il Tempio nazionale dell'internato ignoto a Padova, fino ad un'apice assoluto: la Pietà di Vucetich ribalta l'iconografia e vede il Cristo aggrappato in un abbraccio alla Madre, una scultura del 1942 che sarà modello nel 1966 per la cappella monumentale dedicata a Mafalda di Savoia, figlia di re Vittorio Emanuele III e di Elena del Montenegro, morta nel lager di Buchenwald. Ci sono le pagine sull'architetto, con la bella villa Antolini a Riccione e villa Alverà Marzotto al Lido; ma fu anche architetto in Comune a Gorizia e fondatore del Movimento Futurista Giuliano, poi progettista nel 1993 per Meriggiani nella colonizzata Somalia. A Roma otterrà committenze pubbliche per ornare il palazzo della Siae e quello dell'Inail, il Palazzo della Civiltà italiana, scansando comunque etichette di appiattimento al regime. Numerose consulenze scientifiche fanno di questo omaggio un progetto aperto ancora a tante novità che possono arrivare anche dai visitatori.

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