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Le riprese

Marco Tullio Giordana: «A Vicenza spero di non disturbare»

di Enzo Pancera
«Una troupe di solito resta una settimana, noi rimarremo un mese». Ieri girata una scena con 150 comparse tra l’ex Giuriolo e l’Olimpico
Marco Tullio Giordana con l’attrice Sonia Bergamasco COLORFOTO
Marco Tullio Giordana con l’attrice Sonia Bergamasco COLORFOTO
Marco Tullio Giordana con l’attrice Sonia Bergamasco COLORFOTO
Marco Tullio Giordana con l’attrice Sonia Bergamasco COLORFOTO

L’altra sera al cinema Odeon si è proiettato “Romanzo di una strage” con la presentazione del regista Marco Tullio Giordana che poi ha dialogato con il pubblico. L’autore de “I cento passi” e “La meglio gioventù” è a Vicenza per girare “La vita accanto”, tratto dal romanzo omonimo di Mariapia Veladiano, cosceneggiatore e coproduttore Marco Bellocchio. Le prime parole del regista sono dedicate a questa permanenza: «Una troupe di solito sosta per una settimana, noi staremo qui un mese sperando di non essere troppo molesti». La città è definita bellissima, e non pare proprio per citare il monaco Foresti e le antiche immagini (Vicenza città bellissima) ma perché il tessuto urbano offre oltre ai palazzi palladiani un continuum che affascina e coinvolge.

Le scene in città

E quasi si scusa il regista perché girando campi e controcampi in funzione della narrazione non potrà essere rispettoso della toponomastica e topografia. Staremo sereni: la libertà espressiva non è mai lesiva. Ieri in centro è stata girata una scena con 150 comparse che si sono spostate tra l’ex scuola Giuriolo e il teatro Olimpico e lì hanno formato il pubblico che assisteva ad un'esibizione al pianoforte di una delle protagoniste del film. 

Il film in lavorazione

La sala accoglie - «non precettati» sottolinea Giordana - molti compagni del regista nel film in lavorazione. tra loro, Sonia Bergamasco, attrice (e pianista come richiede il ruolo nel film) che a Vicenza si è esibita frequentemente. Nel clima molto cordiale scappa anche la promessa di vedere all’Odeon «La vita accanto non appena inizierà la distribuzione nelle sale».

“Romanzo di una strage” è del 2011 e immerge lo spettatore in una delle pagine più buie del paese: la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969, reso nel film senza ricorrere a un modellino e in modo indimenticabile. Deciso a «evitare ogni tifo politico-calcistico» Giordana con gli sceneggiatori Rulli e Petraglia ha dato rilievo di protagonisti al commissario Calabresi (Valerio Mastandrea) e all’anarchico Pinelli (Pierfrancesco Favino).

La storia vissuta

Giordana quando è scoppiata la bomba era a poche centinaia di metri dalla banca. Inoltre aveva avuto un contatto diretto con Calabresi quando, iscritto al liceo classico Berchet nel ‘68 aveva occupato la scuola. Benevolo, il commissario lo aveva invitato a «smettere di fare lo scapestrato e dedicarsi allo studio». Toccante il doppio incontro con Licia Pinelli, moglie dell’anarchico morto cadendo da una finestra della questura. Una prima volta Giordana le aveva consegnato tra le lacrime una bandiera anarchica. In seguito la vedova aveva contribuito al film dialogando con Favino e Michela Cescon che la interpretava. Obbligatorio portarle a casa copia del film finito, subito visto dall’interessata con le due figlie. E con un inquieto gatto rosso, via via rasserenato, però, dalla visione di Pinelli-Favino. Con la conclusione del regista che la migliore recensione del film fosse proprio quella del gatto.

 

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