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L'intervista

Luca Trivellato, un teatro di budget e idee: «Sul palco anche orazioni civili»

di Nicoletta Martelletto
L'assemblea dei soci: ufficiale la nomina dell'imprenditore per il prossimo triennio. Con lui Bernardi, Centomo e De Gregorio
Luca Trivellato ha 59 anni, sposato, un figlio ed è appassionato di musica
Luca Trivellato ha 59 anni, sposato, un figlio ed è appassionato di musica
Luca Trivellato ha 59 anni, sposato, un figlio ed è appassionato di musica
Luca Trivellato ha 59 anni, sposato, un figlio ed è appassionato di musica

«L'entusiasmo e l'emozione non mancano». Luca Trivellato ieri, all'ufficializzazione della nomina, da parte dell'assemblea dei soci, a presidente della Fondazione Teatro Comunale, si è anche dimesso: dalla vicepresidenza dell'Orchestra del Teatro Olimpico e da consigliere della Società del Quartetto.

La musica per l'imprenditore dell'automotive è una forma mentis. Se abbiamo a Vicenza dal 1996 uno dei primi cinque festival jazz d'Italia, lo dobbiamo a lui e a Riccardo Brazzale. Il mecenatismo e il sostegno al no profit sta nel suo dna, trasmessogli dal papà Francesco cui ha intitolato una fondazione.

Il nuovo consiglio

In consiglio con lui sono stati nominati Giulio Bernardi, Gabriella Centomo e Luciano De Gregorio. Il presidente uscente, Enrico Hüllweck, sarà presidente onorario come da richiesta del sindaco Possamai.

Allora l'ambiente lo conosce bene...
Guardi che l'ansia di fare bene non manca. Sono stato alla scuola di Meneghini col Quartetto e di Scanagatta alla Oto, con Brazzale ho imparato tutto sul jazz. Adesso studierò di più le materie prosa e danza, attorniato da una squadra efficiente e molto qualificata di uomini e donne che per la Fondazione lavorano con passione.

Tra bilancio e nuove idee

Il suo fiuto di imprenditore che cosa le suggerisce?
Che l'attenzione sarà sempre per metà al bilancio e per metà alle idee. Il consiglio e il team della Fondazione in questo sapranno aiutarmi.

Resta al Festival Vicenza Jazz?
Resto coproduttore e per l'edizione 2024 siamo già abbastanza avanti. Riccardo sta lavorando su un titolo legato al pianoforte, strumento iconico del jazz.

L'offerta futura

Immagina già come migliorare l'offerta della Fondazione in tema di spettacoli?
Il posizionamento è molto buono. Per la danza parliamo di eccellenze, nella prosa proponiamo belle stagioni, i Classici hanno ottenuto ottimi risultati. La qualità sarà sempre il nostro obiettivo, il direttore Giacomo Cirella in questo è una garanzia assoluta. Lo spazio per innovare c'è. Possiamo pensare a rendere più funzionali alcune proposte, a cercare nuovi partner in un territorio di imprese forti e sane. Mi piacerebbe capire ancora meglio il pubblico, fare dei cluster per età, provenienze, gusti.

Cosa manca a questo teatro?
Non abbiamo i finanziamenti delle grandi città, ovviamente, il fondo di dotazione c'è ma dobbiamo lavorare per incrementare le entrate. Penso anche alle nostre imprese che possono usare il teatro per gli eventi e per i benefit ai propri dipendenti. Siamo braccio operativo del sindaco, dell'assessorato alla Cultura e del budget: in questa triangolazione dobbiamo dare il meglio. A livello di programmazione... forse potremo osare anche la musica contemporanea, dal grande rock allo sperimentale.

Una svolta per il teatro

A lei cosa piacerebbe vedere sul palco?
Il teatro delle orazioni civili: credo sia doveroso riprendere alcune lezioni dei grandi del passato ma anche far riflettere, e penso soprattutto ai giovani da agganciare, sui temi che a volte lacerano la nostra società.

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