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La città dei poveri Come trasformare gli slums in quartieri

IL MESE DELL'ARCHITETTURA. Oggi in Basilica
Uno slum in India: migliaia di baracche di legno e plastica
Uno slum in India: migliaia di baracche di legno e plastica
Uno slum in India: migliaia di baracche di legno e plastica
Uno slum in India: migliaia di baracche di legno e plastica

Nell'ambito del mese dell'architettura, com mostre ed eventi in Basilica, l'associazione Architetti senza frontiere Veneto organizza oggi alle 17 nella loggia della Basilica palladiana un incontro su “La transizione da baraccopoli a quartiere come processo di sviluppo locale”. Interverranno Loris de Filippi di Medici Senza Frontiere; Enrico Fontanari università Iuav di Venezia; Donatella Schmidt università degli Studi di Padova; Luca Zarri università degli Studi di Verona; Teresa Lapis giurista, esperta di diritti umani; Rosalba Ferba Asf Veneto. Modera Maurizio Pioletti di Asf Veneto. Nei paesi in via di sviluppo, a seguito di fenomeni demografici come le migrazioni di massa (dalle aree rurali a quelle urbane, per ragioni climatiche ed ambientali, per la fuga da conflitti) sono nati e cresciuti insediamenti, spesso spontanei, a volte “abusivi”, auto - costruiti dagli stessi migranti. Tali insediamenti, di carattere apparentemente precario e temporaneo, spesso si sono trasformati in permanenti senza alcuna forma di pianificazione urbanistica e territoriale. L'assenza di pubblico e di governance dei processi di sviluppo urbano e territoriale ha favorito un'evoluzione autonoma di queste aggregazioni, slegata dall'economia locale e globale, la cui autosufficienza non le rende solo fatti incidentali ma sistemi abitativi dotati di un'intelligenza intrinseca seppur carenti di risorse ed infrastrutture. Dietro l'aspetto patologico (criminalità, condizioni igienico-sanitarie e disagio sociale) si nasconde un sistema vitale che ha bisogno di sostegno. Politiche di inclusione ed integrazione sociale e cooperazione territoriale possono creare le condizioni per favorire emancipazione e sviluppo, garantendo l'accesso all'acqua, ai servizi igienici, alla corrente elettrica, ad uno spazio vitale sufficiente oltre a garanzie sulla proprietà dei terreni e delle volumetrie ad uso abitativo, a cui si affianca spesso il raggiungimento del diritto all'istruzione, alla salute e dei diritti civili. La vera sfida non è sradicare queste comunità, ma smettere di trattarle come slums e cominciare a trattarli come quartieri.

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