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Il bilancio

Classici sempre in attivo. Marinelli saluta e avverte: «L'Olimpico va risistemato»

di Alessandro Comin
Il direttore artistico in uscita rivendica di aver portato il teatro nella città e oltre. E suggerisce lavori e un nuovo assetto
L'incontro di bilancio del 76° Ciclo degli Spettacoli Classici all'Olimpico
L'incontro di bilancio del 76° Ciclo degli Spettacoli Classici all'Olimpico
L'incontro di bilancio del 76° Ciclo degli Spettacoli Classici all'Olimpico
L'incontro di bilancio del 76° Ciclo degli Spettacoli Classici all'Olimpico

L'addio al quinquennio di Giancarlo Marinelli alla guida degli Spettacoli classici dell'Olimpico si celebra in una Sala stucchi di Palazzo Trissino in cui vari esponenti del mondo culturale - ma anche politico - vicentino si radunano consapevoli della fine di un'epoca difficilmente ripetibile.

Per l'ormai ex direttore artistico è pronta la direzione di Arteven, che sarà ufficializzata martedì prossimo e al cui scomparso Luca Donini è stato dedicato un dolce pensiero («Avrò un angelo accanto a me»). E anche molti degli operatori culturali che hanno brillantemente cooperato con Marinelli non sanno se, senza più il moderno Prometeo che ha portato tra i cittadini comuni il fuoco dell'arte, potranno continuare a collaborare. È lo spoil system, bellezze. Sul quale, a precisa domanda, il sindaco Giacomo Possamai glissa: «Ne riparliamo tra quattro giorni». Ma, almeno, sarà ripetibile quel modello di forte spinta del Teatro dentro la città e della città dentro il Teatro, anche a costo di tollerare tantissima autonomia? «Vedremo, c'è un po' di tempo» , risponde Possamai.

Quello che è certo è che la personalità, a Marinelli, non ha mai fatto difetto. Neanche al momento dei saluti, scanditi con un monologo un po' teatrale e un po' commosso. Con citazioni random delle più grandi scommesse vinte, ringraziamenti espliciti a entrambe le amministrazioni sotto le quali ha lavorato e, nome per nome, a tutto lo staff che lo ha accompagnato. E soprattutto una corposa "lista della spesa" finale, caldeggiata anche in un documento scritto, per un futuro di dignità per l'Olimpico: «riconsiderazione degli spazi, ricollocazione del materiale tecnico ormai obsoleto, sistemazione della facciata che cade a pezzi, balaustra da rinfrescare». Non basta: «Ho provato a suggerire un nuovo ingresso, dal giardino». E ancora: «Andrebbe reso autonomo l'organismo, e nominato un sovrintendente». Una botta di carichi rovesciati sul tavolo delle autorità.

«In questi cinque anni Vicenza mi ha riempito d'amore, ho cercato di esserne degno - ha detto ancora il direttorissimo -. Abbiamo provato a fare del tempio della bellezza un luogo capace di ragionare e di interrogarsi sulla sua essenza, di porsi al centro di un sistema di relazione con la città e ben oltre, con i grandi teatri e i grandi nomi ma anche con i giovani, con i classici e con gli autori ancora non concepiti come tali».

Meriti riconosciuti da Possamai («Marinelli ha costruito un grande ciclo, come in tutto il quinquennio»), dall'assessore alla Cultura Ilaria Fantin («Ha portato spettacoli di altissimo livello, partendo sempre dal porre domande») e dal presidente della Fondazione Teatro Comunale Enrico Hüllweck, anch'egli con la valigia pronta, che ha chiesto un applauso per il direttore («Ho colto sfumature di modernismo perfette per il nostro Olimpico, in cui la scena rappresenta il passato, la via di Tebe il presente, il cielo all'orizzonte il futuro»).

Ringraziatissimo, Pier Giacomo Cirella ha snocciolato i numeri dei cinque Cicli: in tutto, 136 spettacoli, 405 artisti, 3150 studenti, 30.400 presenze e oltre 443mila euro di incasso realizzando sempre utili nonostante i due anni, quasi tre, di Covid. «Tempi in cui - ancora Marinelli - mi sono trovato da solo dentro l'Olimpico a parlare con il teatro come i matti, e soprattutto ad avere la presunzione che mi abbia risposto».

Quest'ultimo ciclo ha visto 7.168 spettatori di cui il 30 per cento under 30, 110 artisti, 20 musicisti, oltre centomila euro di introiti e cinque approfondimenti ai quali hanno assistito centinaia di persone.

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