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La presentazione a Vicenza e Schio

Bruno Vespa racconta l'Eccidio di Schio

di Chiara Roverotto
Lo scrittore Giornalista televisivo, Bruno Vespa presenterà il suo ultimo saggio a Schio e a Vicenza
Lo scrittore e giornalista televisivo, Bruno Vespa
Lo scrittore e giornalista televisivo, Bruno Vespa
Lo scrittore e giornalista televisivo, Bruno Vespa
Lo scrittore e giornalista televisivo, Bruno Vespa

«I lettori sanno che i miei libri sono aggiornati fino all'immediata vigilia dell'uscita. Quest'anno non abbiamo fatto eccezione, sia nel capitolo sulla guerra d'Israele, che ha battuto i tempi di un settimanale, sia con le reazioni alla vicenda Meloni- Giambruno». Non è la premessa dell'ultimo libro di Bruno Vespa: "Il rancore e la Speranza" (Mondadori e Rai Libri, 384 pagine), bensì una nota finale che aiuta a capire quanto l'ultimo lavoro del giornalista innesti la marcia dell'attualità.

Internazionale per quanto sta accadendo in Ucraina, in Israele, ma con uno sguardo a questioni passate: in particolare all'Eccidio di Schio e quanto avvenne nei primi cinquant'anni di storia del secolo scorso. Storia conosciuta, discussa, sviscerata in tutti gli aspetti a queste latitudini un po' meno in quelle nazionali. Stiamo parlando del terzo capitolo del saggio "A Schio è ancora viva la seconda guerra civile".

Una trentina pagine nelle quali viene riassunta la vicenda partendo dalla testimonianza di Anna Vescovi che racconta: «Che cosa ho provato guardando negli occhi e stringendo la mano all'uomo che ha ucciso mio padre? Non ero io a fissarlo. Era mio padre a farlo. Perché lui l'ha guardato negli occhi mentre lo uccideva e, prima, gli ha parlato come adesso gli stavo parlando io. E mi chiedevo come quest'uomo potesse guardare me dopo aver ucciso mio padre».

Vespa torna su una delle pagine più discusse della storia della Resistenza e su Valentino Bortoloso, il partigiano "Teppa" protagonista dell'Eccidio avvenuto nella notte del 6 luglio 1945 all'interno del carcere di Schio. Due mesi e mezzo dopo la Liberazione, furono uccise 54 persone, uomini e donne, tra cui molti fascisti, ma anche detenuti comuni. Il commando faceva parte della Divisione garibaldina "Garemi" e agì in un momento in cui la cittadina tessile era lacerata, dopo il ritorno da Mauthausen, dell'unico sopravvissuto di una retata nazifascista dell'autunno precedente.

Vespa mette in fila quanto accadde in quei mesi e negli anni successivi: la strage, la protezione che i partigiani chiesero a Togliatti, le condanne a morte, i processi, l'eterna polemica che prosegue, il controverso omaggio del Pd a Bortoloso, Pedescala. Nulla di nuovo, tutto risaputo e scritto nei numerosi libri che sono stati pubblicati sulla vicenda, ma Vespa sceglie questa pagina di storia per metterci accanto la parola rancore, un filo che attraversa ottant'anni di storia per restare vivo nel ricordo e nell'anima dei parenti delle vittime della seconda guerra civile che, dopo il 25 aprile 1945 e fino al giugno 1949, ha insanguinato l'Italia del Nord.

Se il passato dovrebbe aiutare a capire il presente, in realtà davanti agli occhi abbiamo la guerra scoppiata il 7 ottobre scorso, dopo il devastante attacco dei terroristi di Hamas ad Israele che ha lasciato una lunghissima scia di morti e di ostaggi. Conflitto che prosegue, anche se in queste ultime ore sembra ci sia un accordo, per la liberazione di alcuni ostaggi. Prima l'invasione dell'Ucraina che ha messo in crisi gli assetti economici della Comunità Europea.

E poi, come si diceva all'inizio, l'attualità con la premier Giorgia Meloni che - poco prima dell'uscita del libro di Bruno Vespa - spiega che cosa significa essere premier «Assumendo questo incarico non avevo capito che avrei dovuto fare i conti con due problemi enormi. Il primo: qualunque imprevisto accada nel mondo, riguarda anche te. Il secondo: non esiste programmazione».

Si sofferma sul vertice arabo de Il Cairo del 21 ottobre «un incontro cruciale, ho spiazzato tutti e sono stata l'unico leader del G7 a essere presente. Qualcuno lo sconsigliava...». Qualche passaggio sul buon rapporto con Ursula von der Leyen, con il premier britannico Rishi Sunak e quello indiano Narendra Modi. Confessa qualche difficoltà sull'immigrazione. E ancora la vicenda Andrea Giambruno, ex compagno della premier, con le parole di Marina Berlusconi: «In questi giorni ho letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta... La verità è una sola: stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni».

Il racconto di Vespa scorre tra passato e presente e replica alla storia ponendo domande. Parte dal rancore finendo con la speranza per trovare una scintilla in grado di unire chi è in guerra da decenni e forse dovrebbe guardare avanti perché sotto assedio non si vive e la guerra resta sempre la soluzione più dispendiosa. Per tutti.

Lo scrittore presenterà il libro sabato 25 novembre al Lanificio Conte (Largo Fusinelle, 1) a Schio con il giornalista Ivano Tolettini e alle 18 a Vicenza nella sede della Fondazione Zoè (corso Palladio, 36) con La libreria Galla, dialogherà con lui il direttore de Il Giornale di Vicenza, Marino Smiderle.

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