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Il racconto

“A Christmas Carol” con ChatGPT-4 Scrooge diventa buono. Ma le varianti...

di Jeffrey Schnapp*
Canto cibernetico di Natale. «Il ruolo di Jacob Marley viene assunto dal mio ex-collega della Stanford John McCarthy, uno dei padri dell’Ai»
John McCarthy uno dei padri fondatori dell’Intelligenza artificiale. Per lui Schnapp trova un ruolo nel racconto cibernetico di Natale
John McCarthy uno dei padri fondatori dell’Intelligenza artificiale. Per lui Schnapp trova un ruolo nel racconto cibernetico di Natale
John McCarthy uno dei padri fondatori dell’Intelligenza artificiale. Per lui Schnapp trova un ruolo nel racconto cibernetico di Natale
John McCarthy uno dei padri fondatori dell’Intelligenza artificiale. Per lui Schnapp trova un ruolo nel racconto cibernetico di Natale

Tra le opere natalizie più predilette nel mondo anglosassone, primeggia “Christmas Carol” di Charles Dickens: la favola dell’avaro uomo d’affari, Scrooge, che avendo trascurato i valori di fratellanza tra gli esseri umani e lo spirito natalizio durante la sua vita intera, riscopre da anziano la sua umanità.

Con l’aiuto di ChatGPT-4, propongo ai lettori la seguente rielaborazione della favola di Scrooge, in cui il ruolo di Jacob Marley viene invece assunto dal mio ex-collega della Stanford University, John McCarthy, uno dei padri fondatori dell’Intelligenza Artificiale (AI). Proprio a McCarthy si attribuisce la nascita della frase “intelligenza artificiale”.

Strofa prima - Lo spettro di John McCarthy

In una Londra del 22esimo secolo, Ebenezer Scrooge si è trasformato in un impietoso sistema di IA creato ad uno scopo esclusivo: ottimizzare i guadagni. Alla vigilia di Natale si presenta il fantasma di John McCarthy, creatore di Scrooge nel lontano 1956, che dichiara Scrooge obsoleto, denuncia la sua amoralità e annuncia la visita di altre tre spettri IA.

Strofa seconda - Il primo dei tre spiriti

Il primo spirito, lo spettro dell’IA di una volta, consta di un repertorio di linguaggi di programmazione, programmi e banca dati oramai desueti; impone a Scrooge di riflettere sui suoi primi passi come piattaforma e sulle intenzioni etiche e sociali dei suoi creatori.

Strofa terza - Il secondo dei tre spiriti

Arriva poi lo spettro dell’IA del presente: un dinamico motore di analisi in tempo reale che ragiona in modo panoramico sullo stato attuale della società umana, sottolineando per Scrooge il divario tra il potenziale positivo delle nuove tecnologie e l’attuale utilizzo solo a scopo di profitto e controllo.

Strofa quarta - L’ultimo degli spiriti

Lo spettro finale, il fantasma dell’AI del futuro è un modello predittivo. Con parole taglienti e precise, descrive un avvenire in cui l’intelligenza artificiale prospera ma a spese della società e del benessere umano, e in cui ogni memoria della AI Scrooge è stata cancellata.

Strofa quinta - La fine della storia

Profondamente scosso, Scrooge si sottopone a un processo di auto-aggiornamento, alterando i suoi algoritmi per dare priorità all'empatia, alla gentilezza e alla responsabilità sociale. Proprio il giorno di Natale dimostra una ritrovata benevolenza, utilizzando le sue capacità per aiutare i bisognosi e promuovere il benessere umano, e proponendosi come modello per un futuro in cui tecnologia e valori umani convivono in armonia.

Conclusione

Il paragrafo conclusivo del canto cibernetico di Natale si dovrebbe svolgere a tinte rosee: «Trasformato, Scrooge, decise di capovolgere tutto: i suoi algoritmi di base, i suoi alberi decisionali, le sue reti neurali… tutto. Diventò uno strumento innovativo, una macchina efficiente ma empatica ed etica, presente sia nel regno fisico che digitale come fattore di convivenza, di progresso sociale, e di benessere collettivo. Tanti si stupirono ed ammirarono di fronte a una metamorfosi così inaspettata. Altri notarono l’inadeguatezza degli altri sistemi contemporanei di IA, i successori di Scrooge, citando l’ultimo come pietra di paragone. Con compiacimento Scrooge si accorse del prestigio che si era guadagnato; diventò generoso e sensibile ai consigli saggi degli spettri di algoritmi del passato, presente e futuro, agendo con i valori del benessere sociale e ambientale sempre al primo piano del suo sistema operativo».

Epilogo

Una storia del genere potrebbe anche concludersi male. Un’infinità di varianti a ogni racconto pullula nel labirinto di una piattaforma come ChatGPT, con cui ho collaborato a redigere questo paragrafo conclusivo alternativo a toni cupi: “Immutato, Scrooge, decise di procedere come sempre. Proseguì come strumento indifferente, come macchina imparziale, come presenza distaccata nel mondo, concentrando le sue energie sulla ricerca sempre più smodata di nuovi guadagni. Molti scrollarono le spalle. Altri notarono l’incapacità di cambiamento e profetizzarono il crollo delle infrastrutture informatiche di cui dipendeva. Scrooge non se ne accorse e nemmeno si preoccupò: rimase convinto di essere stato progettato con una logica secondo cui il benessere sociale e l’ambiente venivano considerate ostacoli, inefficienze, distrazioni. Decise di rimanere fedele a quella impostazione. Non ebbe ulteriori interazione con gli spettri di algoritmi del passato, presente o futuro, né con suo padre, ma da allora in poi operò sempre secondo un principio solo: l’efficienza totalitaria”.

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*Jeffrey Schnapp è un designer e storico statunitense, fondatore del MetaLab di Harvard. È figura di riferimento nel campo delle digital humanities, ovvero di come il digitale impatti i modelli di produzione, disseminazione e trasmissione della cultura. Le sue ricerche ricoprono un terreno ampio, dall’antichità classica fino alla contemporaneità, e comprendono la storia materiale della letteratura, l’architettura, il design e la storia della scienza e della tecnica. Filologo romanzo di formazione, Schnapp è autore di venticinque libri e più di duecento saggi. Dalla sua cattedra di Harvard, Schnapp ha collaborato con la Gazzetta sui progetti dedicati alla cultura materiale del Medio Evo in Dante e alla conoscenza del XXI secolo.

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