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ADDIO REMO
UNA VITA
PER LE ARTI

Con il prof. Schiavo se ne va un cultore del teatro,
della lirica e della danza. Ha dedicato la sua esistenza all’insegnamento della filosofia e alla scrittura di libri
Il prof. Remo Schiavo nel suo studio, nella casa paterna a Montecchio Maggiore
Il prof. Remo Schiavo nel suo studio, nella casa paterna a Montecchio Maggiore
Il prof. Remo Schiavo nel suo studio, nella casa paterna a Montecchio Maggiore
Il prof. Remo Schiavo nel suo studio, nella casa paterna a Montecchio Maggiore

Antonella Fadda

Se n’è andato ieri, a 87 anni, il professor Remo Schiavo, anima storica ed artistica del Vicentino e di Montecchio Maggiore in particolare. Nato il 17 settembre 1928, Schiavo è sempre vissuto nella casa paterna in via Conti Gualdo nella città castellana, in una dimora che aveva ribattezzato “il piccolo Vittoriale di paese”. Dopo aver ottenuto prima la maturità scientifica e subito dopo quella classica nei licei vicentini Lioy e Pigafetta si laureò nel 1953 all’università di Padova in Filosofia morale con una tesi sulla “Fenomenologia dell’umano in Pascal”, iniziando subito la carriera di insegnante.

Per quarant’anni ha trasmesso la passione per le lettere e per le arti ai suoi giovani allievi insegnando filosofia al liceo Trissino di Valdagno, poi lettere negli istituti tecnici Marzotto e Luzzati sempre di Valdagno. Per dieci anni, dal 1974 al 1984, fu docente di filosofia al liceo classico Pigafetta a Vicenza e, successivamente, fino al 2004, insegnò storia dell’arte all’istituto Pavoni di Lonigo.

Ma Remo Schiavo non era “solo” un insegnante. Come ha sempre raccontato, nei suoi libri e agli amici, fin da piccolo si interessò alla cultura e per l’arte in tutte le sue forme e per decenni si è distinto per le sue straordinarie doti di oratore su temi di teatro, storia, musica, pittura, scultura e come brillante presentatore di concerti lirici nel Vicentino e in tutto il Veneto. Nel corso della sua lunga carriera innumerevoli poi gli incarichi e i riconoscimenti fra cui la nomina, nel 1955, a curatore artistico di villa Cordellina Lombardi. Nel 1976 venne eletto Accademico Olimpico Corrispondente e successivamente venne promosso Accademico Olimpico, nella classe di Lettere ed Arti successivamente venne nominato vicesegretario dell’Accademia Olimpica durante la presidenza dell’onorevole Mariano Rumor. E’ stato anche referente per i rapporti tra Accademia Olimpica e Comune di Vicenza per le rappresentazioni al Teatro Olimpico.

Nel 1993 ha avuto la cittadinanza onoraria dalla Città di Lonigo per meriti nel campo della cultura e dell’arte, per la collaborazione in numerose iniziative culturali e per la pubblicazione di prestigiose opere illustrative della città. E’ stato un componente della Commissione diocesana di Arte Sacra per circa 20 anni e fondatore della sezione vicentina di Italia Nostra con il marchese Giuseppe Roi e la professoressa Vittoria Rossi. Venti anni fa papa Giovanni Paolo II gli ha conferito l’onorificenza di cavaliere dell’ordine di S. Gregorio Magno e nel 2013 è diventato Cavaliere della Repubblica Italiana per meriti artistici e culturali.

Ha firmato 60 libri, l’ultimo è “ Lontani Ricordi”, pubblicato pochi mesi fa e dedicato a Montecchio, ed è stato coautore di 48 opere che trattano argomenti di arte, lirica, teatro e storia. Famosa è la sua “Guida al Teatro Olimpico”, diventata il libro più venduto dall’Accademia Olimpica, in varie edizioni culminate nella traduzione in inglese, tedesco, francese e giapponese è stato conservatore di villa Cordellina a Montecchio Maggiore per conto della Provincia. L’inesauribile vena letteraria di Remo Schiavo negli anni non è venuta meno scrivendo articoli ed editoriali in diversi quotidiani e periodici. Fu infatti collaboratore tra gli altri del nostro Giornale e de L’Arena di Verona, di La Domenica di Vicenza, La Voce dei Berici, Bassano Opera Festival Lirica, Ingegneri e Costruttori, I quaderni del Teatro Olimpico, La Castellana, Sette province Venete, Sipario, Tra Berici e Lessini.

Non ebbe una famiglia propria, dedicò tutta l’esistenza alla scuola e al mondo delle arti. Dopo il malaugurato incendio della casa di famiglia, nel febbraio 2013, divenuta inagibile, non è più tornato ad abitarvi; le condizioni di salute si sono aggravate nei mesi scorsi e Schiavo si è spento in un istituto, dove era accuratamente seguito.

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