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Addio ad Antonio D'Agostini Portò sulla tela il mito dei Beatles

PERSONAGGI. È scomparso a 69 anni il pittore vicentino, da tempo immobilizzato da un ictus cerebrale

 "Sgt. Pepper's", una delle numerose tele dedicate ai Beatles in stile iperrealista da Antonio D'Agostini
"Sgt. Pepper's", una delle numerose tele dedicate ai Beatles in stile iperrealista da Antonio D'Agostini

 "Sgt. Pepper's", una delle numerose tele dedicate ai Beatles in stile iperrealista da Antonio D'Agostini
"Sgt. Pepper's", una delle numerose tele dedicate ai Beatles in stile iperrealista da Antonio D'Agostini

Forse non è un caso che l'ultimo ciclo pittorico di Antonio D'Agostini, scomparso ieri all'età di 69 anni, porti il titolo di The Art of Youngness, ovvero L'Arte della Giovinezza. Perché in quei venti quadri a olio totalmente e magicamente dedicati ai Beatles - esposti ancora l'anno scorso al Palazzo delle Opere Sociali in città e successivamente in galleria a Thiene - l'artista vicentino aveva condensato non solo il meglio della sua prodigiosa tecnica, ma anche il proprio spirito visionario e sognatore, orgogliosamente ribelle e anticonformista, alieno da qualsiasi compromesso e da qualsivoglia frequentazione con i cerimoniosi "salotti buoni" della cultura.
L'altra sua divorante passione, quella per la letteratura del Ciclo Arturiano sui Cavalieri della Tavola Rotonda, gli era nata da ragazzino, quando aveva trovato in soffitta un libro d'avventure appartenuto al nonno. Nel 1981, l'ispirazione definitiva e i tanti studi sull'argomento sarebbero confluiti nel volume King Arthur, per stampare il quale aveva fondato il marchio editoriale Avalon. Oggi, quelle pagine epicamente istoriate sono considerate un autentico "cult" del genere Fantasy made in Italy.
Diplomato alla Scuola d'Arte e Mestieri di Vicenza, studente all'Accademia di Belle Arti a Venezia, giovane illustratore di collane per ragazzi, dal 1969 al 1973 si sarebbe trasferito per la prima volta in Inghilterra, divenendo inquilino a pieno titolo della folle e creativa "Swinging London" di quella stagione che, come lui, respirava a ritmo di rock. Attivo per un certo periodo anche come stilista di moda, tanto da venir pubblicato su Vogue, il "Toni pittore", autentico personaggio tra i coetanei (e le coetanee) di Vicenza, sarebbe presto tornato sulle tracce dei Cavalieri del Graal, ricavandone una sessantina di tavole in china. A Bassano del Grappa, sede della sua mostra d'esordio nel 1987, avrebbe invece dedicato la serie di trentasei acquerelli denominati Un bellissimo sogno (1991), dopo aver esposto nel frattempo anche a Milano, a Palazzo Bagatti Valsecchi, con il patrocinio del Museo Teatrale della Scala, collegando i suoi Cavalieri del Graal alle tematiche wagneriane. Poi, inghiottito per anni, di giorno come di notte, dal vortice delle grandi tele sul mito dei Beatles, ne sarebbe uscito stremato, con il colpo di grazia assestatogli da un ictus cerebrale che lo avrebbe costretto all'immobilità quasi totale, privato per sempre della possibilità di creare. Unica consolazione, sapere che il portfolio di quelle coloratissime, psichedeliche immagini era giunto all'attenzione di un ammirato Paul McCartney. E del resto Rolando Giambelli, storico presidente dei Beatlesiani Associati d'Italia, lo ha sempre detto: «Nessuno al mondo ha saputo dipingere i Beatles come Antonio D'Agostini».
I funerali si terranno lunedì alle 11.45 all'Araceli vecchia.

Antonio Stefani

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